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Gaza, gli Usa valutano sanzioni contro i membri della Corte penale dell’Aia

Per il premier Netanyahu c'è la possibilità che la Corte penale internazionale (Cpi) emetta un mandato d'arresto contro di lui per possibili crimini di guerra

Pubblicato:30-04-2024 20:07
Ultimo aggiornamento:02-05-2024 15:42

corte aia su gaza
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ROMA – Il premier Netanyahu in queste ore è alle prese con la possibilità che la Corte penale internazionale (Cpi) emetta un mandato d’arresto contro di lui, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo di Stato maggiore Herzi Halevi per possibili crimini di guerra, crimini contro l’umanità e crimini di genocidio a Gaza, vale a dire le fattispecie di reati su cui la Cpi ha il mandato a indagare.
La testata Axios riferisce, citando due alti funzionari israeliani, che domenica scorsa Netanyahu avrebbe telefonato al presidente Joe Biden per chiedergli di aiutarlo a fermare l’azione giudiziaria della Corte dell’Aia. Ancora Axios fa sapere che membri del Congresso di entrambi i partiti americani stanno valutando misure da intraprendere contro la Cpi: il presidente della commissione Esteri della Camera Michael McCaul ha detto che potrebbe arrivare un disegno di legge per sanzionare i funzionari della Corte penale con sede in Olanda. “Speriamo che non si arrivi a questo”, ha detto.

Tali mandati d’arresto sarebbero un atto “vergognoso, infondato e illegittimo” secondo il presidente della Camera Mike Johnson, convinto che “potrebbero minare direttamente gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti: se incontrastata dall’amministrazione Biden, la Corte penale internazionale potrebbe assumere un potere senza precedenti per emettere mandati di arresto contro leader politici americani, diplomatici americani e personale militare americano, mettendo così in pericolo l’autorità sovrana del nostro Paese”.

Ad oggi, gli Stati Uniti hanno scoraggiato la Cpi a proseguire la sua azione, nonostante la Corte internazionale di giustizia (Icj) abbia ritenute plausibili le accuse di genocidio a Gaza presentate dal Sudafrica contro Israele, sostenendo che eventuali mandati di arresto faranno “naufragare i colloqui sul cessate il fuoco”. Stati Uniti e Israele sono tra i paesi – come con Russia, Cina e Sudan – che non riconoscono la Cpi e non hanno ratificato lo Statuto di Roma che la istituisice.


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