NEWS:

VIDEO | Il granaio della Ue? “Adesso è la Francia, l’Ucraina non preoccupa”

Oggi a Bologna è stato inaugurato 217esimo anno accademico dell'Accademia nazionale di agricoltura: nell'occasione è stato fatto il punto sul tema di approvvigionamento alimentare e guerra

Pubblicato:15-04-2024 18:30
Ultimo aggiornamento:15-04-2024 18:44

grano
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – L’Ucraina è il granaio d’Europa e quindi non si possono escludere altri rischi di approvvigionamento alimentare se la guerra continua? “Questa affermazione non è vera, forse lo era nel passato. Oggi il granaio d’Europa è l’Unione europea stessa, in particolare la Francia. Non ci sono preoccupazioni per l’approvvigionamento alimentare”, anche se restano “due problemi rilevanti: la volatilità dei prezzi e la perdita di potere negoziale dell’agricoltura lungo la catena del valore”. È un passaggio della lezione del prof Angelo Frascarelli, della facoltà di Agraria dell’Università di Perugia, nella sua prolusione “Politiche europee, approvvigionamenti agricoli e prezzi di mercato”, che ha inaugurato oggi a Bologna il 217esimo anno accademico dell’Accademia nazionale di agricoltura. La politica dei mercati è ancora attuale, ha continuato nella sala Stabat Mater Frascarelli, ma “con obiettivi e strumenti totalmente diversi rispetto al passato”. Per questo oggi, ha aggiunto Frascarelli nella sua prolusione, occorre “favorire la resilienza delle imprese agricole, con strumenti di gestione del rischio, diversificazione e adattamento ai rischi climatici”, così come “attrarre valore lungo la filiera differenziando i prodotti, con l’economia contrattuale e l’associazionismo”.

La giornata di oggi a Bologna è stata aperta dalla relazione di Giorgio Cantelli Forti, presidente dell’Accademia Nazionale di Agricoltura, dal titolo “L’eccellenza dell’agricoltura italiana è ancora un valore?”, e al termine della prolusione la scena è stata per Francesco Paolo Figliuolo, commissario post-alluvione in Emilia-Romagna e nelle altre regioni colpite l’anno scorso: è stato insignito del titolo di Accademico onorario prima di aggiornare il quadro sulle misure della ricostruzione, che include un nuovo accordo con la stessa Accademia.

“Il bilancio dell’Accademia- ha aggiunto nel frattempo Cantelli Forti- è molto positivo per i progetti svolti a tutela dell’ambiente e del territorio, con attività sempre più legate all’ammodernamento dell’attività agricola, la salvaguardia del suolo, la sicurezza alimentare e la tutela del consumatore”. L’accordo firmato oggi con la struttura commissariale “consentirà ai nostri accademici, che ricoprono tanti ruoli nelle discipline agrarie, di collaborare con la struttura commissariale in qualità di esperti; abbiamo avuto la possibilità di entrare nei gruppi di lavoro e- assicura il presidente- daremo il nostro contributo per il territorio”.


Dopo gli interventi e la firma della collaborazione, sono stati consegnati i premi che l’Accademia organizza annualmente per la promozione di studi innovativi in campo agronomico, di giovani studiosi e ricercatori. La quinta edizione del “Premio Filippo Re”, organizzata in collaborazione con Image Line, è stata assegnata in particolare a Leonardo Caproni, della Sant’Anna Scuola Superiore di Pisa, che con lo studio “The genomic and bioclimatic characterization of Ethiopian barley (Hordeum vulgare L.) unveils challenges and opportunities to adapt to a changing climate” ha analizzato l’impatto della crisi climatica sulla tenuta degli agroecosistemi e sulla sicurezza alimentare, in particolare, nei paesi del sud del mondo. La menzione speciale “CAP4AgroInnovation”, inserita quest’anno nella quinta edizione del “Premio Filippo Re” per lo studio che meglio ha trattato i temi della nuova Pac, è andata invece a Beatrice Giannetta, dell’Università di Foggia, che ha presentato lo studio “The effects of biochar on soil organic matter pools are not influenced by climate change”: nasce dall’esigenza di valutare la vulnerabilità degli stock di carbonio in suoli agrari rispetto a scenari climatici futuri.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it