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8 marzo di sangue, i numeri della violenza: da inizio anno sono state uccise venti donne

Per i femminicidi l'Italia è agli ultimi posti in Europa ma da Openpolis avvertono: "Attenti alle 'classifiche'"

Pubblicato:08-03-2024 12:38
Ultimo aggiornamento:09-03-2024 11:46

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ROMA – Una Giornata internazionale della donna che arriva dopo un inizio d’anno segnato da una statistica molto alta di femminicidi. Dal primo gennaio al 3 marzo 2024 in Italia sono state uccise 20 donne, 18 delle quali in ambito familiare/affettivo; di queste, 8 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Resta invariato, rispetto al periodo analogo allo scorso, il numero delle vittime di genere femminile. A svelarlo è l’ultimo monitoraggio settimanale del ministero dell’Interno sull’andamento degli omicidi volontari riconducibili alla violenza di genere. L’analisi, spiegano dal dicastero, non è effettuata sui ‘femminicidi‘ in quanto tale definizione, pur costituendo un termine di uso comune per indicare gli omicidi con vittime di genere femminile compiuti come atto estremo di violenza misogina, non trova corrispondenza in una fattispecie codificata nel nostro ordinamento giuridico e si presta, pertanto, ad interpretazioni. La promulgazione della legge 5 maggio 2022 n. 53, recante ‘Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere’, intanto, ha segnato un passaggio epocale, poiché si pone nell’ottica del “potenziamento” e del “coordinamento” nella raccolta dei dati sullo specifico tema, perseguendo l’obiettivo di comprendere meglio il fenomeno e, di conseguenza, fornire un più puntuale supporto al decisore nell’elaborazione delle strategie di prevenzione e contrasto.

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“La violenza di genere è un fenomeno complesso, con radici culturali antiche, che richiede una strategia globale e una pluralità d’interventi- fa sapere il vicecapo della Polizia Raffaele Grassi, vice direttore generale della Pubblica Sicurezza e direttore centrale della Polizia Criminale- dove alla responsabilità delle Forze di polizia si affianca l’impegno della magistratura, il lavoro di tutte le istituzioni pubbliche e delle associazioni nella tutela delle vittime, il coinvolgimento delle agenzie educative, prime fra tutte la famiglia e la scuola. Il nostro auspicio è che si possa affermare pienamente quel rapporto paritario tra i differenti generi, imprescindibile presupposto di una società progredita”.

I REATI SPIA

Dai reati cosiddetti ‘spia’, vale a dire tutti quei delitti che sono ritenuti i possibili indicatori prognostici di violenza di genere (come i maltrattamenti in famiglia, gli atti persecutori – stalking – e la violenza sessuale, declinata in tutte le sue forme), l’escalation della violenza può dunque purtroppo degenerare nel più grave dei delitti contro la donna, cioè l’omicidio volontario. Dal 2020 il numero delle vittime di genere femminile, dopo aver mostrato un aumento costante nei primi tre anni, fa registrare nel 2023 un netto decremento con valori che, sostanzialmente, tornano a quelli rilevati nel 2020 (+1%). Anche in ambito familiare/affettivo, si registra lo stesso numero di eventi del 2020, con una diminuzione del 4% di quelli con vittime di genere femminile. Nello stesso ambito, risultano in diminuzione anche gli omicidi commessi dal partner/ex partner (-5%), nonché il numero delle relative vittime donne che, da 68 del 2020 passano, nell’anno trascorso a 64, con un decremento che si attesta al 6%. Analizzando il solo 2023, le donne vittime di omicidio costituiscono il 36% del totale. Di queste, il 97% erano maggiorenni e l’87% italiane.

Analizzando l’ambito familiare/affettivo, a fronte di un andamento sostanzialmente costante degli eventi, i casi con vittime donne mostrano dal 2020 un continuo e progressivo decremento, facendo registrare nel 2023 il dato più basso del quadriennio in esame. In particolare, sempre nel 2023, la percentuale delle vittime donne di omicidi commessi in ambito familiare/affettivo si attesta al 66% del totale dei casi (rispetto al 72% registrato nel 2022). Il 97% delle vittime donne erano maggiorenni, l’86% erano italiane. Considerando le sole donne uccise in ambito familiare/affettivo, le stesse sono vittime di partner o ex partner nel 67% dei casi; numerosi anche i casi in cui risultano uccise per mano di genitori o figli (24%), mentre è residuale il caso di omicidi commessi da altro parente (9%).

COME SONO STATI COMPIUTI I FEMMINICIDI

Per quanto riguarda il modus operandi, negli omicidi volontari di donne avvenuti in ambito familiare/affettivo si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche, che ricorre in 41 casi; in 27 eventi sono state utilizzate armi da fuoco. Seguono le modalità di asfissia/soffocamento/strangolamento e lesioni o percosse, entrambe utilizzate in 14 omicidi e, in unico caso, avvelenamento. Facendo un paragone con l’Europa, secondo una indagine condotta dalla Fondazione Openpolis insieme allo European journalism network, la Lettonia è il Paese in cui il fenomeno degli omicidi domestici contro le donne è più diffuso (con 2,14 omicidi commessi da familiari o (ex) partner ogni 100mila donne nel 2020). Segue la Lituania con 0,87 omicidi (13 in numeri assoluti, sempre nel 2020). Il dato più basso lo riporta invece la Grecia (0,16).

L’Italia è agli ultimi posti insieme a Spagna e Svezia. Il dato più elevato europeo per quanto riguarda invece gli omicidi volontari di donne commessi da familiari spetta nel 2020 alla Germania (225). I Paesi baltici si distinguono negativamente dagli altri dell’Unione anche per l’incidenza di omicidi volontari di donne in generale, a prescindere dal contesto e dall’autore. Anche in questo caso il record è detenuto dalla Lettonia, con 4,09 casi ogni 100mila donne (per un totale di 42), sempre nel 2020. Più del doppio di Lituania ed Estonia che, con 1,95 e 1,43 rispettivamente, occupano il secondo e terzo posto, e molto al di sopra di tutti gli altri paesi dell’Ue.

IL FEMMINICIDIO CULMINE DI MANIFESTAZIONI DI VIOLENZA

“Se consideriamo le donne italiane vittime di omicidi da parte di familiari, partner o ex partner- commenta alla Dire Martina Zaghi, analista di Openpolis- l’andamento è abbastanza costante: sono state 101 nel 2020, 105 nel 2021 e 104 nel 2022. Il fenomeno purtroppo non è in recessione. Quanto al confronto sul fenomeno tra Italia ed Europa il tema è sempre un po’ rischioso da affrontare, perché le percentuali dipendono da molti fattori e naturalmente anche dalla dimensione demografica dei vari Paesi. Non possiamo interpretare queste delicate ‘classifiche’ come facciamo con quelle che riguardano altri ambiti. Ci vuole molta attenzione. Quello che possiamo dire, senz’altro, è che sulla violenza di genere non siamo affatto un Paese avanzato, tutt’altro. Ma al di là dei numeri, la priorità resta quella di capire in che modo si possa contrastare il fenomeno. Il femminicidio, infatti, è soltanto il culmine di una serie di manifestazioni di violenza, altrettanto gravi: mi riferisco a tutta la sfera dei cosiddetti ‘reati spia’, che vanno dalle denunce di violenza, allo stalking e alla persecuzione”. Secondo la Fondazione Openpolis, dunque, per iniziare a marginare il fenomeno è necessario “introdurre l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole come metodo di contrasto alla violenza di genere”.

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