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VIDEO | Decima udienza per Zaki: “Spero sia l’ultima” ma il giudice non si presenta. Tutto rimandato al 18 luglio

Noury (Amnesty International): "Dalla magistratura egiziana l'ennesima prova di disprezzo per i diritti umani"

Pubblicato:09-05-2023 12:43
Ultimo aggiornamento:09-05-2023 15:55

patrick zaki
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ROMA – Ennesimo rinvio dell’udienza del processo a carico di Patrick Zaki: si terrà il prossimo 18 luglio l’undicesima sessione del procedimento a Mansoura, nel nord dell’Egitto, che vede alla sbarra il ricercatore egiziano dell’Università di Bologna per diffusione di false notizie, per via di un articolo pubblicato nel 2018 in cui denunciava gli abusi subiti dalla minoranza egiziana copta. Tale reato può comportare una condanna fino a 5 anni di reclusione.

“Stamani il giudice non si è neanche presentato e questo la dice lunga sul disprezzo dei magistrati egiziani per i diritti umani” dichiara il portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury, che commenta ancora: “Il rinvio al 18 di luglio è abnorme. Questo vuol dire che Patrick passerà il quarto compleanno non come vorrebbe e svanisce anche la speranza di laurearsi al master a metà luglio”.
Il portavoce aggiunge: “Siamo di fronte a una persecuzione crudele sulla quale sarebbe bene che le istituzioni italiane chiedessero al governo egiziano per quanto tempo intendono ancora proseguire. Noi- assicura Noury- continueremo a stare in piazza a Bologna. Il 17 luglio, alla vigilia dell’udienza, torneremo a chiedere la completa libertà di Zaki e il suo ritorno a Bologna per esercitare il suo diritto allo studio”.

ZAKI: SPERO SIA ULTIMA UDIENZA, VOGLIO LAUREARMI A LUGLIO


“Sessione dieci, non perdiamo la speranza”. Inizia così il post su Facebook di Patrick Zaki, pubblicato prima dell’udienza, poi rimandata. Alla prima affermazione in italiano, Zaki in arabo aggiunge: “Oggi c’è una nuova sessione e quindi una nuova speranza affinché questa situazione di attesa si concluda”. Lo studente ricorda che “a metà luglio dovrei discutere la mia tesi di master all’Università di Bologna. Per ogni studente rappresenta il giorno più importante, ma per me in particolare quella discussione significa molto”.

PER ZAKI DIECI UDIENZE RINVIATE

Il ricercatore attivista per i diritti umani fa un parallelo tra il percorso di dottorato in una città europea, che “generalmente dura due anni”, e i suoi “due anni trascorsi in cella”, arrestato “mentre tornavo a trovare la mia famiglia dopo il primo semestre”. Zaki è stato poi rilasciato a fine 2021 e da allora ha affrontato dieci udienze, tutte rinviate, senza la possibilità di arrivare a giudizio. Ma i mesi trascorsi in carcere sono un’esperienza che cerca ancora “di superare”. Una volta uscito, “mi sono ritrovato nella lista delle persone a cui viene imposto il divieto di viaggio” e questo ha reso “difficile completare gli studi. Ma con l’aiuto dell’università e dei professori, sono riuscito a finire gran parte degli esami e spero che a giugno sarò a Bologna tra i miei colleghi a festeggiare la conclusione della tesi come una persona normale, una volta conclusi i problemi giudiziari”.

Nel suo post Zaki torna sui suoi obiettivi: “Sin da quando sono partito, tutti sanno che non ho mai voluto lasciare definitivamente l’Egitto o vivere in Europa”. Tuttavia nel febbraio 2020, dopo essere rientrato in Egitto per una vacanza di una settimana, “sono stato trattenuto” dalle autorità, e dopo più di tre anni “sono ancora in Egitto. Cercherò di andare avanti con la mia vita- assicura il ricercatore- realizzare i miei sogni: il master, poi un dottorato in Europa, e poter tornare in Egitto ogni volta che voglio e senza problemi, quando c’è vacanza o un’occasione per poter rientrare”.

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