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Kfor celebra i 20 anni della risoluzione Onu 1325: donne, pace e sicurezza

"Questo evento è la prova di quanto KFOR creda in questa risoluzione", ha detto il Generale Michele Risi, comandante della missione NATO in Kosovo: "La 1325 è la chiave del nostro mandato"

Pubblicato:07-10-2020 13:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:01
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ROMA – La missione NATO KFOR ha celebrato oggi i venti anni dalla risoluzione ONU 1325. Con una conferenza a più voci, in diretta sui canali social Fb e Twitter, ha voluto non solo ricordare quest’anniversario, ma fare il punto sui progressi riscontrati nella società civile del Kosovo e sulla necessità di lavorare ancora sull’implementazione.

“Questo evento è la prova di quanto KFOR creda in questa risoluzione” ha detto il Generale Michele Risi, comandante della missione NATO in Kosovo che ha aggiunto: “La 1325 è la chiave del nostro mandato” ricordando come l’inclusione delle donne e la loro effettiva partecipazione ai processi decisionali “sia un requisito per la normalizzazione della situazione in Kosovo; la 1325 è per tutti un’opportunità per la stabilizzazione del Paese” e il ruolo di KFOR è di “facilitare questo processo. Un approccio inclusivo- ha concluso nel suo intervento- è il migliore ed è la chiave per la sicurezza in Kosovo”. Sempre più gender advisor ad ogni livello, anche tattico è ciò su cui il Generale Michele Risi ha assicurato tutto il suo impegno. “L’esperienza in Kosovo- ha sottolineato- è incredibile, di grande arricchimento. Includere la prospettiva di genere in ogni operazione” è la strada che secondo il comandante va perseguita.

“Uomini e donne hanno diversi bisogni e pagano diversamente il peso della guerra” ha ricordato Major Elisabeth Schleicher,
Chief Gender Advisor di KFOR, sottolineando come lo stesso concetto di sicurezza abbia declinazioni diverse. Clare Hutchinson,Secretary General’s Special Representative for WPS kosovo ha introdotto i lavori sottolineando come il Kosovo sia per lei un posto speciale: “È stata la mia prima missione e ho imparato tanto”. Ha insistito anche lei sul valore dell’implementazione della risoluzione e il coinvolgimento concreto delle donne.


Istituzioni e società civile del Kosovo hanno portato la loro esperienza diretta. Ne ha parlato Atifete Jahjaga, prima donna presidente del Kosovo dal 2011 al 2016: “Una sfida e un onore” come lei stessa ha definito questo incarico. Ha voluto ricordare come l’empowerment femminile non sia solo una questione di presenza numerica, incoraggiando le donne ad occuparsi di politica e leadership. Edi Gusia, Director of Agency for Gender Equality, ha evidenziato che “la partecipazione delle donne nei processi decisionali del Kosovo è in aumento, siamo- ha detto- nella giusta direzione”.

Ha parlato di lavoro culturale sugli stereotipi e sui giovani Joanne Naughton, Deputy Gender Advisor, che ha lanciato un appello affinchè “uomini e donne siano insieme nei processi decisionali. Un grazie- ha rivolto- alle Istituzioni del Kosovo e alle ong che hanno lavorato strenuamente per il futuro del Paese”.

A questo proposito è bene ricordare come la missione KFOR con i progetti di cooperazione civile-militare sia attiva sul territorio riuscendo a garantire un contatto costante con la popolazione civile. Ne ha parlato Peter Soderlund, CIMIC CHIEF che ha presentato il lavoro sul campo dei Liaison Monitoring Team e tra i progetti ha ricordato quello per i bambini con autismo. Teresa Smalls, LMT “Kilo 21” RC-East, ha raccontato il suo lavoro in queste unità e le specificità che apportano le donne operative in questi team.

Adriana Hododzic, principal Executive Officer, Municipality of North Mitrovica ha presentato il modello politico attuato nel suo governo locale: “Includere le donne in ogni livello istituzionale è l’esempio che va adottato ovunque”.

Tante le testimonianze nel segno di un cammino da implementare, ma sulla giusta strada: Igballe Rogova, Executive Director Kosovo Women’s NetworkVlora Nushi, Un Women Kosovo; Brigader General Irfete Spahiu, KSF Tradoc; Colonel Taibe Canolli Brajshori, Head of Association of Women in Kosovo Police; Safete Gacaferi, NGO Jeta. Ha presentato il lavoro di RADIO K4, voce di KFOR, Miredite (Dita) Meha Bajrami.
“L’opzione migliore, la fotografia più giusta per dare significato a questa celebrazione della risoluzione 1325- ha concluso il Colonnello Mario Renna, ‘PAO Chief & Spokesperson to COMKFOR’, mostrando la copertina del nuovo numero del ‘Chronicle Magazine’ – è quella di una donna soldato, che non è da sola, ma insieme ai colleghi uomini”. Una prova tangibile di parità e complementarietà, d’altro canto
“la foto dell’infermiera dell’Arma dei Carabinieri che accarezza un bambino- ha spiegato il Colonnello- dà rilievo a quell'”impiego specifico e peculiare che le donne hanno” nel contatto con la popolazione locale.

TAGLIANI (EULEX): “PIÙ RISORSE E FORMARE POLIZIA”

“Non c’è strada per la sicurezza senza le donne” ha ricordato Chiara Tagliani, esperta di diritto e politiche di genere di Eulex (European Union Rule of Law Mission in Kosovo) che ha preso parte questa mattina al panel di esperte internazionali in programma nella conferenza di KFOR per celebrare la risoluzione ONU 1325 ‘Donne, pace e sicurezza’.

“Implementazione, empowerment”, ma anche “prevenzione e protezione” sono stati il focus del suo intervento che ha ripercorso a tutto campo le misure di legge adottate dal Paese sulla violenza domestica, ricordando la recente adesione del Kosovo, a fine settembre, alla Convenzione di Istanbul.
“La pandemia ha aggravato il fenomeno della violenza sulle donne, specialmente quella domestica, e bisogna continuare nella direzione di campagne di consapevolezza, perchè i casi sono sottostimati”. A proposito di sfide ancora aperte nel Paese Tagliani ha ricordato anche: “La formazione per la polizia e gli operatori che intervengono, la necessità di risorse economiche, le lezioni per gli studenti” anche per far capire l’importanza di “preservazione delle evidenze biologiche della violenza”.

Hanno partecipato come esperte anche Javiera Thais, Santa Cruz Genad Unmik; Annette M. Fath-Lihic, political Advisor EUSR e Biljana Nastovska, Genad OSCE.

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