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Ragazze molestate sui traghetti dalla Sardegna, il caso approda in Parlamento

Ghirra, deputata di Alleanza verdi e sinistra, interroga i ministri Piantedosi e Salvini: "Occorre prendere provvedimenti, non si tratterebbe di casi isolati"

Pubblicato:21-03-2024 14:14
Ultimo aggiornamento:21-03-2024 14:14
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CAGLIARI – Approdano in Parlamento, e all’attenzione del governo, le denunce di due ragazze sarde su presunte molestie subite a bordo dei traghetti Tirrenia e Moby da parte del personale della compagnia di navigazione. A riportare le disavventure delle due giovani- entrambe sassaresi- durante le tratte Porto Torres-Genova e Cagliari-Napoli, il quotidiano locale La Nuova Sardegna, che aveva raccolto le segnalazioni, aprendo il caso ora oggetto di un’interrogazione al governo di Francesca Ghirra, deputata di Alleanza verdi e sinistra. “Dopo la denuncia di una passeggera- l’interrogazione di Ghirra al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e a quello dei Trasporti, Matteo Salvini- sarebbero emersi numerosi episodi del tutto similari, tutti avvenuti nei confronti di donne che viaggiano da sole, e che si trovano quindi a occupare cabine o a sostare nei locali comuni delle navi, soprattutto durante le traversate notturne invernali meno frequentate”.
Episodi di molestie che, ricorda Ghirra, sarebbero riconducibili non solo a passeggeri ma, ancora più grave, “sarebbero avvenuti anche a opera di personale maschile in servizio presso l’equipaggio dei traghetti”. Uomini quindi che “con estrema facilità, proprio in ragione delle mansioni svolte, hanno accesso ai dati personali delle passeggere e in più occasioni li avrebbero utilizzati per mettere in atto molestie nei confronti di queste ultime, contattandole sui social o importunandole con ostinazione e di persona”.
In uno dei casi denunciati, “addirittura il molestatore si sarebbe presentato nottetempo davanti alla cabina occupata dalla passeggera presa di mira, bussando con insistenza, fino a terrorizzare la vittima“, ricorda la parlamentare. La ragazza ha dovuto difendersi “utilizzando come sbarramento le due scalette in dotazione nelle cabine delle navi per salire sui letti a castello, posizionate contro la porta della cabina insieme alle valigie e alla poltroncina, per impedire l’apertura della porta dall’esterno, magari attraverso un passepartout in grado di aprire la serratura”.
Dai racconti delle vittime “sembrerebbe che, più che di singoli episodi, si tratti di un fenomeno diffuso- denuncia Ghirra- che occorrerebbe risolvere con azioni specifiche di contrasto. Anche perchè molto spesso durante la traversata la linea telefonica mobile è inoperativa, ed è comprensibile che una donna possa sentirsi senza difese”.
Non solo. Da quanto riportato dagli articoli, “sembrerebbe che la compagnia di navigazione abbia replicato scusandosi dell’accaduto ma senza adoperare particolari iniziative”, spiega Ghirra. Da qui la sollecitazione ai ministri, affinché intraprendano azioni per “scongiurare la riproposizione di vicende simili e per garantire a tutte e tutti, anche passeggere e passeggeri dei traghetti, la sicurezza personale, la segretezza dei propri dati personali, il diritto alla libertà di movimento”.

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