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L’Arte nel cuore in scena con La Locandiera

Dal 15 al 17 dicembre gli attori disabili e normodotati della compagnia L'Arte nel cuore in scena all’Auditorium di Santa Chiara di Roma con la Locandiera

Pubblicato:16-12-2023 16:39
Ultimo aggiornamento:16-12-2023 16:39

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C’è una compagnia teatrale a Roma che riesce a convincere i grandi attori a mettersi nei panni di una comparsa e che trasforma giovani ragazzi disabili in professionisti, in grado di portare a teatro uno spettacolo come La Locandiera, davanti a centinaia di persone, come consumati teatranti di altri tempi. E “L’Arte nel Cuore, accademia di spettacolo per ragazzi disabili e normodotati” in questi giorni impegnata all’Auditorium di Santa Chiara con la più famosa tra le commedie di Carlo Goldoni.

L’agenzia Dire ne ha parlato con la presidente della compagnia, Daniela Alleruzzo, raggiunta dopo la prima serata de La Locandiera, che si è chiusa con un tutto esaurito e grande apprezzamento del pubblico. “L’Arte nel cuore- ha spiegato- nasce nel 2005 come associazione di formazione artistica. Tra le sue funzioni c’è anche l’inclusione lavorativa ma nel corso del tempo è diventata una vera e propria compagnia teatrale con all’interno un gruppo di attori disabili e normodotati che negli anni sono diventati veri professionisti”. I risultati si vedono: gli attori della compagnia, tra le altre cose, hanno recitato in diverse fiction e serie e nel film “Detective per caso”, dove attori e attrici del calibro di Valerio Mastrandrea, Claudia Gerini, Paola Cortellesi e Stefano Fresi hanno voluto essere presenti con un piccolo cameo.

Ora i giovani attori della compagnia sono impegnarti nelle tre date della Locandiera, in scena il 15, il 16 e il 17 dicembre all’Auditorium di Santa Chiara. “Per ora sono in calendario tre date- ha aggiunto Alleruzzo- ma il nostro obiettivo è fare una turnèe. Si tratta di uno spettacolo abbastanza complesso, recitato in un italiano sporco come si parlava nel ‘700. Per questi ragazzi è stata una bella sfida ma loro hanno dimostrato grande talento”.


Lo spettacolo lancia infine un messaggio importante contro la violenza sulle donne. “La locandiera- ha concluso Alleruzzo- è una donna intraprendente che grazie alla sua forza e determinazione fa innamorare di sè tanti uomini. Arriva ad un certo punto il misogino Cavaliere di Ripafratta, un uomo molto duro e tutto di un pezzo che tratta male Mirandolina, la locandiera. Alla fine lei si innamorerà di un uomo più umile, che l’ha sempre rispettata. Il messaggio che lanciamo alla fine dello spettacolo, dedicato a Giulia Cecchettin, è che se non ami una donna, non la rispetti e fai come il cavaliere è meglio che te ne vai. Meglio fare a meno di uomini così”.

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