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VIDEO | Attacco di Israele a Jenin, il premier palestinese: “Aggrediti davanti agli occhi del mondo”

L'ambasciatrice di Palestina in Italia: "Il ministro Ben-Gvir incoraggia a uccidere"

Pubblicato:03-07-2023 13:55
Ultimo aggiornamento:04-07-2023 18:48

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ROMA – “Il nostro popolo eroico farà fronte a questa aggressione sferrata davanti agli occhi della comunità internazionale”: così Muhammad Shtayyeh, primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), in riferimento a un raid delle Forze armate di Israele in corso nell’area di Jenin, in Cisgiordania.
Dall’inizio dell’operazione, questa notte, nel campo profughi della città, sono stati segnalati morti e feriti. Secondo l’agenzia di stampa Wafa, che cita il ministero della Sanità e responsabili di ospedale, a perdere la vita sono state almeno otto persone. Oltre 50 i feriti.

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Il campo profughi di Jenin fu costruito negli anni Cinquanta, dopo la guerra arabo-israeliana del 1948. Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), in quest’area della città circa 14mila persone vivono in uno spazio di appena 420 metri quadrati. Il raid è cominciato con bombardamenti aerei, nei quali sarebbero state uccise almeno tre persone. Wafa riferisce che nell’operazione sono coinvolti decine di mezzi blindati.


Il ministro degli Esteri di Israele, Eli Cohen, ha sostenuto che il raid è mirato contro “organizzazioni terroristiche” sostenute dall’Iran. Nel suo appello Shtayyeh ha concluso: “I crimini commessi a Jenin, Nablus e a Gaza non garantiranno sicurezza a Israele fintanto che continuerà ad aggredire il nostro popolo e ad andare contro il corso della storia”.

MSF: “A JENIN ISRAELE BLOCCA AMBULANZE E COLPISCE OSPEDALI”

A Jenin, in Cisgiordania, un team di Medici Senza Frontiere (Msf) sta fornendo assistenza medica in seguito al raid delle forze israeliane che nelle ultime ore ha causato 7 morti e 37 feriti, il più massiccio attacco nell’area dal 2002.
Il raid, come riferisce l’organizzazione umanitaria in una nota, è avvenuto via terra e per via aerea e ha causato danni anche alle strutture sanitarie. Diverse bombole di gas lacrimogeno sono cadute nel cortile dell’ospedale Khalil Suleiman, dove dalle 2 del mattino i team di Msf stanno curando i pazienti con ferite da arma da fuoco. Inoltre, i bulldozer militari hanno distrutto le strade che portano al campo profughi di Jenin, impedendo alle ambulanze di raggiungere i pazienti che necessitano di cure.

“I raid a Jenin stanno diventando sempre più frequenti e sempre più intensi. Abbiamo visto diversi pazienti con ferite da arma da fuoco alla testa e abbiamo ricevuto 37 pazienti feriti” dichiara Jovana Arsenijevic, coordinatrice del progetto di Msf a Jenin. “Le dichiarazioni delle forze israeliane secondo cui vengono prese di mira solo le infrastrutture militari sono in netto contrasto con quello che vediamo: l’ospedale dove stiamo curando i pazienti è stato colpito da gas lacrimogeni”.

AMBASCIATA PALESTINA: MINISTRO BEN-GVIR INCORAGGIA A UCCIDERE

“A Jenin, nel nord della Cisgiordania occupata da Israele, è in corso da mesi una vera e propria guerra unilaterale, che colpisce volutamente la popolazione civile palestinese seguendo precise istruzioni dell’intero governo israeliano“. Inzia così una nota dell’ambasciatrice di Palestina in Italia, Abeer Odeh, all’indomani di un raid dell’esercito israeliano nella città di Jenin, in cui sono rimasti uccisi otto palestinesi e ferite oltre una quarantina di persone. Nella nota Odeh continua: “Con parole che riflettono l’attuale politica israeliana nei confronti dei palestinesi, il ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir, ha incoraggiato a ucciderne ‘non uno o due, ma decine, centinaia, e se necessario anche migliaia‘. Ciò- osserva l’Ambasciatrice- è coerente con il proposito di Israele di porre termine agli accordi siglati per la soluzione a due Stati ed impossessarsi di tutte le terre palestinesi, portando il conflitto ad una esplosione e cercando di ingannare la comunità internazionale su chi siano i responsabili di tutto questo. Palestinesi innocenti stanno pagando il prezzo di questa strategia”.

Nella nota la rappresentante diplomatica prosegue: “Dopo l’attacco armato del 26 gennaio che ha causato 9 morti e decine di feriti, e dopo quello più recente del 19 giugno, quando i morti sono stati 7 e i feriti un centinaio, la scorsa notte la città di Jenin, con il suo campo profughi, è stata vittima di un altro crimine di guerra, che ha portato sin qui alla morte di 8 persone e al ferimento di almeno 50, di cui 10 molto gravi. Si tratta di aggressioni militari sempre più sanguinose e pesanti”. “Questa volta”, ricostruisce la rappresentante di Ramallah nella nota, “l’attacco è cominciato poco dopo la mezzanotte, con raid aerei senza precedenti negli ultimi venti anni, seguiti dall’ingresso di mezzi militari, soldati, e ruspe dell’esercito che hanno distrutto tutto ciò che si trovavano davanti, comprese case, ambulatori e diverse strade del campo, per impedire il movimento di auto e ambulanze, e ostacolare così i soccorsi. Di nuovo, le forze di occupazione hanno preso di mira i giornalisti sopraggiunti per coprire la notizia, mettendo a rischio la loro vita e distruggendo insieme alle prove le loro telecamere e radiotrasmettitori. Tutto ciò non porterà né pace né sicurezza alla regione”.

Abeer Odeh quindi conclude: “Il popolo palestinese non si arrenderà mai a questa brutalità, ma continuerà a lottare per i propri diritti e non smetterà di credere nella giustizia del diritto internazionale, che è dalla sua parte. Per questo, ci aspettiamo che la comunità internazionale, compresa l’Italia che è da sempre amica della Palestina e fautrice della legalità, agisca subito, rompendo questo vergognoso silenzio, obbligando Israele ad interrompere lo sterminio del nostro popolo, e facendo pagare ai responsabili il prezzo dei loro crimini”.

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