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Meloni accusa il governo Draghi: “Favorite la strategia della tensione”

L'editoriale di Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:13-10-2021 18:02
Ultimo aggiornamento:13-10-2021 18:03

giorgia meloni
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ROMA – Una specie di tenaglia che si stringe attorno al collo della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. A stringere, da una parte il leghista Matteo Salvini, dall’altra Giorgia Meloni, leader di Fdi. Oggi la ministra Lamorgese è intervenuta alla Camera per rispondere proprio a Meloni sugli scontri e l’assalto alla sede Cgil messi in atto da gruppi neofascisti sabato scorso a Roma. Lamorgese ha difeso l’operato delle forze dell’ordine, che hanno registrato 38 feriti, ha spiegato il perché del loro comportamento teso a sminuire e a non far degenerare la già critica situazione.

Ha dell’incredibile la replica di Giorgia Meloni, che ha accusato la ministra e il Governo di ordire complotti contro Fratelli d’Italia: “La sua è una risposta offensiva per le forze dell’ordine: le immagini di 7 persone delle forze dell’ordine lasciate a prendere la botte fuori dalla Cgil sono indegne. Una risposta offensiva per i manifestanti pacifici e per il Parlamento, che non è fatto di imbecilli” ha esordito Meloni, passando poi all’accusa: “Lei sapeva e non ha fatto nulla e se fino a ieri potevamo pensare a una sua sostanziale incapacità, oggi sappiamo che quello che è accaduto sabato è stato volutamente permesso. È stato un calcolo, siamo tornati agli anni più bui, alla strategia della tensione. Non ci fate lezioni – conclude Meloni – perché la cosa che più sinistramente somiglia a un regime siete voi”.


Gli ha dato man forte il leader della Lega, che oggi ha incontrato anche il premier Mario Draghi: “Sono preoccupato, ho chiesto un incontro a Draghi, così il Paese non va avanti. Per me prevenire è meglio che curare: puoi anche avere un genio ma se la macchina è fuori controllo… Chiederò al presidente Draghi di guidare un percorso di pacificazione nazionale” ha detto Salvini prima di andare a Palazzo Chigi. Curioso, mentre lui parla di pacificazione nazionale, Meloni ha accusato il Governo di puntare alla strategia della tensione. “Io sono molto preoccupato che qualcuno porti in Italia un’idea di passato, di alcuni ministri non ho né stima di fiducia, ne parlerò con l’amministratore delegato” ha detto ancora il capo del Carroccio, che poi ha attaccato direttamente “chi gestisce l’ordine pubblico. Tra 15 giorni c’è il G20, ci sono cinque scemi disadattati che hanno assaltato la sede di un sindacato, da venerdì il green pass obbligatorio… Alitalia, Ilva, la riforma del catasto, i porti a rischio blocco e qui stiamo a parlare di fascismo? Dopo quindici giorni, grazie a giornalisti arrivati a un infimo livello di guardonaggio in camera da letto…”. Per dire la pacificazione.


Curiosi i due comunicati diffusi dopo l’incontro con il premier: “Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato a Palazzo Chigi il segretario della Lega, Matteo Salvini, per discutere dei provvedimenti economici di prossima emanazione, con particolare riferimento alla Legge di Bilancio e al fisco” recita la nota di Palazzo Chigi. Per l’ufficio stampa della Lega, invece, nell’ora di colloquio tra il presidente del Consiglio Mario Draghi e il leader della Lega Matteo Salvini si è parlato “di attualità e dei prossimi provvedimenti economici. Tra le altre cose, Draghi e Salvini hanno confermato l’intenzione di non aumentare le tasse. Il leader della Lega ha sottolineato l’esigenza di ritrovare al più presto un clima di unità e concordia nel Paese, a partire dalle forze politiche”. Vien da sé che per pacificare bisogna, come ha sempre detto, far dimettere la ministra Lamorgese.

Per quanto riguarda l’intervento di Giorgia Meloni alla Camera, tra i Dem si è alzata la voce dell’europarlamentare Pina Picierno: “Vergognose, gravissime e inaccettabili le parole rivolte alla Camera da Giorgia Meloni alla Ministra Luciana Lamorgese. Una mancanza di rispetto enorme, con accuse pesantissime, senza alcun fondamento né riscontro. La leader di Fratelli d’Italia ha oltrepassato il limite, evocando trame ordite ai suoi danni e disegnando complotti in sinergia tra le istituzioni e Forza Nuova e tirando in ballo una fantomatica strategia della tensione”. Per la dirigente del Pd “le parole della Meloni segnano un punto di non ritorno, in quanto sceglie di incendiare il clima e di alimentare veleni e aggressività contro le istituzioni in una fase delicatissima per il Paese, preferendo polarizzare in modo radicale lo scontro invece che rimanere in una dialettica politica che consenta di trovare soluzioni reali”.

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