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L’attivista egiziano: “Per Al-Sisi una nuova capitale fantasma lontana dal popolo”

La denuncia di Ziad Abdel Tawab, vicedirettore del Cairo Institute for Human Rights Studies: "La grazia a Patrick Zaki non basta"

Pubblicato:25-07-2023 18:02
Ultimo aggiornamento:25-07-2023 18:03

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ROMA – Incarcerare le voci critiche, controllare i settori economici e infine isolarsi dalla popolazione, arrivando a costruire la “Nuova Cairo”, capitale amministrativa a est del Cairo, che però si sta rivelando “una città fantasma perché i salari sono troppo bassi persino per i funzionari pubblici, che non riescono a trasferirsi”. A tratteggiare per l’agenzia Dire e anzi denunciare la situazione dell’Egitto di oggi è Ziad Abdel Tawab, vicedirettore del Cairo Institute for Human Rights Studies (Cihrs).

PRIGIONIERI POLITICI

“E’ difficile dire quante persone sono tenute dietro la sbarre perché le autorità non forniscono dati” sottolinea Tawab. “Ma le prigioni sono tante, spesso i detenuti non vengono registrati ed esistono anche centri non ufficiali. Sappiamo inoltre che almeno 7mila persone sono state arrestate per aver partecipato a manifestazioni pacifiche o aver scritto articoli di critica contro il governo, come accaduto a Patrick Zaki“. Un riferimento, questo, all’ex studente dell’Università di Bologna graziato dal presidente Abdel Fattah Al-Sisi e liberato la scorsa settimana.

INFLAZIONE E DIFFICOLTA’ ECONOMICHE

A peggiorare il quadro è la crisi economica. L’impatto dell’inflazione, della disoccupazione e della corsa incessante dei prezzi dovuto anche alla guerra russo-ucraina “si vede nell’aumento dei migranti” dice Tawab, che avverte: “Sempre più persone rischiano la vita nel Mediterraneo o attraverso il deserto libico per sfuggire alla povertà”. In questo quadro, la tesi, “il regime non ha soluzioni”. Eppure i vertici militari e politici, continua Tawab, “controllano quasi ogni settore, dopo aver distrutto quello privato, arrivando perfino ad arrestare degli imprenditori. Ma non reinvestono nei servizi pubblici o nelle infrastrutture”. Ciò determina malcontento, che le autorità imbavagliano controllando i media. Ancora Tawab: “Sono stati bloccati 550 siti di testate giornalistiche o organizzazioni come la nostra”.


MINACCE ALLA SICUREZZA DELLO STATO

Chi critica il governo, continua il vicedirettore, “rischia di essere accusato per reati contro la sicurezza dello Stato: lo sa bene il nostro il nostro direttore, Bahey Aldin Hassan, condannato a 15 anni di carcere per un paio di tweet in cui chiedeva giustizia per l’omicidio di Giulio Regeni. Per fortuna vive in Europa e quindi non ha mai dovuto scontare la pena”. Per scoraggiare il ritorno di un movimento di protesta come quello che nel 2011 costrinse il presidente Hosni Mubarak a dimettersi, dopo 30 anni al potere, il governo ha costruito la Nuova capitale amministrativa, “convinto che l’unico modo per proteggersi è isolarsi”. New Cairo o Cairo Due è la nuova città edificata a una trentina di chilometri a est della capitale. Il governo di Al-Sisi ha motivato questa scelta con l’esigenza di risolvere il sovraffollamento della vecchia capitale, ma per Tawab “l’obiettivo è allontanare edifici pubblici e palazzi del potere dai cittadini: i nuovi palazzi hanno anche alte mura di recinzione”.

LONTANO DA PIAZZA TAHRIR

Difficile immaginare proteste efficaci come quelle di piazza Tahrir nel 2011. Il trasferimento di ministeri e uffici è già iniziato e la scorsa settimana il premier Mostafa Madbouly ha avanzato l’ipotesi di convertire in alberghi i vecchi edifici pubblici per incrementare il turismo. Tuttavia, avverte il direttore del Cihrs, New Cairo, “è una città fantasma: gli appartamenti sono costosi, la maggior parte viene acquistata da stranieri o egiziani che vivono all’estero, e sappiamo che gli impiegati pubblici sono costretti a fare avanti e indietro ogni giorno con la vecchia capitale, perché i salari sono troppo bassi e non consentono loro di trasferirsi”. Ma l’Italia e l’Ue potrebbero contribuire a ripristinare la democrazia? “Certo”, risponde Tawab, “ma sembra che non a loro interessi”.

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