NEWS:

VIDEO | Roma, ‘No- D Day’ giornata contro discriminazioni genere

Consigliera nazionale parita': "Nostro intervento anche per cambio norme sul lavoro"

Pubblicato:07-06-2019 16:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:23
Autore:

donne-lavoro
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Solitamente, quando, si parla di “discriminazione di genere” o viene subito in mente qualcosa di terribile, perverso e condannabile, oppure, ci si scontra con lo scetticismo di chi afferma che “in fondo si tratta di questioni poste con toni eccessivi o forse non del tutto fondate”. Per parlare di discriminazione di genere sul lavoro non bisogna arrivare alle molestie e alla violenza, basta fermarsi molto prima. Così come bisogna superare la convinzione che la discriminazione sia semplicemente una percezione individuale e come tale opinabile dai più. Questo l’argomento posto al centro del ‘No-D Day’, la giornata contro le discriminazioni di genere, che si è tenuta quest’oggi a Porta Futuro.

LE VARIE FORME DI DISCRIMINAZIONI DI GENERE

La discriminazione non è uno stato mentale o sentimentale. E’ un prodotto di azioni specifiche. E’ qualcosa di molto frequente ed ordinario nei luoghi di lavoro. Non necessariamente si manifesta in forme eclatanti o esemplari, molto più spesso si annida nelle pratiche quotidiane dell’organizzazione, nella cultura del lavoro, nella visione sociale di uomini e donne. Una zona grigia in cui convivono prassi, retaggi, consuetudini e convinzioni che si attivano volontariamente o involontariamente. Tecnicamente, la discriminazione di genere si ha quando un atto, un comportamento, un’omissione, determina effetti negativi per un sesso e non per l’altro. In pratica quando ci troviamo davanti alla violazione del principio del pari trattamento e dell’uguaglianza sanciti dalle norme, dai patti e dai contratti. Una violazione che quasi mai avviene in maniera diretta, ossia individuando un atto formalmente “contrario alla legge”. Prevalentemente, si concretizza attraverso la produzione di effetti pregiudizievoli, originati da situazioni considerabili “a norma”.Ma la discriminazione non è solo una violazione di un principio formale. E’ anche una sconfitta per le organizzazioni che non hanno ancora compreso il profondo legame tra benessere sui luoghi di lavoro e produttività/redditività. E in questa opera di scoperta ed investimento vanno adeguatamente accompagnate. 

GLI OBIETTIVI DEL “NO D DAY”

La prima giornata contro le discriminazioni di genere sul lavoro, pertanto ha come obiettivo proprio questo: svelare la discriminazione nelle sue varie forme, per riconoscerla e contrastarla. Con l’iniziativa di oggi si intende far luce su come si forma la discriminazione di genere nei luoghi di lavoro, quali sono le determinanti, le concause, i margini di volontarietà e quelli di involontarietà, quali sono – se ci sono  specificità dei settori economici in cui si manifesta, quale l’effetto e l’eventuale concorso di applicazioni di policies errate. Evidenziare, quindi, il ruolo delle norme, della contrattazione collettiva, delle iniziative del territorio in chiave di rimozione e contrasto. Fare rete e stringersi intorno al comune obiettivo di più parità, più efficienza, più equità. Perché un mercato del lavoro senza discriminazioni non è una percezione di pochi, ma un vantaggio ed un bene per tutti. Tra le relatrici Valentina Cardinali, Consigliera regionale di parità del Lazio titolare, Loredana Pesoli Consigliera regionale di parità del Lazio supplente, Lorenza Bonaccorsi assessora Turismo e Pari Opportunità Regione Lazio, Eleonora Mattia presidente IX Commissione Lavoro e pari opportunità Consiglio regionale del Lazio. 


CONSIGLIERA NAZIONALE PARITA’: NOSTRO INTERVENTO ANCHE PER CAMBIO NORME

“Siamo dei pubblici ufficiali ed e’ nostro dovere rilevare fenomeni discriminatori ed e’ nostro compito individuare se il meccanismo d’intervento debba essere giudiziale o normativo”. Lo spiega alla Dire, a Roma a margine del No D Day a Porta Futuro, Francesca Bagni Cipriani, consigliera nazionale di Parita’ rispondendo sul perimetro delle competenze e facolta’ della figura della consigliera di parita’, tanto a livello nazionale quanto territoriale. “E’ il nostro obiettivo primo e ultimo- ha concluso- quello di cambiare la normativa laddove si verifichino discriminazioni. Solo cosi’ si aprono possibilita’ di realizzazione per le donne nel lavoro”.

CONSIGLIERA PARITA’ LAZIO: A COLLOQUI A DONNE FATTE DOMANDE VIETATE

“E’ difficile stabilire se le discriminazioni che le donne subiscono nel lavoro siano piu’ legate a tutele o alla carriera e al potere. Certamente e’ piu’ difficile l’accesso al lavoro”. Sono le parole di Valentina Cardinali, consigliera di Parita’ della Regione Lazio, intervistata dalla Dire a margine del ‘No D Day’ a Roma, a Porta Futuro. “Accade ancora- ha detto Cardinali- che alle donne in sede di selezione si facciano domande su stato civile e figli: cose vietate dalla legge”. Quanto alla carriera le donne pagano il prezzo “del tempo come unico criterio di dedizione al lavoro e non la produttivita’”. E’ la consigliera supplente Loredana Pesoli a commentare la situazione specifica della regione Lazio. “Il Lazio ha una realta’ di piccole e medie aziende, c’e’ tanta agricoltura, turismo e servizi, ma la discriminazione non ha confini”, e ha ricordato il tema del “lavoro atipico. Bisogna lavorare ancora- ha concluso- sul fronte della discriminazione, anche se l’ingresso massiccio delle donne nel mercato c’e’ stato”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it