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Coronavirus, la proposta di Zaia: “Medici negativi restino al lavoro”

Per l'assessore alla Sanità in Lombardia "è una corsa contro il tempo". Zaia scrive a Speranza: "Cambiare regolamento e lasciare i medici negativi in corsia"

Pubblicato:06-03-2020 12:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:06
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MILANO – “Ogni giorno abbiamo duecento persone che arrivano in pronto soccorso da ricoverare con delle situazioni critiche, quindi vuole dire che ogni giorno dobbiamo trovare duecento posti letto in più”. Lo dice su Sky l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera.

È una corsa contro il tempo perché questo virus si sta sviluppando con una velocità impressionante, anche al di sopra delle nostre previsioni e dei dati che arrivavano dalla Cina”, aggiunge l’assessore. “Il 28 di febbraio, quindi otto giorni fa, avevamo 50 persone in terapia intensiva e ieri ne avevamo 244 (il quintuplo, ndr). Stiamo facendo una corsa enorme anche nell’aprire nuovi posti di terapia intensiva”.

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ZAIA A SPERANZA: MEDICI NEGATIVI RESTINO IN CORSIA

Ad oggi in Veneto ci sono circa 450 tra medici, infermieri e operatori sanitari in quarantena perché sono venuti in qualche modo a contatto con pazienti positivi al coronavirus. Lo afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, annunciando di aver scritto ieri sera al ministro alla salute Roberto Speranza, proponendo una “modifica alla regolamentazione vigente introdotta di recente” in modo da consentire al personale sanitario negativo al tampone di rimanere in servizio.

“Auspico che il ministro, con il quale ho un rapporto di leale collaborazione, possa intervenire perché gli organici dei medici e di tutti gli altri operatori sanitari non vengano depauperati, pur se nel doveroso rispetto delle linee di prudenza dettate dalla scienza”. Insieme alla proposta, Zaia ha allegato un modello di sorveglianza, del quale si chiede la validazione, che garantisca da un lato il massimo della sicurezza per gli operatori sanitari e dall’altro consenta la sostenibilità delle attività sanitarie.

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