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Riccione, folla e lacrime alla camera ardente delle sette vittime dell’incidente sulla A4

Al Playhall tante persone rendono omaggio ai "magnifici sette" morti venerdì a San Donà di Piave: l'ex sindaco Massimo Pironi, la responsabile educativa Romina Bannini e cinque ragazzi del Centro 21

Pubblicato:12-10-2022 18:07
Ultimo aggiornamento:12-10-2022 18:07

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RICCIONE (RIMINI) – È un lungo e commosso abbraccio quello con cui Riccione saluta “i magnifici sette“, le vittime dell’incidente stradale sull’A4 di venerdì scorso. Così, infatti la città ha ribattezzato i cinque ragazzi del Centro 21 Francesca Conti, Rossella De Luca, Maria Aluigi, Valentina Ubaldi e Alfredo Barbieri, la responsabile educativa Romina Bannini e l’ex sindaco della Perla Verde Massimo Pironi. Alla camera ardente allestita al Playhall il pellegrinaggio dalle 15 di questo pomeriggio è continuo. E proseguirà in serata fino alle 22 e nella mattinata di domani.


Le sette bare in legno chiaro allineate, le rose bianche e rosse, gli anturium candidi, e il silenzio ogni tanto rotto dalla commozione e dai pianti. Al primo picchetto d’onore ci sono la sindaca della Perla Verde Daniela Angelini, il presidente della Provincia Riziero Santi, la consigliera regionale Nadia Rossi e il parlamentare riminese Andrea Gnassi, seguiranno gli altri: sono un centinaio le persone che si sono prenotate, in gran parte civili a testimoniare l’attaccamento al Centro 21 di tutta la comunità.

Tra loro c’è anche Maria Cristina Codicè, presidente del Centro 21 e mamma di una delle vittime, Maria Aluigi: “Loro – si ferma con la stampa – sono già tutti insieme in Paradiso e sono la nostra guida, i nostri magnifici sette. Chiediamo loro che ci indichino la strada giusta, soprattutto per le altre famiglie e i ragazzi che contano su quello che con Massimo e Romina avevamo iniziato”.


La commozione traspare dagli occhi quando sottolinea che Riccione “ha imparato a conoscerci e non ci ha abbandonato, una compagnia commovente. Non sentirsi sola – sottolinea – è la cosa che più sta aiutando in questo momento”. Ma non tutto finisce oggi, prosegue, il Centro va avanti, e se qualcuno se ne dimenticherà, promette la presidente, “lo andremo a punzecchiare. I ragazzi che oggi piangiamo sono un esempio plateale” del lavoro della struttura: “Tre avevano un contratto di lavoro regolare a tempo indeterminato e tutti e cinque già vivevano in maniera indipendente. Non stiamo parlando di assistenza, stiamo aiutando ragazzi che hanno le capacità a diventare autonomi”. Certo, conclude, ora il momento è duro, è l’ora del pianto in via Limentani: gli educatori aiutati da psicologi supportano ragazzi e famiglie per “guardare la cosa per quello che è, per starci davanti”.

L’omaggio ai “magnifici sette” intanto prosegue e i sette registri per le presenze si arricchiscono non solo di nomi, ma anche di saluti, storie e ricordi. La camera ardente sarà aperta anche domani dalle 7 alle 11, mentre alle 14.30 si terranno i funerali allo stadio comunale, presieduti dal vescovo Francesco Lambiasi, per i quali sono attesi tra gli altri l’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini, la presidente dell’Assemblea legislativa regionale Emma Petitti e il sindaco di San Donà di Piave, luogo dell’incidente in provincia di Venezia, Andrea Cereser.

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