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La tragedia delle morti improvvise, il Friuli Venezia Giulia crea un registro

Il Friuli Venezia Giulia ha deciso di creare un Registro regionale delle morti cardiache improvvise per studiarle meglio e prevenirle

Pubblicato:07-02-2022 16:51
Ultimo aggiornamento:07-02-2022 16:56

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TRIESTE – “Da un momento tragico, come l’improvvisa morte di una persona giovane, nasce uno strumento di prevenzione che può offrire alla stessa famiglia che ha sofferto il lutto, un nuovo progetto di vita”. È il ‘sottotitolo’ nascosto nel nome del Registro regionale delle morti cardiache improvvise (Rmci), evidenziato dal direttore della Cardiologia e dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina, Gianfranco Sinagra, durante la presentazione del registro all’ospedale Cattinara di Trieste.

SI PUNTA A IDENTIFICARE MALATTIE GENETICHE ‘NASCOSTE’

Il registro, istituito dalla Regione, spiega il dirigente di Medicina legale Asugi, Stefano D’Errico, si avvale del lavoro dei dipartimenti di Anatomia patologica e Cardiologia dell’Asugi e dall’Azienda sanitaria Friuli occidentale, e delle Procure della Repubblica, che spesso dispongono di autopsie giudiziarie anche in caso di morti improvvise. L’aspetto scientifico è oramai consolidato, spiega, cui si aggiungono come novità la risonanza magnetica cardiaca post-mortem, e lo screening genetico e familiare. Proprio questo rende lo strumento utile nella prevenzione, aggiunge Sinagra, perché può identificare patologie genetiche o ereditarie che la stessa famiglia della vittima non sapeva di avere, permettendo di intervenire precocemente con terapia.

IN UN ANNO 26 CASI DI MORTI IMPROVVISE

Il registro ha raccolto già un anno di dati in Friuli Venezia Giulia, analizzando 26 casi di morte cardiaca improvvisa di persone sotto i 50 anni. Emerge la netta prevalenza del genere maschile (22 casi), con otto deceduti positivi a sostanze d’abuso, 16 casi che hanno interessato la fascia d’età 41-50 anni (cinque per ciascuna delle due fasce, 21-30 e 31-40), 13 decessi avvenuti a Trieste, sei a Udine, quattro a Gorizia-Monfalcone e tre a Pordenone.


“SONO DECESSI CHE È FONDAMENTALE STUDIARE”

“È estremamente importante esaminare e approfondire gli aspetti di questo tipo di decessi, affinché attraverso la prevenzione in futuro si riesca a evitare che tali fenomeni si ripresentino”, aggiunge il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, sottolineando l’importanza della raccolta e del trattamento dei dati. Punto su cui il Friuli Venezia Giulia vanta già una grande esperienza, sebbene bisogna ancora lavorare, conclude, per rendere i dati gestibili con maggiore facilità e un patrimonio aperto.

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