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VIDEO | Incidente Mestre, fari puntati sul guardrail che non c’era

Continuano gli accertamenti sull'incidente di Mestre. In Veneto sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale

Pubblicato:05-10-2023 09:34
Ultimo aggiornamento:06-10-2023 08:42
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mestre incidente pullman
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BOLOGNA – Nell’inchiesta aperta per omicidio stradale plurimo per l’incidente di Mestre, dove nella serata di martedì 3 ottobre un pulmann è volato giù da un cavalcavia provocando la morte di 21 persone, i fari sono puntati sul guardrail, che a quanto pare in quel punto mancava. Proprio a settembre erano partiti dei lavori di restauro: un intervento da sette milioni di euro che prevedeva il rinnovamento dell’intero cavalcavia. I lavori, però, erano arrivati a 400 metri dal punto dell’incidente.

LA SCATOLA NERA

Gli inquirenti hanno acquisito la scatola nera dell’autobus, da cui ci si aspetta di avere delucidazioni sulla dinamica. Tra le ipotesi più plausibili c’è quella del malore dell’autista, e conferme in questo senso potrebbero arrivare dall’autopsia: l’uomo, Alberto Rizzotto di 40 anni, è morto nello schianto. Stando a quanto si vede nei video ripresi dalla «Smart control room» del Comune di Venezia non si vedrebbero segni di frenata o contatti con altri veicoli.

LE VITTIME E I FERITI

Le 21 vittime (19 persone ritrovate tra le lamiere e due decedute in ambulanza) sono state tutte identificate: molti sono cittadini stranieri: tra loro nove ucraini, quattro romeni e tre tedeschi. Tra le vittime c’è una donna croata che era in luna di miele ed era incinta di sei mesi e una bimba di poco più di un anno. Nello schianto ci sono stati anche 15 feriti, alcuni in condizioni molto gravi: tra loro ci sono due fratellini austriaci (di 7 e 13 anni) che hanno perso nell’incidente la madre (è morto anche il compagno) e una bambina ucraina di 3-4 anni, ritenuta gravissima, ricoverata al centro Grandi ustionati dell’ospedale di Padova.


LE PERSONE RICOVERATE

Sono ancora ricoverati negli ospedali del Veneto 15 pazienti coinvolti nell’incidente del pullman a Mestre, 10 sono in reparti ad alta intensità di terapia intensiva, quattro nei reparti di chirurgia, uno in pediatria. Sono 12 gli adulti (sette donne, cinque uomini), e tre i minori (due bambine e un bambino). In terapia intensiva ci sono 10 pazienti (nove adulti, un minore). Quanto alle nazionalità, ci sono sei ucraini, cinque tedeschi, un francese, due spagnoli, un croato.

In dettaglio, l’Ospedale di Mestre ricovera cinque pazienti, tre di nazionalità ucraina (una donna di 43 anni, una di 40 anni, un uomo di 39 anni), due di nazionalità tedesca (un uomo di 28 anni, una donna di 27). Un paziente è in condizioni critiche, due in condizioni discrete e due in decorso regolare. All’Ospedale di Dolo c’è un paziente donna di nazionalità francese (21 anni), le cui condizioni sono migliorate. All’Ospedale di Mirano, un uomo di nazionalità croata (24 anni), le cui condizioni sono migliorate e verrà dimesso oggi dalla terapia intensiva. All’Ospedale di Treviso sono ricoverati cinque pazienti, di cui tre di nazionalità tedesca (due minori, bimba di quattro anni e ragazzo di 13 anni) e un adulto di 33 anni, più uno spagnolo (50 anni), un’ucraina (33 anni). Per tre pazienti il decorso è regolare, uno è migliorato mentre uno resta in condizioni critiche. All’Ospedale di Padova ci sono tre pazienti, due di nazionalità ucraina: una donna di 29 anni e una bambina di quattro e una donna spagnola di 52 anni. Tutte e tre le pazienti sono in condizioni critiche. Sono state identificate le pazienti che ieri erano ancora senza un nome. Si tratta di due donne: una di nazionalità tedesca; una di nazionalità ucraina

TRE GIORNI DI LUTTO

La Regione Veneto ha dichiarato tre giorni di lutto. Sono stati approntate anche misure di “supporto pscicologico, ospitalità e accoglienza” per i parenti delle vittime dell’incidente di Mestre e per i sopravvissuti.

I VIDEO DEI VIGILI DEL FUOCO

I Vigili del Fuoco hanno pubblicato numerosi video relativi all’incidente, dove tra le altre cose si vede il sollevamento del pullman e poi la successiva messa in sicurezza.



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