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I due Van Gogh ‘scomparsi’ tornano a casa, di nuovo in Olanda grazie a Gdf/VIDEO

I due quadri furono rubati ad Amsterdam nel 2002, sparirono per 14 anni e furono poi a settembre a casa di un camorrista

Pubblicato:27-02-2017 17:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:57

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ROMA – Tornano a casa i due capolavori di Van Gogh rubati ad Amsterdam nel 2002, spariti per 14 anni e ritrovati nel settembre scorso, sottratti alla camorra dai finanzieri del comando provinciale di Napoli. Un volo privato partito oggi dall’aeroporto di Capodichino riporterà in Olanda le preziose tele, esposte per tre settimane nelle sale del Museo di Capodimonte, dove il comandante generale della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi, ha riconsegnato i dipinti alle autorità olandesi. Nella caserma Piave di viale XXI Aprile, a Roma, il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, si è congratulato con la Guardia di Finanza per il ritrovamento dei due quadri, ‘La chiesa riformata di Nuemen‘ (1884) e ‘Vista dalla spiaggia di Scheveningen‘ (1882), considerati di “inestimabile valore artistico” e finiti anche nella Top ten art crimes dell’Fbi. “Oggi celebriamo la conclusione di una storia molto importante per il nostro Paese, ma non solo” ha detto il ministro, che ha ringraziato “a nome del Governo” chi ha svolto l’operazione che “ci consegna ancora una volta il ruolo di leadership riconosciuto nel mondo nel contrasto al traffico illecito di opere d’arte”.

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Da oggi al Museo di Capodimonte i capolavori ritrovati di Van Gogh

Era il dicembre del 2002 quando i due quadri vennero trafugati dal Van Gogh Museum. Delle opere, di piccole dimensioni e “fondamentali” per ricostruire la prima stagione pittorica dell’artista, si persero le tracce per circa 14 anni. Poi, il ritrovamento a settembre scorso durante un’operazione anti-camorra. LE

INDAGINI E IL RITROVAMENTO

L’indagine della Finanza trae spunto da un filone investigativo intorno al clan camorristico Amato-Pagano, i cosiddetti Scissionisti, dedito al traffico internazionale di droga e al riciclaggio. La Guardia di finanza scopre basi stabili del clan in Olanda e Spagna e individua i canali di riciclaggio. Scattano la custodia cautelare, ma soprattutto il sequestro dei beni pari a 33 milioni di euro tra società, terreni, fabbricati e ville. In una delle proprietà perquisita a settembre 2016, i finanzieri trovano i due Van Gogh “in buono stato di conservazione e avvolte da un panno bianco”. A gennaio i due capoclan, Raffaele Imperiale e Mario Cerrone, sono stati condannati a 18 e 14 anni.


L’ARTE COME ‘BENE RIFUGIO’ DEI CLAN

Gli Amato-Pagano usavano i due Van Gogh anche come garanzia per i traffici di droga, “dimostrando ai cartelli sudamericani dei narcos quali tangibili certezze potesse arrivare a offrire”. Del resto, “le opere d’arte rappresentano sempre più un bene rifugio sia come fonte di finanziamento che come garanzia- ha spiegato il comandante generale della Gdf, Giorgio Toschi- per questo è necessario che la tutela sia rafforzata”. Insieme al ministro, il comandante ha consegnato un Encomio solenne ai protagonisti dell’operazione.

L’ESPOSIZIONE A CAPODIMONTE

Dopo la condanna dei camorristi, la Guardia di finanza ha avviato la fase di restituzione dei Van Gogh alle autorità olandesi, avvenuta lo scorso 6 febbraio al Museo di Capodimonte. Prima di prendere il volo per Amsterdam, però, le opere sono rimaste in esposizione per tre settimane nelle sale del Museo. “Nel mondo- ha detto infine Franceschini- l’Italia ha acquistato una credibilità particolare grazie alla competenza e alla conoscenza, ma anche grazie alla restituzione delle opere. Per questo c’e’ stata la possibilità di far fermare un po’ le opere a Capodimonte con una esposizione che ha registrato un grande successo di pubblico”. Una “giornata importante” per il titolare del Collegio romano, secondo il quale “lavorando insieme potremo rafforzare questa leadership sempre di più”. E ricordando il G7 della Cultura che si terra’ a Firenze il 30 e 31 marzo, Franceschini ha spiegato che “una delle sessioni tematiche sarà proprio sul tema del traffico illecito di opere d’arte”.

di Nicoletta Di Placido, giornalista professionista

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