NEWS:

Aspiranti attori su un palco vero, la scommessa di Fantateatro

Sessanta bambini e ragazzi sul palcoscenico del Duse, dentro uno spettacolo, a fianco agli attori veri: è l'esperimento che la compagnia Fantateatro ha fatto per coinvolgere gli allievi che frequentano i loro corsi di teatro in città dai 4 ai 18 anni

Pubblicato:02-03-2024 11:00
Ultimo aggiornamento:01-03-2024 16:22

la spada nella roccia fantateatro
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – Li accompagnano, li vedono crescere, liberarsi della timidezza e mettersi in gioco. Li ascoltano, lasciandoli liberi di esprimersi. Li fanno divertire, giocare, creare. Ma intanto gli insegnano che ogni espressione è bella e che essere se stessi è la più grande conquista che possono fare. Il teatro e la passione per la recitazione, chissà, un domani continuerà o forse no. Ma intanto il bambino vive un percorso di crescita e questo basta. È questa la filosofia alla base dei corsi di teatro del Fantateatro. A Bologna, da anni, è un’istituzione: difficile non conoscere Fantateatro e la sua compagnia, un affiatato gruppo di attori giovani e giovanissimi che porta in scena spettacoli per bambini, ragazzi, scuole e famiglie da quasi 20 anni, in città ma anche in giro per tanti teatri d’Italia. Quasi impossibile non avere incrociato un loro spettacolo, tra risate, fiabe classicissime rivisitate sempre in chiave ironica e altre create da zero e diventate ormai famose, come l’Orco puzza e la Regina Carciofona. E, intanto, nel corso dell’anno, gli attori ed educatori di Fantateatro portano avanti anche corsi di teatro (ma c’è anche la danza) dai 4 ai 18 anni. Con uno spirito tutto speciale, che vede il teatro come strumento pedagogico e linguaggio. E che punta, in primis, alla crescita del bambino.

GLI ASPIRANTI ATTORI SU UN PALCOSCENICO VERO

A contatto con bambini e ragazzi da sempre anche attraverso i numerosi e partecipati centri estivi a Bologna, Fantateatro negli ultimi mesi ha fatto una scommessa. E l’ha vinta alla grande: ha provato a portare su un palcoscenico – un palcoscenico serio, nientemeno che quello del Duse, uno dei teatri con più storia sotto le Due torri – i bambini e i ragazzi dei corsi di teatro. Non per un saggio ‘interno’, ma per coinvolgerli in uno spettacolo vero, con musiche e costumi, messo in scena davanti a una platea pienissima. Dopo averli vestiti uno per uno con un vero costume (erano 60), li ha fatti entrare nel grande spettacolo che è stato ‘La spada nella roccia‘, rappresentato il 5 gennaio in occasione della Befana della Casa dei risvegli di Luca De Nigris. Un esperimento che riuscito è dire poco, e che la compagnia ha festeggiato con grande entusiasmo. Tanto che potrebbe presto ripeterlo. Di certo un’esperienza che i piccoli (o giovani) aspiranti attori non dimenticheranno facilmente e che forse un giorno, chissà, potrebbe spingerli a voler diventare attori per davvero.

L’ENERGIA DEI BAMBINI

Ma andiamo con ordine. Il progetto de ‘La spada nella roccia’ per come è stata rappresentata il 5 gennaio, è nato dopo una analoga ‘prova’ fatta a inizio settembre con lo spettacolo ‘Una notte a teatro‘, scritto da Fantateatro in occasione dei 200 anni del Teatro Duse di Bologna. In quell’occasione, forti dell’esperienza dei centri estivi dove avevano toccato con mano quanto i bambini fossero spontanei e seri nel portare in scena uno spettacolo costruito insieme in una settimana, una quarantina di bambini sono stati coinvolti in una scena corale molto d’effetto. Ma con ‘La spada nella roccia’ la questione si è fatta più seria: i bambini, nei panni di cavalieri, scudieri o apprendisti maghi, sono saliti sul palco in costume e hanno preso parte attiva allo spettacolo. A spiegare perchè Fantateatro si è lanciato in questa avventura è Marco Piazzi, attore di vecchio corso della compagnia (a dispetto dei suoi 25 anni), da qualche anno anche insegnante: “Ci siamo resi conto che i bambini avevano un’energia tale che andava mostrata. Li abbiamo coinvolti nello spettacolo per i 200 anni del Duse, e non potevamo fare altrimenti visto che il nostro teatro da sempre è dedicato soprattutto ai bambini, e dopo quel banco di prova abbiamo deciso di fare qualcosa di più rappresentativo, di portarli sul palco vero e proprio“. I dubbi erano tanti, all’inizio, racconta Marco. Ma loro ci hanno creduto da subito.


LA FULL IMMERSION

Dopo il casting, i bambini hanno vissuto una full immersion di due giornate: la prima, nel quartier generale di Fantateatro, in cui hanno avuto la prova costume, e poi hanno ‘lavorato’ fianco a fianco degli attori e provato le piccole scene che li vedevano coinvolti, nel fare balletti o muovere in aria spade come veri cavalieri. Il giorno dopo, prove generali proprio dentro al Duse, dal mattino alla sera. Come è andata? “Incredibilmente bene”, racconta Marco.

“ANSIE? NESSUNA, HANNO FATTO EMOZIONARE NOI ATTORI”

La potenza del bambino è qualcosa che noi attori grandi adulti non possediamo. Hanno un’energia che è tutta loro, una freschezza, un’energia del bambino che ti porta a vivere un’esperienza quasi catartica. E soprattutto hanno un’incredibile serenità. La fatica di salire sul palco che ha un attore, l’ansia da prestazione, loro la vivono in un modo totalmente diverso. Per loro salire sul palco del Duse era come mettere in scena lo spettacolo del centro estivo alla fine della settimana. Il risultato è stato bellissimo. Credo che nella nostra storia non sia mai stata fatta una ‘Spada della roccia’ così bella, bambini e ragazzi hanno dato una ricchezza, una ventata di energia grandissima, e ci hanno fatto emozionare. Abbiamo detto loro ‘divertitevi, sentitevi cavalieri, giochiamo‘. Ed è stato bellissimo, perchè loro sono stati spontanei e bravi. Se ci sarà occasione sicuramente ripeteremo questa esperienza”.

Al di là dello spettacolo in sè, per tanti bambini e ragazzi è stata anche l’occasione per vedere dal vivo un teatro e capire come è fatto ‘da dentro’, potendosi trasformare per un giorno in ‘addetti ai lavori’: “Quando sono saliti sul palco e hanno visto che dietro c’è un altro mondo, erano molto stupiti: hanno visto che dietro le quinte ci sono i camerini, la zona dei macchinisti, le corde, le luci. Per loro è stata un’esperienza di formazione, non capita tutti i giorni. Erano molto colpiti anche i ragazzi di 18 anni”.

I CORSI: OBIETTIVO IMPARARE A ESPRIMERSI, SENZA GIUDIZI

In attesa di un nuovo (forse) spettacolo ‘allargato’, Fantateatro continua a lavorare con bambini e ragazzi ogni settimana, nelle ‘academy’. Che si svolgono appunto con una filosofia speciale. “La prima cosa che facciamo capire è che non c’è bravo o non bravo, ci sei tu. Fammi capire come ti esprimi tu: dal momento che io vedo come ti esprimi tu, io sono contento. Siamo individui, ognuno è fatto come è fatto: questa cosa sembra un concetto difficilissimo, ma a furia di fare giochi, scherzare, raccontare storie, obiettivi, tutte queste cose si sommano e senza che noi andiamo a imporre nulla, il miglioramento a livello personale è palpabile”. L’obiettivo, insomma, è la crescita personale e conquista di fiducia in se stessi

UN PERCORSO PER ‘RESPIRARE’ CONTRO LA COMPETITIVITÀ E LO STRESS

I corsi di teatro si rivolgono a bambini dai 4 ai 18 anni, si tengono una volta alla settimana e prevedono due spettacoli di fine corso, sia a dicembre che in primavera. “La nostra non è un’accademia, lo diciamo subito. Mettiamo davanti il percorso del bambino. Abbiamo voglia in primo luogo di divertirci e non possiamo appesantire i ragazzi, non possiamo dare compiti o chiedere un lavoro di dizione, non vogliamo creare ansie. Lo stress è in totale aumento per i ragazzi, sono carichi di stress, è anche per questo che cerchiamo di alleggerire, di far vivere un’esperienza positiva, non possiamo permetterci che i ragazzi escano dalla stanza di teatro con dell’ansia, sappiamo già quante ansie si portano i bambini da situazioni familiari o scolastiche. Noi dobbiamo fare in modo di essere quell’attività che permette di far respirare il bambino”. Respirare. E magari mettersi in gioco come non tutti riescono a fare. In un contesto dove non sei sotto giudizio e non devi dimostrare niente.

IL TEATRO COME STRADA PER SBLOCCARSI E FARE CHIAREZZA

“Lo sport da un certo momento in poi funziona così- prosegue Marco- chi è bravo gioca, chi non bravo non gioca. È una situazione che alla lunga dovrebbe stimolarti, ma non funziona sempre, per un bambino può essere molto stressante. Il mondo di oggi, del resto, è permeato di questi messaggi, basta pensare ai social che vanno avanti a popolarità, mi piace, più follower.. noi cerchiamo di allontanarci totalmente da questa cosa, non perchè non capiamo dove sta andando il mondo ma per il semplice fatto che vogliamo fare in modo che per il bambino la nostra sia un’esperienza positiva. Magari alla fine non gli piace, ma l’importante è che sia stata positiva, che si sia sentito rispettato e sia stato bene”. E il metodo funziona. “Tanti bambini che magari non hanno trovato la loro dimensione nello sport, che hanno dubbi, timidezze o non sanno dove girarsi, iniziano teatro e si innamorano. Questo non significa che diventino attori, perchè noi non formiamo attori, cerchiamo il più possibile che i bambini col teatro riescano a esprimersi, a venir fuori e a parlare con se stessi, che inizino un dialogo con se stessi. E succede. Senza che noi o anche le famiglie c’entrino, il bambino nel rapporto con il teatro inizia un percorso. Magari dura due anni, magari solo uno, magari dieci. Ricordo bambini che a settembre non ti rivolgevano la parola, arrivano a giugno che ti invitano a casa loro, Perdono inibizione, timidezza. A volte, abbiamo bambini che arrivano e non gli piace niente, non hanno interessi. Il teatro gli fa scattare qualcosa. Può essere che non tornino l’anno dopo a fare il corso, ma magari ti fanno sapere che hanno iniziato a dipingere, o ad arrampicare. Insomma, si sono sbloccati. Il teatro, abbiamo toccato con mano, aiuta a mettere un po’ di chiarezza. E a tutti lascia qualcosa”.

(foto credits Fantateatro)

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it