NEWS:

Comunali Roma, Bernaudo al centrodestra: “Insieme per un programma rivoluzionario”

L'intervista al presidente di Liberisti italiani e candidato a sindaco di Roma

Pubblicato:11-05-2021 15:57
Ultimo aggiornamento:11-05-2021 16:01

bernaudo
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Mi appello al centrodestra, perché noi ovviamente guardiamo in quella direzione essendo dei liberisti, per dire: volete fare qualcosa di nuovo, volete cambiare, volete dare un segnale di cambiamento a questa città o anche voi volete tirare fuori la persona di questa o quella corrente appartenente a questo o a quel partito che possa essere in grado di mantenere i vecchi equilibri e le vecchie incrostazioni di questa città?”. A parlare è Andrea Bernaudo, presidente di Liberisti italiani e candidato a sindaco di Roma, in una intervista alla Dire.

“Questa è la domanda forte che noi facciamo oggi al centrodestra- ha spiegato- a cui guardiamo con una certa attenzione perché è chiaro che a Roma non si può vincere da soli ma si deve vincere con una squadra. Questa squadra, però, non deve andare a cercare il candidato ‘fenomeno’, ma dovrebbe cercare un programma rivoluzionario perché a Roma non servono i palliativi, Roma ha bisogno di una cura shock“.

“Il centrosinistra sembra avere scelto- ha poi concluso Bernaudo- ma per noi non c’è differenza tra Gualtieri e Zingaretti se non una differenza in termini di popolarità da parte del secondo. Ma fanno parte dello stesso partito, non credo che Zingaretti abbia delle proposte rivoluzionarie rispetto a quelle che può portare avanti Gualtieri. Sono la stessa cosa, era soltanto un problema di lotta di potere interna al Partito Democratico”.


BERNAUDO: “IL CANDIDATO ‘FENOMENO’ NON ESISTE

“La campagna elettorale è tutta incentrata sui nomi, sui ‘fenomeni’ che i vari partiti dovrebbero tirare fuori. Il candidato ‘fenomeno’ a Roma non esiste, e quando alcuni candidati chiedono carta bianca non si capisce per fare che cosa. Quindi a me sembra che ci sia un livello di arroganza da parte dei partiti politici che a ben guardare hanno tutti distrutto questa città, perché Roma è stata governata da giunte di centrosinistra, giunte di centrodestra e dai cinque stelle, per cui nessuno può chiamarsi fuori da questa situazione di degrado. Eppure questi ancora oggi pretendono di dettare legge in questa città. I romani devono capire che non è più il momento di delegare, perché ci si deve impegnare direttamente per cambiare. E chi lo può fare? I partiti che hanno le mani in pasta da 50 anni su questa città oppure un movimento politico nuovo che ha un orizzonte e una visione completamente diversa da quella che hanno mostrato finora i partiti politici tradizionali? O forse invece un movimento che vuole chiudere le società municipalizzate, che vuole aprire al mercato, alla concorrenza, al merito, senza rendere conto alle varie clientele, alle varie incrostazioni che negli anni hanno paralizzato questa città? Io sono convinto che se tutti quanti i romani sapessero che c’è questa possibilità di scelta non avrebbero dubbi a tentare di cambiare con noi, con Liberisti italiani e con tutte quelle forze politiche che vorranno sostenerci”, ha dichiarato Bernaudo.

 BERNAUDO: “QUATTRO IMPIANTI PER TERMINARE IL CICLO DEI RIFIUTI

“Per quanto riguarda i rifiuti, a Roma servono quattro impianti per terminare il ciclo, sul modello di Copenhagen. Quindi impianti non impattanti dal punto di vista della salubrità dell’aria, dell’inquinamento atmosferico, e che siano in grado di produrre energia e quindi poter azzerare la Tari”, ha spiegato il presidente di Liberisti italiani.

BERNAUDO: “LA POLITICA FUORI DALLE MUNICIPALIZZATE

“Per noi la politica e i partiti devono uscire dalla gestione dei servizi. È stato un fallimento averli affidati a società municipalizzate decotte, che non svolgono più la loro mission da tempo e che hanno messo questa città in ginocchio per quanto riguarda trasporti, rifiuti, decoro e manutenzione del verde. Quindi è chiaro che queste società vanno chiuse, bisogna fare le gare, bisogna aprire alle migliori eccellenze della libera impresa per far sì che attraverso il merito e la concorrenza si possano rendere dei servizi ai cittadini romani”.

BERNAUDO: “ROMA NON È PIÙ UNA CITTÀ OSPITALE

“Una volta che noi facciamo funzionare questa città, già da sola è in grado di garantire un turismo e una ricchezza che potrebbero perfino portare all’azzeramento di tutte le tasse locali. È mai possibile che una città come Roma faccia pagare ai cittadini le più alte tasse locali d’Italia? Col patrimonio culturale artistico, con la posizione geopolitica, con il clima e con tutto quello che abbiamo potremmo avere un turismo ben superiore, anche nel confronto con altre capitali europee che invece ci hanno superato. Per esempio Barcellona, ma com’è possibile che una città come Roma possa essere superata da altri capitali europee? Semplicemente perché le altre città sono più divertenti, più dinamiche, lì funzionano i trasporti e sono ospitali e pulite. Roma non è più una città ospitale, sia per chi ci abita sia per chi viene a visitarla”, ha proseguito il candidato sindaco di Roma.

BERNAUDO: “AFFIDARE AREE VERDI AI PRIVATI

“Per quanto riguarda il verde pubblico noi dobbiamo coinvolgere start-up di giovani o di non giovani, comunque aziende che si occupano di sport oppure attività che hanno a che fare col verde. Penso a dei bistrot, ai maneggi, ai giochi per i bambini. Dobbiamo affidare a dei privati pezzi di queste meravigliose aree verdi, perché Roma è il giardino d’Europa, e in cambio dire loro di garantire la manutenzione non solo della zona in cui questa attività si svolge, ma anche di un’altra porzione importante dell’area. Questo vuol dire avere un rapporto tra proprietà privata e libera impresa con il pubblico virtuoso, che può da un lato far fare al privato un giusto business e dall’altra consentire all’amministrazione pubblica di avere una collaborazione attenta per la manutenzione e il decoro”, ha concluso Bernaudo.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it