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Meno impugnazioni di leggi regionali dal Governo. Zanin: “L’impegno c’è”

Il presidente e il vice delle assemblee di Friuli Venezia Giulia e Veneto hanno incontrato a Roma il ministro Gelmini per stilare un'agenda sulle relazioni tra Governo e assemblee legislative

Pubblicato:17-05-2021 18:55
Ultimo aggiornamento:17-05-2021 19:04

il presidente del Cr Fvg, Piero Mauro Zanin
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TRIESTE – Regioni Speciali più autonome, soprattutto dal punto di vista finanziario, più risorse ma anche più competenze, modificando i patti Stato-Regioni, e l’avvio di una strada che porti a ridurre le impugnazioni di leggi regionali da parte del Governo. Sono alcuni degli obiettivi fissati oggi dal coordinamento della Conferenza dei Consigli regionali, rappresentato dai presidenti delle assemblee di Friuli Venezia Giulia e Veneto, Piero Mauro Zanin e Roberto Ciambetti, rispettivamente vice e presidente della conferenza, durante l’incontro a Roma con il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini.

Abbiamo stilato con il ministro- spiega Zanin intervistato dalla ‘Dire’- un’agenda di lavoro per i prossimi mesi, che veda una stretta relazione tra Governo e assemblee legislative. Gli argomenti che approfondiremo saranno in particolare il contenzioso tra Stato e Regioni, quindi la possibilità che il Governo impugni il meno possibile le leggi regionali”. Secondo il presidente dell’aula “su questo c’è l’impegno serio da parte del Governo che dall’altra parte- sottolinea- chiede però alle Regioni che, in caso di impegni a modificare le leggi regionali, questi siano assolti”.

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Tema caro a Zanin poi il ruolo delle Regioni nell’Europa che “deve essere dei popoli e delle comunità, e su questo abbiamo trovato un’ampia convergenza insieme alla Gelmini“. Il presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia pone l’accento anche sul post Covid, “in particolare abbiamo chiesto al ministro un incontro tra le cinque regioni a statuto speciale, per definire in modo proattivo, per il dopo pandemia, anche le funzioni dell’autonomia e della specialità delle nostre regioni. È vero che tratteniamo parte delle risorse fiscali sul territorio, ma dall’altra parte- ricorda- svolgiamo anche tante funzioni in proprio”.

E su questo fronte Zanin rileva uno squilibrio sul controllo della spesa ma anche una disponibilità del ministro a venire incontro alle esigenze espresse. Secondo il presidente, il Friuli Venezia Giulia è quella più svantaggiata tra le Regioni autonome e punta a un riallineamento complessivo in vista della ridefinizione del Patto con lo Stato. Secondo Zanin serve che i consigli regionali siano parte attiva e propositiva in un contesto di ridistribuzione equilibrata di competenze e risorse.

“È NECESSARIO RIAPRIRE, O SI AVRÀ UN’EMERGENZA ECONOMICA E SOCIALE”

Se il Paese non apre, dopo l’emergenza sanitaria ci sarà quella economica e sociale“. Il presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia spiega alla Dire l’esigenza di fare un passo avanti sul fronte delle limitazioni anti-Covid. “Noi siamo per aprire il più possibile in sicurezza– sottolinea-, crediamo che con l’arrivo della stagione estiva e con la campagna vaccinale portata avanti con incisività, possiamo essere fiduciosi“. Se le chiusure continueranno, il rischio, secondo Zanin, “è un’emergenza economica e sociale che avrà ripercussioni importanti“.

Tra le prime misure da modificare, secondo il presidente dell’aula, il coprifuoco, “che va spostato, è una presa in giro per i ristoratori chiudere presto. Vanno definite le regole e vanno fatte rispettare, ma qualcosa va cambiato. So che si va in questa direzione e spero che a giugno- conclude- il coprifuoco non ci sia più. Bisogna ridare libertà ai cittadini“.

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