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Repubblica Democratica del Congo, proteste contro la missione delle Nazioni Unite

Annunciati due giorni di proteste: le persone non andranno al lavoro e diserteranno le strade per chiedere la pace e il ritiro dei caschi blu

Pubblicato:09-04-2021 10:55
Ultimo aggiornamento:09-04-2021 10:55

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ROMA – “Oggi, i movimenti della società civile, sostenuti dai giovani e dagli studenti della città di Goma, proclamano due giorni di sciopero generale. Le persone sono invitate a non andare al lavoro e diserteranno le strade per chiedere la pace nella provincia di Goma e Beni. Inoltre, oggi invitiamo tutta la popolazione a prendere parte ad una marcia pacifica per chiedere ai caschi blu delle Nazioni Unite di andarsene: partiremo dalla stazione Mutinga per raggiungere la base della Monusco in centro città, per tenere un sit-in pacifico, perché hanno fallito nella loro missione di proteggere la popolazione”.

Così all’agenzia Dire Espoir Ngalukiye, esponente del movimento giovanile Lucha – Lotta per il cambiamento, che da tempo si batte per la fine delle violenze nell’est della Repubblica democratica del Congo, preda degli attacchi dei gruppi armati ribelli. Ngalukiye continua: “Solo nel 2021, nel territorio di Beni sono state uccise 103 persone, in media una al giorno. A Beni, Masisi, Rutshuru, Walikale, Lubero, Goma contiamo quotidianamente i morti, e da anni chi ci governa fa promesse che non mantiene”.

L’attivista conclude: “Se siamo esigenti otterremo la pace, ma se restiamo in in silenzio, i massacri continueranno e i politici non faranno mai niente per evitarli”. Nel territorio di Rutshuru, a febbraio, hanno perso la vita anche due italiani: l’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, rimasti uccisi in un agguato mentre andavano a visitare un progetto del World Food Programme.


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