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Quel teatro che batte Versailles, ma è fragile: vietati i microfoni

Le statue che decorano il Mazzacorati di Bologna temono le vibrazioni. Nodo investimenti: il teatro è affidato al Comune, ma è della Regione.

Pubblicato:06-03-2024 18:02
Ultimo aggiornamento:06-03-2024 18:02

Teatro Mazzacorati Bologna
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BOLOGNA – Un teatro tanto bello quanto delicato: allora meglio non pubblicizzarlo troppo e non usare l’amplificazione, perché le vibrazioni potrebbero danneggiare le 24 statue ornamentali raffiguranti sirene, tritoni e cariatidi. E’ il Teatro Mazzacorati di Bologna, che si trova a Villa Aldrovandi-Mazzacorati. Un gioiello inaugurato nel 1763 e al centro oggi di una graduale ristrutturazione: un intervento complessivo, invece, è frenato dal fatto che la struttura è affidata al Comune ma la proprietà resta della Regione Emilia-Romagna. “Abbiamo anche provato a scambiarlo con altre figurine di minor pregio ma è andata male”, racconta la direttrice del settore Cultura del Comune, Giorgia Boldrini.

“PIÙ BELLO PERFINO DEL TEATRO DI VERSAILLES”

Quello di Villa Aldrovandi-Mazzacorati “può essere considerato il più pregevole e ben conservato esempio di teatro privato in villa settecentesca d’Europa, il migliore in assoluto per l’acustica”; ed è poi “completo di tutto. Al suo interno sono infatti presenti un palcoscenico sopraelevato, il retropalco, l’attrezzeria e il foyer”, spiega il sito dedicato al teatro. Qualche tempo fa “è venuto il direttore della Reggia di Versailles e ci ha detto che questo teatro è più bello e autentico del loro”, giura Fabio Mauri, presidente di Succede solo a Bologna, capofila della cordata che gestisce la struttura. Il cartellone comprende spettacoli, concerti, incontri e i 97 posti disponibili “sono sempre esauriti”, riferisce Mauri, aggiungendo che dall’inizio della gestione ci sono state anche 200 visite guidate.

NIENTE AMPLIFICAZIONE: LE STATUE POTREBBERO CREPARSI

I gestori dunque proseguono nella valorizzazione della struttura ma “con rispetto e riguardo”, precisa Mauri: si cerca una frequentazione “non di massa, sfruttando il passaparola per non avere un numero eccessivo di persone che vogliono fare eventi e rappresentazioni nel teatro, per salvaguardarne la delicatezza”. Del resto, “un’amplificazione anche minima potrebbe essere nociva per le cariatidi- spiega Mauri- che sono in gesso e vuote, quindi potrebbero creparsi”. Sul palco, invece, possono salire solo cinque persone, mentre le balconate non sono accessibili perché i parapetti sono troppo bassi per essere a norma.


LE TAPPE DELLA RISTRUTTURAZIONE

Nel frattempo, alcuni interventi sono stati già realizzati e altri sono in programma: “Pare che con la Soprintendenza si siano sbloccate diverse cose- riferisce Mauri- perché il progetto di restauro è stato accettato e il Comune e la Regione ci hanno dato carta bianca. Ora vorremmo almeno riuscire a restaurare le parti che anni fa furono danneggiate dalla rottura di alcuni tubi”; dopodiché servirà “un progetto più lungo per restaurare anche la tela” che decora le balconate “e concludere con le quinte e il fondale originale”. Di certo, essendo tutto di proprietà regionale, il Comune esclude investimenti strutturali di ampia portata: insomma “non si può immaginare un’operazione come quella di Villa Aldini”, afferma Boldrini, auspicando però che in futuro si possa aprire “un ragionamento complessivo” con viale Aldo Moro.

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