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Ilva, Di Maio: “Anac conferma vendita un pasticcio. Aprirò indagine al Ministero”

"Emerse criticità gravissime, il Governo non puo’ far finta di niente"

Pubblicato:20-07-2018 09:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:23
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ROMA – Luigi Di Maio contro la procedura sulla cessione dell’Ilva ad Arcelor Mittal, che come sostiene la stessa Anac “è stata un pasticcio”. A riferirlo stamane, rispondendo in aula a una interpellanza sull’Ilva presentata da Forza Italia. è lo stesso Di Maio, che annuncia l’apertura di un’indagine interna al ministero.

“Ricordo che c’era chi ci prendeva in giro dicendo che stavamo perdendo tempo a studiare le 23 mila pagine. Abbiamo studiato 23mila pagine in 45 giorni. Io credo proprio che abbiamo fatto bene visto che l’Anac ieri sera ha confermato tutte le criticità. Ha confermato che erano fondate le criticità rilevate. E meno male che quelli di prima erano i competenti”, prosegue il vicepremier.

Il documento dell’Anac

“CRITICITÀ GARA GRAVI, SUBITO INDAGINE INTERNA A MISE”

“Queste criticità sono macigni, sono gravissimi e il governo non puo’ far finta di niente. Per questo chiedero’ immediatamente chiarimenti ai commissari dell’Ilva, apriro’ una indagine interna al ministero e chiedero’ subito un parere all’avvocatura dello Stato”, aggiunge Di Maio.


“CHI AVEVA RESPONSABILITÀ POLITICHE AL MISE PAGHERA'”

“Politicamente ne dovrà rispondere chi ha fatto questa procedura di gara”. “Il vero tema- aggiunge- è che il pasticcio lo ha fatto lo Stato, non l’azienda. Lo ha fatto il ministero. Se qualcosa non è andato voglio capire di chi sono le responsabilità specifiche. Per questo governo prima della tutela occupazionale e delle questioni ambientali esiste la legalità. E noi andremo fino in fondo a indagare chi è responsabile. Non è accettabile chi dice che è tutto in regola”.

L’OFFERTA DI ACCIAITALIA ERA LA MIGLIORE

L’offerta di AcciaItalia era migliore in termini ambientali e occupazionali, ma si dava, secondo la procedura di gara, un maggiore punteggio all’offerta economica piuttosto che a quella ambientale e occupazionale. Solo l’offerta economica pesava per la meta’ del punteggio complessivo e quindi l’ambito ambientale ed occupazionale si dividevano l’altra meta’ del punteggio. In questo modo è stata scelta Arcelor Mittal”.

“In maniera incomprensibile”, continua il ministro, il rilancio di Acciaitalia “non è stato nemmeno considerato, un comportamento- aggiunge- che io definisco inspiegabile da parte del ministero”.

LE CRITICITA’ INDICATE DALL’ANAC

– Il termine ultimo per l’ attuazione del Piano ambientale, spostato dal 2017 al 2023 e quindi il numero di concorrenti ammessi.

– Il mancato rispetto di alcune scadenze intermedie da parte del vincitore.

– Insufficiente chiarezza sulla disciplina dei rilanci.

Sono queste le criticita’ che l’Anac segnala al Mise, su richiesta del ministero, chiarendo che il parere e’ reso in punto di diritto. “L’accertamento dei presupposti di fatto e di diritto previsti dalla legge, la valutazione dell’interesse pubblico prevalente, lo stesso accertamento delle illegittimità nel caso concreto sono rimessi ovviamente alla responsabilità dell’amministrazione procedente”, si legge.

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