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Attacco di Israele a Jenin, migliaia di sfollati. Ospedale fuori uso per i lacrimogeni

I media palestinesi riferiscono che l'ordine di sfollamento sarebbe partito infatti dall'esercito

Pubblicato:04-07-2023 12:17
Ultimo aggiornamento:05-07-2023 09:47

jenin offensiva israele
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ROMA – In Cisgiordania la città di Jenin è sotto attacco da ieri: all’alba di oggi, oltre un migliaio di soldati israeliani ha fatto irruzione nella città e nell’adiacente campo profughi, in un’area che ospita circa 40mila persone. Ci sono morti e migliaia di sfollati: sono già 15mila le persone che necessitano di assistenza umanitaria, e per le quali si stanno mobilitando le agenzie delle Nazioni Unite.

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18.11 A JENIN OSPEDALE FUORI USO PER I LACRIMOGENI DI ISRAELE

Il pronto soccorso dell’ospedale Khalil Suleiman a Jenin è al momento fuori uso a causa dei gas lacrimogeni lanciati dalle forze israeliane. Lo riferisce in una nota Medici Senza Frontiere (Msf), aggiungendo che i propri team stanno curando i feriti sul pavimento dell’atrio della struttura sanitaria.
Le forze israeliane hanno lanciato più volte gas lacrimogeni all’interno dell’ospedale Khalil Suleiman, questo è inaccettabile” dichiara Jovana Arsenijevic, coordinatrice delle operazioni di Msf Jenin.


“Il pronto soccorso”, continua Arsenijevic, “non è utilizzabile in questo momento, è completamente pieno di fumo, così come il resto dell’ospedale. Le persone che hanno bisogno di cure non possono essere trattate nel pronto soccorso e siamo costretti a curare i feriti sul pavimento dell’atrio dell’ospedale. Le nostre equipe hanno curato 125 pazienti dall’inizio del raid”.

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10.58 – L’OFFENSIVA PROSEGUE, GLI SFOLLATI SONO MIGLIAIA

È salito a dieci il bilancio dei palestinesi morti a Jenin dal lancio ieri “dell’operazione militare più estesa di sempre in Cisgiordania avviata da Israele”, così come la definisce il quotidiano israeliano Hareetz. Stamani, la stampa locale riferisce che gli attacchi sono proseguiti anche nella notte e non accenna a concludersi, e si parla di “migliaia di palestinesi” in fuga da Jenin. Sono già 15mila le persone che necessitano di assistenza umanitaria, e per le quali si stanno mobilitando le agenzie delle Nazioni Unite. Secondo il Palestine Chronicle, all’alba di oggi oltre un migliaio di soldati israeliani ha fatto irruzione nella città e nell’adiacente campo profughi, in un’area che ospita circa 40mila persone.

L’esercito di Tel Aviv parla di “un’operazione antiterrorista” necessaria a scongiurare futuri attacchi, mentre secondo l’Autorità nazionale palestinese si tratta di un pretesto per portare a termine “l’occupazione” del territorio e “lo sfollamento dei civili”, e pertanto da ieri fa appello a “un intervento internazionale urgente per fermare il crimine di espulsione e sfollamento delle famiglie”. Le principali testate, tra cui Haeretz, rilanciano i video di lunghe code composte da civili – tra cui donne, bambini e anziani – costrette, a partire dalla notte scorsa, a lasciare le proprie case guidate dai militari. I media palestinesi riferiscono che l’ordine di sfollamento sarebbe partito infatti dall’esercito.

Intanto, stando al ministero della Sanità palestinese, le ultime due vittime palestinesi si sono registrata tra la notte scorsa e stamani. Si tratta di due uomini: il primo è Wisam Bakr di 17 anni, morto in ospedale stamani a causa di ferite d’arma da fuoco. Il secondo invece è stato rinvenuto in strada la notte scorsa, colpito a morte da proiettili, così come ha dichiarato la Mezzaluna rossa palestinese. Fino a ieri il bilancio era di otto morti di età compresa tra i 16 e i 23 anni. Dopo il lancio dell’offensiva militare, non si è fatta attendere la risposta di un gruppo armato di resistenza palestinese, che ad oggi avrebbe abbattutto almeno quattro droni armati. Stamani proseguono anche le denunce di gas lacrimogeni contro gli ospedali, mentre Aljazeera Arabic sostiene che i militari israeliani avrebbero aperto il fuoco contro i giornalisti.

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