
ROMA – “Di Maio e Salvini sono già d’accordo per spartirsi tutto, lo dimostra la decisione di nominare un leghista alla presidenza della Commissione Speciale della Camera. E sono d’accordo anche per formare un governo” dice un dirigente del Pd, interpellato poco prima dell’assemblea dei gruppi parlamentari Dem. Quindi? “Quindi la linea del Pd non cambierà, si resta all’opposizione, tanto un governo ci sarà. Bisogna vedere quanto durerà, che base avrà- prosegue- le elezioni a Ottobre sono ancora possibili, soprattutto se Salvini e Di Maio ad un certo punto si accorgeranno di non poter mantenere le promesse fatte… ognuno incolperà l’altro e romperanno. Anche se…”.
Anche se? “La stragrande maggioranza dei nuovi parlamentari difficilmente ritornerà… quando il 27 del mese si vedranno accreditare lo stipendio di più di 10mila euro, beh la prospettiva potrebbe cambiare… e anche la durata del governo”. Parlando del Pd, secondo il dirigente Dem, l’assemblea del 21 aprile sarà infuocata. “Vero che Matteo Renzi sembra più dialogante, vorrebbe lasciare Martina fino al congresso; ma i suoi premono, vogliono rompere. Non si fidano più, vogliono andare rapidamente al Congresso, entro 6-7 mesi al massimo”. A quel punto che succede? “Il vero candidato alla segreteria– dice il dirigente Dem- sarà Delrio. Lo so, ha detto che ha deciso per il ‘no’ insieme alla famiglia, ma a me risulta che potrebbe cambiare idea, lui ne ha voglia”.
E Matteo Renzi? “Piano piano si sta liberando le mani, come dimostra la chiusura della sua fondazione Open. Vero che è servita a finanziare le sue iniziative ma queste comunque erano tutte interne al Pd… ora evidentemente sta pensando ad altro”. Lo scenario a cui Renzi guarda, stando al ragionamento del dirigente Dem, è quello di una competizione con Matteo Salvini: “Il leghista è convinto che l’immobilismo di Berlusconi andrà a suo vantaggio, che l’elettorato di Forza Italia se lo papperà tranquillamente anche stando fermo. Non fa i conti però con Berlusconi e con il Partito popolare europeo. Renzi, non subito, appena ci sarà un governo Lega-M5S, capito l’orizzonte politico potrebbe scartare di lato e crearsi un suo movimento politico, e con quello partire alla conquista dell’elettorato moderato di Forza Italia, che non andrà ma coi leghisti. Magari potrebbe contare sulla simpatia di Berlusconi, che non sopporta Salvini, e sul fatto che a quel punto quell’area da lui presidiata sarebbe un punto di riferimento in Italia per il Ppe”.

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