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Report della commissione Affari Interni del 15 novembre

Di seguito un estratto degli interventi odierni

Pubblicato:15-11-2023 10:03
Ultimo aggiornamento:20-11-2023 10:04

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SAN MARINO – La scuola sammarinese e il suo futuro è stata al centro dei lavori della Commissione consiliare riunita oggi a Palazzo Pubblico. Già in Comma comunicazioni, il Segretario di Stato per l’Istruzione, Andrea Belluzzi, sollecitato dagli interventi dei commissari ha riferito sui recenti incontri avuti con il ministro italiano dell’Universita e la ricerca, Anna Maria Bernini, e con Giuseppe Valditara, ministro italiano per l’Istruzione. Altre risposte le ha date sul negoziato in corso con i sindacati rispetto al rinnovo dei contratti del settore pubblico e, in particolare, rispetto alcuni dubbi riferiti dai commissari in tema di valutazione dei docenti e al precariato nella scuola. Non sono mancati in comma Comunicazioni delle critiche per i tempi dilatati dall’ultima convocazione della commissione, avvenuta 9 mesi fa.

Dopo alcuni aggiornamenti su istanze d’Arengo approvate, il Segretario di Stato Belluzzi apre il primo dei dibattiti previsti dall’ordine del giorno sul mondo scolastico, relativo alla relazione elaborata dal Gruppo di Lavoro sull’organizzazione della scuola primaria, di cui si è già avuta la presa d’atto nei mesi scorsi, ma a cui sono stati inseriti degli aggiornamenti . Il dibattito si conclude con l’impegno da parte dei gruppi di redigere una relazione che riassuma le indicazioni della Commissione sulla visione futura della scuola primaria, in vista di sottoporla all’attenzione del Consiglio Grande e Generale.

Quindi si avvia il secondo dibattito, relativo all’introduzione della settimana scolastica ‘corta’- di 5 giorni- nella Scuola Media, con il riferimento del Sds Belluzzi e successivo dibattito, in cui non mancano anche dubbi a livello trasversale sull’opportunità di questa nuovo modello organizzativo.
La seduta si protrae oltre l’orario delle 19,30 per consentire la presentazione, da parte del Sds Belluzzi, del Pdl all’ultimo comma, il “Testo unico in materia di associazionismo e volontariato”, con cui si concludono i lavori. Il dibattito e l’esame del provvedimento si terrà in una prossima seduta della Commissione. Con la seduta pomeridiana si concludono quindi i lavori della Commissione che non si riunirà in notturna.


Di seguito un estratto degli interventi della seduta pomeridiana: comunicazioni, riferimenti su istanze d’Arengo, Comma 5 e avvio del dibattito al Comma 6.

Comma 1. Comunicazioni

Pasquale Valentini, Pdcs: Anticipo che probabilmente ci sarà una convocazione a breve, mercoledì prossimo, richiesto per un provvedimento della Segreteria Giustizia, è cosa su cui c’è una certa urgenza. Mentre relativamente all’Odg di oggi, per il comma 6, ovvero il Pdl sull’associazionismo, è previsto solo il dibattito generale.
Maria Katia Savoretti, Rf
Inizio con una critica legata al fatto che la Commissione non è stata più convocata dal 20-21 marzo scorsi, sono passati nove mesi e di argomenti aperti ce ne sono tanti e devono essere affrontati qua dentro. Noi commissari non dobbiamo venirne a conoscenza dalla stampa- e, tra l’altro, non si convoca una commissione neanche dopo la conferenza stampa- segnalo come una sorta di rimprovero questi temi perché non siamo qua a scaldare la sedia, vogliamo dare un contributo in quest’Aula. Sono tanti gli argomenti aperti di cui non abbiamo notizie, nel comma sulla durata della settimana scolastica di 5 giorni ne parleremo al comma dedicato, poi ce ne sono altri e il Segretario ci renderà note le posizioni della Segreteria. Per esempio, sappiamo che sta girando una bozza di allegato sugli insegnanti della scuola per l’infanzia e delle elementari che va a penalizzare i non-stabilizzati. Tutti sono a conoscenza di queste bozze e noi lo veniamo a sapere dall’esterno . Quindi sulle immatricolazioni auto: abbiamo visto dai giornali cosa sta succedendo e come cittadina sono preoccupata, mi pare si stiano facendo passi indietro dopo quanto fatto in tema di trasparenza. Invito il Segretario ad essere più presente, la Commissione 1 riguarda tanti ambiti e deve avere la stessa considerazione delle altre. E 9 mesi a distanza dalla precedente convocazione è davvero troppo.
Marica Montemaggi, Libera
E’ difficile fare il punto degli argomenti in giacenza, visto che sono passati diversi mesi dall’ultima convocazione. In questi giorni, si sono intensificate le richieste sul rinnovo contrattuale che governo sta discutendo con i sindacati e che non riguarda solo gli insegnanti, ma tutto il mondo del precariato, è un argomento che riguarda anche i Segretari Berti e Mularoni. E’ opportuno chiedere informazioni, quello che ci perviene è una grande ansia riguardo ad aspetti nebulosi sul tema della ‘valutazione’, ovvero il superamento del concorso. Questa ‘valutazione’ non è ben inquadrata. Il Segretario che è qui ci può informare anche rispetto le tempistiche di questo accordo che ci viene detto sia imminente.
Ho poi visto qualche dichiarazione da parte del Segretario Berti, sia da parte di qualche capogruppo, sul tema della riforma istituzionale. E’ un tema che va approcciato con grande senso dello Stato. Avevano all’Odg del precedente Consiglio un dibattito che non c’è stato per motivi di tempo, un dibattito cui deve seguire un lavoro che questa Commissione deve prendere in mano, anche in maniera trasversale, e che non deve trasformarsi in una materia elettorale.
Daniela Giannoni, Rete
Mi sarebbe piaciuto inserire nel dibattito sull’organizzazione scuole anche l’aspetto sugli insegnanti, il sindacato si è già espresso contrario alla bozza presentata più o meno ufficialmente. Oggi nel dibattito sulla riorganizzazione della scuola avrei chiesto se di riesce a includere in questa il profilo del contratto degli insegnanti, al di là della riduzione dell’orario infatti c’è anche il diritto del lavoratore e vorremmo capire se è rispettato. Non so se sia possibile oggi, ma credo che poterne parlare in questa Commissione sia adeguato. Se parliamo di organizzazione della scuola non possiamo infatti non parlare di dritti e doveri degli insegnanti. Il presidente ha anticipato che a breve ci sarà un’altra commissione e sarebbe interessante approfondire la riorganizzazione, ma anche il ruolo degli insegnanti e cosa saranno chiamati a fare nella scuola futura.
Giuseppe Maria Morganti, Libera
Al Segretario chiederei come è andato l’incontro a Roma, di cui abbiamo appreso dalla stampa, con il Ministro all’istruzione, direi i temi in ballo sono diversi, immagino che si sia parlato anche di Università perché dalle foto si vede anche il Rettore. In Commissione mista Ue ci è stato detto che, una volta siglato l’accordo, non ci saranno difficoltà nel riconoscere i nostri titoli, vorremmo capire se ci sono passi in avanti su questo fronte. Ma, ancora più importante, vorremmo sapere quali prospettive ci sono per la nostra università, se sono state valutate proposte per l’apertura del corso di Laurea in Medicina e quale è stata la risposta italiana. Il tema sulla valutazione e sui precari nella scuola è un tema delicato, ci devono essere garanzie di imparzialità assoluta e nel documento visionato dal sindacato questo non emerge.
Carlotta Andruccioli, Dml
Di carne al fuoco ce n’è tanta, tutti i dibattiti che ci saranno oggi sono importanti per tracciare una base di riforma della scuola sammarinese. Il tema su insegnanti e precariato è centrale, un premessa doverosa: il rinnovo del contratto è atteso da tempo ed è una risposta necessaria da parte del governo. Il fermento che c’è nel mondo della scuola è sotto gli occhi di tutti, soprattutto tra insegnanti giovani e tra chi è precario. Mondo scuola e Iss devono essere considerati ‘a parte’ rispetto agli uffici della Pa, rispetto al reclutamento in particolare ci deve essere un percorso diverso. Il valore prioriario nella Pa deve essere quello della meritocrazia e la valutazione in sé non è qualcosa di negativo, ci sono criteri che nella scuola non possono essere applicati, ci deve essere un’attenzione maggiore. Anche io non so a che punto si è nelle trattative. Sull’incontro a Roma: anche io vorrei capire se si è parlato di prospettive della nostra università.
Pasquale Valentini, Pdcs, presidente: Sul tema delle commissioni e della convocazione, io credo sia un tema molto importate e da collocare nel discorso di un confronto sulla riforma istituzionale. Le commissioni sono articolazioni del Consiglio, quali sono le loro funzioni e come vanno convocate è questione che ha la stessa dignità delle sedute consiliari e l’idea che esse siano strumentali al Congresso non funziona, è viceversa. Il Congresso deve capire che per presentare un argomento si usano commissioni e le periodicità vanno definite, ogni commissione va convocata una volta al mese. Nel discorso sulle funzioni va chiarito: noi stiamo attribuendo alle commissioni competenze che sono amministrative. Dobbiamo ripensare queste cose. Se non ci fidiamo degli uffici è problema più grave. Farò presente alla Reggenza queste osservazioni perché non si snaturi la funzione delle Commissioni. Dipende anche dalla politica la capacità di prendere con un altro atteggiamento i lavori parlamentari che hanno bisogno di organizzazione, materiali, etc. Ora la parola al Segretario che avrà modo di rispondere alle domande poste.
Andrea Belluzzi, Sds per l’Istruzione e la Cultura
Sull’incontro avuto al Mur con il ministro Bernini, un primo incontro di natura politica, sono stato accompagnato dalla collega Sds Mularoni, dalla Prof.ssa Gobbi e dal Rettore Petrocelli. la sintesi dell’incontro è la volontà espressa, da entrambe le parti, di istituire il tavolo tecnico permanente che attui il dialogo acceso con il Ministero dell’Istruzione dalla precedente legislatura e sarà il tavolo in cui ci confronteremo a livello tecnico per quel che riguarda il riconoscimento dei titoli. Morganti ha fatto cenno alla Facoltà di medicina, io non ne voglio neanche parlare, non voglio mischiare un dipartimento che potrebbe nascere con un tema più importante, quello di proseguire il discorso dell’accreditamento di Alta formazione nello Stato italiano. Noi stiamo lavorando per costruire un sistema di riconoscimento di quello che facciamo a San Marino attraverso il tavolo tecnico. Il tema della Facoltà di medicina è come voler parlare di una tappa del giro di Italia quando ancora siamo ‘juniores’ con tappe da 50 km. Facciamo crescere la nostra università gradualmente, mantenendo le nostre ambizioni, ma facendo un passo dietro l’altro. Quello che fa fede è per me il piano triennale. Quando parleremo di nuovo piano triennale capiremo dove l’università vuole andare e quale sarà il contributo che la politica non ha mai fatto mancare all’università nel poter darvi sviluppo.
Quindi nel corso del lavoro dell’Assemblea generale Unesco a Parigi ho avuto un incontro con il ministro della Pubblica istruzione Valditara. Il ministro è stato molto disponibile anche sul discorso degli studenti-atleti e ha vagliato la possibilità- e ne parleremo anche al tavolo tecnico con il ministero- della realizzazione di Its in collaborazione con l’Italia, una sorta istituto transnazionale. Questa è la manifestazione delle intenzioni politiche e quindi un segnale di voglia di lavorare insieme, un bellissimo segnale. Raccoglieremo maggiori elementi e avremo modo di riferire su questo argomento.

Il tema del negoziato in corso con le organizzazioni sindacali è ampio, c’è un gruppo di lavoro di alcuni segretari di Stato che si sta confrontando sul rinnovo del contratto, ci sono anche allegati sul mondo dell’istruzione. Ho sempre sottolineato l’importanza di un sistema di valutazione più intenso, la scuola fa parte del welfare, come desideriamo ci sia un sistema di valutazioni più stringente nella nostra sanità per il personale nelle cui mani mettiamo la nostra salute, sicuramente desideriamo per i nostri figli e nipoti che ci sia un sistema di valutazione per cui la scuola volga verso l’alto. Con il sindacato ci sono ottime relazioni e si è sempre trovato sulla scuola il punto di convergenza. Non so a quale documento facciate riferimento, posso solo dire che con il sindacato il dialogo è in corso e va avanti su obiettivi condivisi. Se ci sono richieste da parte del sindacato le tratteremo, il confronto va avanti, il testo attuale non è il documento finale.

Comma 2. Riferimento sui provvedimenti adottati a seguito dell’approvazione dell’istanza d’Arengo presentata da cittadini sammarinesi per l’organizzazione di un nuovo corso di formazione e della successiva sessione di esame per l’abilitazione all’esercizio delle professioni turistiche, prevedendo altresì che i suddetti corsi ed esami siano pianificati almeno ogni due anni (Istanza n.24 del 4 ottobre 2020).
Sds Belluzzi: Siamo pronti ad attivare quanto richiesto dall’istanza, ma pongo una considerazione, il numero delle guide oggi è elevato, lo potete verificare sul sito “visitsanmarino” e non tutte possono operare, non è una situazione semplice. Posso valutare di fare il corso ma a numero chiuso, L’altra volta il corso ha avuto 90 iscritti e oggi lavorano in 7. Questi i dati. Eviterei di creare un danno a un settore di operatori economici.
Daniela Giannoni, Rete: E’ vero che in molti hanno completato il corso per guida turistica, ma poi ciò non significa che sia stato scelto come lavoro e che si sia aperto un codice operatore. Non essendo un corso che c’è sempre, chi decide di farlo magari lo fa come possibilità futura. Mettere il numero chiuso per qualcosa che si fa ogni ‘x anni’ non mi sembra giusto, non è che poi tutti faranno la guida. E infatti sono solo 7.
Sandra Giardi, Gruppo misto: Sulla questione del numero chiuso non sono d’accordo, il corso dà un’abilitazione e lo faccio perché magari in futuro potrei voler cambiare mestiere…e come in altri tipi di professione, quella della guida turistica ha costantemente bisogno di essere aggiornata. O ancora, qualcuno può fare il corso per cultura personale propria. Se è in visione di fare questi corsi in maniera programmata allora si può fare numero chiuso, diversamente no, studiamo una maniera più consona.
Sds Belluzzi: Teniamo in considerazione quanto detto, comunque daremo esecuzione all’istanza.

Comma 3. Riferimento sui provvedimenti adottati a seguito dell’approvazione dell’istanza d’Arengo presentata da cittadini sammarinesi per la concessione al personale docente di un’idonea attestazione, riconosciuta a livello europeo, che gli permetta di entrare gratuitamente negli istituti culturali e nei luoghi di cultura (Istanza n.16 del 3 ottobre 2021)
Sds Belluzzi: Ho lavorato su due direzioni, con il Ministero della cultura, insieme alla Direzione Istituti culturali, stiamo lavorando ad un accordo di collaborazione- che è vicino a parafatura- in cui è inserita la clausola che riconosca per studenti e insegnanti sammarinesi, in regime di reciprocità, che siano riconosciuti gli stessi diritti riconosciuti a studenti e docenti italiani negli istituti culturali. Con alcune Regioni ho poi portato avanti- in primis la Campania- la possibilità di aver accesso gratuito reciproco ai luoghi della cultura per docenti e studenti, per promuovere scambi di uscite scolastiche. Entro brevissimo questi accordi andranno definiti sia a livello nazionale con il Ministero per la Cultura, sia a livello regionale, per i luoghi cultura che dipendono dalla Regione.

Comma 4. Riferimento del Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura, in seguito alla presa d’atto della relazione elaborata dal Gruppo di Lavoro, sull’organizzazione della scuola primaria e successivo dibattito.

Sds Belluzzi
Do per letta la relazione. Rf qualche giorno fa ha richiamato il tema del calo demografico, noi da inizio legislatura abbiamo denunciato questo problema come allarmante. Auspicavamo che la curva potesse risalire, ma quest’anno siamo intorno ad appena 180 nati. Auguriamoci qualche nato in più di qui alla fine dell’anno, ma il dato è allarmante e abbiamo avuto un picco negativo nel 2023. Questa fotografia si rifletterà già tra 3 anni nella Scuola per l’Infanzia e tra 6 anni alle Elementari. Non apriremo delle classe prime con questo numero di nascite. Pochi bambini vuole dire, con l’attuale modello di scuola di vicinato, classi piccole. Vuole dire poi che gran parte sono figli unici e non hanno modo di avere relazioni con altri bimbi al di là della scuola. Quest’anno scolastico, in alcune prime elementari, nel 99% dei casi abbiamo almeno un sostegno e anche due sostegni nella stessa classe. Abbiamo classi con la complessità di due sostegni e un numero di bambini inferiore a 10. Queste sono le difficoltà che stiamo affrontando. Da una parte il calo demografico, dall’altro stanno aumentando le criticità che i nostri figli e nipoti accusano. E c’è connessione tra questi due aspetti. Quindi c’è un terzo aspetto: abbiamo un patrimonio immobiliare scolastico di circa 30 immobili. Siamo consapevoli delle criticità di alcuni immobili, con forti piogge o nevicate sono tanti gli episodi di allagamento, ci sono scuole che hanno bisogno di numerosi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Il Sds Canti ci sta aiutando, è stato varato da poco un piano di interventi, ma il nostro patrimonio ha bisogno di ben più di alcuni cerotti. Il dibattito deve tenersi alla luce di queste 3 fotografie.

Se diciamo che siamo al tramonto di questa legislatura e che molte scelte hanno bisogno di un quadro ben definito, stiamo lavorando per preparare dei piani e spero che il dibattito dia un contributo per l’elaborazione tecnica con una visione della scuola dei prossimi 20 anni. Noi abbiamo circa 43 mln di euro destinati nel bilancio 2021 in favore della scuola. Ma nel momento in cui abbiamo capito il bisogno di interventi importanti delle strutture, solo per essere rimesse a nuovo, servono numerose risorse economiche. E mi chiedo- e ognuno pensi alle scuole che conosce- se quelle scuole sono lo stato dell’arte dell’edilizia scolastica, se sono il meglio che potremo offrire per i prossimi 30 anni ai bimbi che nasceranno.

Il tema per me è analizzare la situazione, il tema non è aprire e chiudere un plesso, ma mettere al centro uns grande riforma di quella che è la scuola primaria. Attivare una visione che riguardi didattica, organizzazione dei plessi e anche un piano di sviluppo e una visione del territorio. La visione della scuola di vicinato era figlia di una distribuzione della popolazione sul territorio che oggi è cambiata.

Questa fase di legislatura deve servire a completare il lavoro di visione, per avere condizioni di aprire la nuova legislatura con un intervento di azione di progettualità che va avanti per step, ma con un indirizzo e una visione. Negli ultimi anni si è continuato a rinviare un problema di cui c’erano già i segnali di criticità, che si sono acuite e ora occorre fare scelte importanti. Opportuno forse fare anche una delegazione della commissione per vedere la realtà e come si sviluppa l’edilizia scolastica nei territori vicini. Quindi il calo demografico: uno dei temi è anche andare incontro ai bisogni delle famiglie. Non è in discussione se chiudere o aprire scuole in un Castello, ma tra due anni certe prime elementari non si formeranno da sole, il tema è tracciare la prospettiva e liberare risorse dove è necessario costruire, rivedere la geografia dei nostri ragazzi sul territorio. Mio auspicio è che si discuta di queste cose, ma poi si adottino scelte, un programma, una visone che possa attivare un processo di rilancio di una scuola per i prossimi 20-25 anni.

Pasquale Valentini, Pdcs, Presidente
Guardavo le date delle riforme sulla scuola, una prima grande riforma negli anni ‘80 che ha introdotto il tempo pieno alle elementari, dopo è arrivata la sintesi nel ‘98 con tre leggi sulla scuola. Sono passati 25 anni ed è ovvio un ripensamento, sia delle strutture che dell’ organizzazione di quel servizio. Non significa che non ci siano stati interventi in questi 25 anni, però è evidente che serve definire lo stato dell’arte per rimodulare il servizio. Cerchiamo di essere propositivi nell’indicare una strada da percorrere.
Giuseppe Maria Morganti, Libera
La relazione è vecchiotta, c’è necessità di aggiornarla e di ripensare il modello formativo educativo, che per scuola dell’obbligo deve garantire una parità di accesso, mentre le soluzioni prospettate vogliono già fare distinzioni tra bambini. La proposta può essere di studiare un modello scolastico sammarinese che faccia diventare la scuola primaria un unico blocco diffuso sul territorio, però sarebbe una rivoluzione grossa. Ma mi pare possa essere un percorso su cui ci possiamo confrontare e ci aiuterebbe a risolvere la questione della scuola media inferiore, modello che non è più aggiornato ai tempi.
Daniela Giannoni, Rete
Concordo su questo documento, la relazione è dell’anno scorso, è datata e rimasta molto generalista, quando è stato presentata era una indicazione di percorso, mi aspettavo soluzioni più concrete. E lo scorso anno avevamo chiesto di concretizzare di più su trasporti, tempistiche di accorpamento, su cosa si sarebbe fatto delle strutture ‘liberate’… avevamo proposto di avere a nostra volta delle proposte sentendo anche le Giunte di Castello per dare nuova finalità a queste strutture.
Pasquale Valentini, Pdcs, Presidente
Preso atto del disguido, la relazione è stata aggiornata con nuove parti riferite a un censimento più dettagliato della situazione degli edifici e per far capire che la riorganizzazione degli edifici dipende non solo dalle loro condizioni, ma anche dei modelli che si vogliono attuare. Come vedete, l’aggiornamento fa riferimento al modello che vogliamo dare e alla configurazione del nostro territorio che riguarda la politica di tutti i servizi e non solo della scuola. Suggerisco poi di non entrare nello specifico su questioni che richiedono competenze specifiche, l’importante è capire quali sono i fattori che dobbiamo muovere per costruire risposte adeguate a una problematica che sta investendo non solo scuola.
Iro Belluzzi, Libera
Accolgo il suggerimento del presidente Valentini sul fatto di non entrare nell’ambito di didattica e percorsi formativi. Sarebbe stato interessante vedere quali proposte ci siano per il futuro, quali tipi di cittadini vogliamo forgiare. Ci sono elementi nella relazione che richiamano a un percorso formativo, tipo spazi laboratoriali di formazione tecnica e pratica che possano essere implementati, bisognerebbe capire se si vuole attuare questa scelta e come attuarla, anche a discapito di altri elementi della scuola attuale.
Sui problemi dell’infrastruttura, bisogna fare i conti con quello che è l’andamento demografico e la politica avrebbe dovuto avere già la capacità, in tempi non lontani, di fare delle scelte, uscendo da quello che era antropologicamente importante quale la divisione tra Castelli. Porto l’esempio di Faetano, quando si doveva realizzare nel 2001-2005 l’edificio scolastico, si spingeva già allora perché fosse collocato a Ca’ Montanaro. Sarebbe stato ideale per accogliere anche studenti di Borgo, Montegiardino, Valdragone e Ca’ Rigo, per creare tutta una serie di altri servizi- mensa, sport e tempo libero- per una popolazione scolastica più numerosa, in vista dell’ottimizzazione delle risorse.
Marica Montemaggi, Libera
Credo non sia solo la Segreteria per l’Istruzione a dover fare delle riflessioni, se no si arriva solo a fare i conti su necessità di accorpamento o sul perché le strutture sono inadeguate o sul calo demografico. Quelle che sono le sfide del futuro dovrebbero essere responsabilità di tutti. Quando si parla di visione che vogliamo per il futuro, rispetto al calo demografico, in commissione Esteri- per esempio- discutiamo sempre di residenze atipiche per pensionati, quando invece dovremo pensare ad altro tipo di residenze, a incentivi per attrarre giovani e nuclei familiari, ne trarremmo vantaggio in termini economici e in termini di rivitalizzazione dei Castelli e di interazione sociali. Invece la politica è più interessata ad altri soggetti per il discorso residenze. Poi il discorso demografico: con la riforma della famiglia che non c’è stata di fatto. Dovremo in conclusione capire come vogliamo il paese sia da un punto di vista territoriale sia sociale. Si chiede alla Segreteria per l’istruzione di dare una soluzione, quando invece è un tema da affrontare complessivamente.
Marica Andruccioli, Dml
Questo e il successivo sono dibattiti importanti, in questa parte di legislatura potremo continuare a gettare le basi della riforma, ma è un processo molto più lungo. Senza contare che i sammarinesi verso i cambiamenti sono titubanti, i tempi credo saranno lunghi, ma dovremmo metterci al tavolo e poi prendere decisioni, perché i ritardi non fanno bene. Il tema dei numeri degli alunni sammarinesi è l’aspetto che impatta più di tutti rispetto il futuro della scuola sammarinese, se non vogliamo classi con 6 bambini. La denatalità non riguarda la segreteria Istruzione, ma la visione che abbiamo, dalle residenze al supporto alle famiglie. Non è una questione economica, ma anche educativa: è stimolante per un bambino avere solo 5 compagni di classe? E’ un bene per le sue capacità di rapportarsi con altri? Forse è più importante avere una classe numerosa per poter socializzare, anche per i bambini con difficoltà. Queste sono le domande sulle base delle quali si devono prendere decisioni. L’accorpamento è sempre l’ultima scelta e può essere doloroso.. cercare di intercettare bambini del circondario ok, ma forse nel circondario ci sono gli stessi nostri problemi.…Questa Commissione ha ruolo chiave nel confronto, se viene fatto frequentemente, e può mettere insieme più attori: il gruppo che lavora alla riforma, chi conosce mondo scuola. Non penso a una commissione parallela, ma possiamo mettere al tavolo tutti i soggetti che hanno a che fare con la scuola e analizzare i modelli che funzionano di altri Paesi, in modo da avere una visione del modello che volgiamo per la scuola sammarinese, non dimenticando il bello delle nostre scuole che sono di alto livello, valorizzando quanto c’è.
Giovanni Maria Zonzini, Rete
Torniamo un po’ sui temi affrontati quando si discuteva del plesso di Città, e mano a mano che il calo demografico si conclama, è evidente che il problema si estende in altre aree del territorio. Niente di nuovo dunque, e mi ripeto, non dobbiamo concentrarci sulla quantità, ma sulla qualità delle scuole, non ‘se ogni Castello ha una scuola o se ci sia una scuola ogni tre Castelli’. Pensare in un Paese che si avvia ad integrarsi con la comunità dell’Ue di promuovere l’identità di castello mi sembra una romanticheria fuori tempo massimo, la scuola non deve formare i serravallesi, i faetanesi ..ma i sammarinesi. Impostare dibattiti in questo modo è futile. Vogliamo avere una prima con 2 bambini ? Il fatto che i bambini siano sempre meno implica che siano sempre più preziosi e che è sempre più importante dare loro capacità culturali e conoscenze adeguate ad affrontare le sfide che l’avvenire ci riserva, quindi forse è necessario spendere di più per ogni bambino.
Sandra Giardi, Gruppo Misto
Per l’accorpamento in realtà sono d’accordo, per evitare situazioni che si stanno ripetendo, il problema della decrescita c’è dal 2010 e ad ogni Legislatura si rinvia il discorso. Poi c’è un problema legato alla scuole, Serravalle ha 4 scuole con strutture non adeguate. Le limitazioni geografiche non sono un problema così rilevante. sulla riorganizzazione sono d’accordo che va fatta una scelta, legare a livello sentimentale una scuola al suo Castello non è la questione, ma piuttosto l centro deve esserci la qualità didattica che vogliamo avere. Anche sulla scelta degli insegnanti si dovrebbe rivedere il metodo di selezione. La questione è politica e di Paese. I plessi si possono accorpare non chiudere, così magari i laboratori o la palestra che esistono in una struttura possono essere usati da alunni di un’altra struttura.
Pasquale Valentini, Pdcs, presidente
Abbiamo mescolato due tipi di problemi: primo, la qualità dell’attività scolastica, che è un tema che coinvolgere ragazzi, insegnanti e famiglie, in un conteso sociale, e questa è non solo attiva e non si può sospendere. Altro filone, che si deve risolvere a monte: noi abbiamo un paese impostato sulla vita di 9 Castelli, al punto che siamo arrivati a volere in quei Castelli persino l’area produttiva ‘vicino casa’. Se si vuole mantenere quel modello, bisogna che ogni Castello abbia tutti i servizi, inclusa la scuola. La decisione è questa da prendere a monte perché non é solo la scuola, ma la farmacia, le poste, gli esercizi commerciali…

Cosa fare adesso? Sto pensando se è caso di sviluppare un pronunciamento della Commissione che possiamo preparare e poi discutere e approvare in altra seduta. E che dovrebbe contenere un tema sull’oggi, sui problemi dei plessi, ci vuole un impegno nel prossimo bilancio o dell’azienda di fare in modo che i plessi attivi siano tutti in sicurezza. La seconda è in prospettiva, una serie di raccomandazioni sulla presa in carico della situazione e lo possiamo fare in senso generale, a mio avviso è una scelta che riguarda il piano regolatore e su come concepire il nostro territorio, se ha senso garantire la permanenza dei Castelli come comunità o meno e mantenere la scuola. Questo non sarà né il primo né l’ultimo dibattito, è possibile che resti puro dibattito o si può tradurre in una raccomandazione, indicando anche il metodo in cui intendiamo che la decisione sia presa
Riccardo Stefanelli, Pdcs
Sono state dette tante cose, tutte interessanti, ma il rischio è che oggi chiudiamo il dibatrito e finisce qui. E nella prossima legislatura si apre di nuovo il tema da capo. Perché si lasci qualcosa, poichè è un tema non circoscritto in ambito scolastico, ma riguarda scelte di fondo come territorio, i problemi della famiglia etc, forse dovremo darci uno strumento in cui poter creare un confronto che mi sembra manchi nel Paese. Forse nella scuola se ne parla. Non so se può essere una sciocchezza, ma se si facesse un incontro sulla base di questo dibattito e di quello dopo , si può pensare a una Commissione formata da un membro di ogni gruppo che può elaborare anche questo documento che resti come indicazione di un lavoro da svolgere concretamente quando sarà possibile farlo e possa essere da stimolo per tutto il Consiglio e per tutte le Segreterie di Stato.
Sds Belluzzi
Non si può non prendere atto delle criticità che ci sono. Ringrazio per la proposta di una relazione della Commissione, è un punto politico importante che rimane come segno e può tenere conto delle due relazioni tecniche, in cui ci sono indicazioni numeriche su classi, sezioni e altre numerose considerazioni che riguardano la qualità scolastica e da cui penso si possa attingere. Sarebbe un atto di sistema che è mancato. Il Prg di Boeri era ‘zero’ sulla prospettiva e visione della scuola, di cui invece abbiamo bisogno. La didattica è importantissima e ha avuto una riforma curriculi importante, ed è una riforma in costante divenire. Accolgo con apprezzamento un’ipotesi come quella rappresentata dal presidente e mi metto a disposizione per un possibile contributo o confronto con i relatori che può essere oggetto di un Consiglio che può partire dalla sintesi condivisa della Commissione.

Comma 5. Riferimento del Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura sulle prospettive di riorganizzazione dell’orario scolastico nella scuola media e successivo dibattito. (di seguito l’avvio del dibattito)
Sds Belluzzi
Abbiamo aperto un confronto sia sulla scuola media sia sulla secondaria sull’orario scolastico. Nella scuola secondaria abbiamo messo a fuoco la ripartizione delle materie di insegnamento, mettendo in discussione il modello in relazione all’introduzione di nuove iniziative. Due anni fa è stato introdotto l’insegnamento della lingua spagnola nel liceo linguistico in via sperimentale e dopo 2 anni di esperienze si doveva fare il punto della situazione, per vedere se l’organizzazione era ottimale. Stessa riflessione sull’insegnamento di altre materie per il liceo scientifico, come su informatica. Partendo da una istanza d’arengo e dalle riflessioni fatte in ambito del corpo docente, so è valutato il fatto che in questi anni si deve comunque fare un grande investimento di formazione e aggiornamento per tutto il corpo docente, per applicare pienamente la riforma dei curriculi scolastici. Questi temi, a prescindere dall’orario scolastico, sono necessarie e non più rinviabili. Alla luce di questo, può essere opportuno valutare anche la possibilità di impiantare un nuovo modello – che si sta già svolgendo nel nostro circondario- della scuola su 5 giorni. Avete avuto una relazione e non è una situazione congelata. Dalla relazione avete visto la complessità di 4 differenti modelli e di ciascuno avete potuto comprendere criticità ed elementi a favore. Tenete conto che la scuola di 6 giorni ha due giorni in cui sono fatte 6 ore. E già oggi chi vuole la certificazione in lingua inglese ha un rientro pomeridiano. Già oggi la permanenza a scuola è prolungata 3 giorni su 6 rispetto le normali 5 ore. E in questo anche il trasporto non è garantito per chi fa inglese con rientro. E’ un tema di prospettiva e di riforma, abbiamo anche utilizzato lo strumento del registro elettronico, ma non siamo partiti da quello, dal sondaggio fatto ai genitori, che è partito dopo due anni di lavoro. Si è investito su corpo docente per fare questo passaggio. Al sondaggio ha risposto più del 98 % degli interpellati , su quelli, l’89%- oltre il 75% , si è espresso favorevolmente alla settimana di 5 giorni il restante ha chiesto approfondimenti, ovvero hanno chiesto se avranno dei compiti da fare e se potranno fare attività extra scolastiche. Non un rifiuto quidi, ma un voler saperne di più. E’ un dato non decisivo, ma di cui tenere conto

Chi arriverà nella prossima legislatura si troverà un progetto di altri, mia intenzione è di rivolgermi alla politica ed ascoltare tutte le riflessioni perché non si vada a ‘fare lo sgambetto’ a chi verrà “dopo di me”.

Pasquale Valentini , Pdcs, Presidente
La domanda che mi rimane è perché bisogna farla questa cosa? Perché lo chiedono i genitori? Bene, può essere una esigenza dei genitori, ci vuole una risposta che tenga conto di questa esigenza, rendendoli consapevoli delle conseguenze di questa scelta. A mio avviso, il genitore dovrebbe preoccuparsi se il proprio figlio sarà preparato allo stesso modo che se si mantenesse la settimana a 6 giorni, e non se può fare attività sportiva o se ha il carico di compiti a casa…

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