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Conflitto nel Tigray, Biden firma un ultimatum: “Cessate il fuoco o scatteranno sanzioni”

Nella regione dell'Etiopia settentrionale è in corso da mesi anche una crisi umanitaria. Dalla Casa Bianca viene chiesto di negoziare entro "poche settimane"

Pubblicato:17-09-2021 18:28
Ultimo aggiornamento:17-09-2021 18:30

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ROMA – Il presidente americano Joe Biden ha firmato un’ordine esecutivo che prevede l’imposizione di sanzioni economiche individuali contro personalità ritenute responsabili del conflitto nel Tigray, regione dell’Etiopia settentrionale, dove è in corso da mesi anche una crisi umanitaria. Dalla Casa Bianca hanno però subito chiarito che le sanzioni non scatteranno immediatamente: agli attori in campo – vale a dire il governo del premier Abiy Ahmed, il governo eritreo, il gruppo Tigray people liberation front (Tplf) e il governo della vicina regione di Amhara – viene chiesto di negoziare un cessate il fuoco entro “poche settimane, non mesi”.

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Se non si riuscirà a trovare un accordo, allora Washington applicherà le sanzioni contro una lista di personalità che non è stata resa nota alla stampa. Da novembre prosegue un conflitto tra l’esercito federale – sostenuto dalle truppe eritree e da combattenti provenienti dall’Amhara – e i miliziani del Tplf. Gli Stati Uniti hanno a più riprese chiesto la fine degli scontri, l’uscita delle truppe di Asmara dall’Etiopia e corridoi per gli aiuti umanitari per dare sollievo alle migliaia di persone colpite. Pressioni a cui l’esecutivo etiope ha risposto rivendicando la necessità della “lotta ai criminali del Tplf” e chiedendo a Washington di “evitare ingerenze”.


Il partito di governo proprio in questi giorni ha anche lanciato un’iniziativa rivolta ai suoi giovani sostenitori, esortandoli a “sommergere” Biden di lettere in cui raccontare l’impatto delle violenze del Tplf sulle loro vite. 

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