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Renato Cozzi è il nuovo presidente dell’Associazione Medici Endocrinologi

In una lettera aperta rivolta a soci e colleghi, Cozzi ribadisce l'importanza di porre il paziente al centro. Succede a Franco Grimaldi

Pubblicato:03-11-2022 12:43
Ultimo aggiornamento:03-11-2022 12:43

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ROMA – Sarà Renato Cozzi, 72 anni, a guidare per i prossimi due anni il nuovo Consiglio direttivo dell’Ame Ets (Associazione medici endocrinologi), nominato e insediato a seguito del recente Congresso nazionale tenutosi a Roma.

L’IMPORTANZA DI METTERE IL PAZIENTE AL CENTRO

Renato Cozzi, che subentra a Franco Grimaldi nel ruolo di presidente, in una lettera aperta rivolta a soci e colleghi ribadisce l’importanza di porre il paziente al centro e di domandarsi “in ogni momento” se “siamo sempre sicuri di fare tutto e solo quello che realmente serve per portare il maggior beneficio possibile al nostro paziente” perché, aggiunge, “è questa la nostra missione e dobbiamo sempre ricordarcelo”.

IL RUOLO FONDAMENTALE DELLA FUTURA GENERAZIONE DI ENDOCRINOLOGI

Gli obiettivi individuati dal nuovo presidente, esperto in patologia ipofisaria per cui ha acquisito competenza a livello nazionale e internazionale, già direttore della Sc endocrinologia ospedale Niguarda Milano e oggi consulente endocrinologo presso l’Istituto nazionale neurologico Carlo Besta, guardano in particolar modo alla futura generazione di professionisti poiché a questi è necessario trasmettere i valori più importanti della pratica professionale, “il rispetto per il paziente- scrive Cozzi- l’affidabilità, che è la capacità di assumersi le proprie responsabilità, e le competenze professionali”.


L’AME COME UN GRANDE LABORATORIO DELL’ATTENZIONE E DELLA CURA

Così il nuovo Direttivo Ame punta a rafforzare formazione e professionalità tra i giovani endocrinologi, attraverso un sempre maggiore coinvolgimento di questi nel percorso formativo della società come nella fase operativa, “ascoltando il loro parere” e facendo sì che l’Ame sia sempre più considerata da tutti “un grande laboratorio dell’attenzione e della cura, in grado di occuparsi in maniera sistematica delle patologie più impegnative, come diabete o obesità, ma anche di quelle che vediamo tutti i giorni come quelle della tiroide, che richiedono un nostro continuo aggiornamento, senza dimenticare le malattie rare“.

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