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REGGIO CALABRIA – Un ex soprintendente della polizia, in servizio sino al mese di agosto nel posto di polizia di frontiera marittima all’interno del porto di Gioia Tauro, è stato tratto in arresto dai carabinieri su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Su di lui pesa l’accusa di aver informato un gruppo criminale circa una imminente operazione, denominata Ares e avvenuta nel mese di luglio del 2018, contro le cosche operanti nella Piana di Gioia Tauro, favorendo la fuga di sette soggetti poi resisi latitanti. Nel corso delle successive indagini si è accertato che la notte dell’esecuzione dell’operazione Ares, un giovane boss della cosca Grasso ed i suoi più stretti collaboratori erano stati avvertiti tramite una comunicazione telefonica inviata da un appartenente alle Forze dell’ordine, sull’apporto del quale i componenti della cosca avevano potuto contare sino a quel momento.
L’attività investigativa dei carabinieri ha fornito risvolti di rilievo anche in relazione alla partecipazione dell’ex poliziotto a due associazioni dedite al narcotraffico internazionale. L’ex sovrintendente della polizia di Stato ha rappresentato, secondo gli inquirenti, un supporto indispensabile per l’ingresso nel porto di Gioia Tauro di ingenti quantitativi di cocaina, provenienti dal Sudamerica e commissionati dai sodalizi. L’ex funzionario di polizia deve rispondere dei reati di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, corruzione propria e partecipazione ad associazioni dedite al narcotraffico internazionale.
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