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Affitti brevi turistici illegali, Riccione dice basta

La sindaca Danela Angelini annuncia convenzione con Airbnb e giro di vite sui controlli

Pubblicato:05-04-2024 20:17
Ultimo aggiornamento:05-04-2024 20:17

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RICCIONE- Riccione dichiara guerra agli affitti brevi turistici illegali. Fonte di “concorrenza sleale” verso gli alberghi, di “evasione fiscale” e, “soprattutto” di insicurezza.

Poche certezze sul tracciamento dei flussi di persone

Da un lato dunque, spiega la sindaco del Comune rivierasco in provincia di Rimini Daniela Angelini, verrà siglata una convenzione con la piattaforma Airbnb, che, secondo un’indagine di Federalberghi Riccione, offre nella Perla Verde 552 alloggi, 3.663 in tutta la provincia, 1.745 a Rimini e 310 a Cattolica. Dall’altro ci sarà un giro di vite sui controlli, così da pescare “qualche furbetto” nel mare magnum degli affitti e tenere maggiormente monitorati i flussi di chi vi alloggia.


Il fenomeno, argomenta la prima cittadina, ha “carattere nazionale” ed è “in continuo aumento”. E così, oltre a inficiare l’ordine pubblico non essendoci piena conoscenza di chi e in quanti prendono in affitto un appartamento, crea anche “un problema abitativo”, rendendo estremamente complicato, e caro, trovare una casa in affitto annualmente.

Prefettura pronta a intervenire in base a segnalazioni specifiche

Dalla Prefettura, prosegue, c’è la disponibilità a intervenire su precise segnalazioni, per questo verrà creata una sorta di nucleo nella Polizia locale per “iniziare un controllo più capillare”, in collaborazione con gli albergatori e altri soggetti interessati. Così da elevare le prime sanzioni, renderle pubbliche e dare un segnale.

Ecco i dati dell’indagine sulla piattaforma Airbnb di Federalberghi Riccione

Nello specifico dell’indagine sulla piattaforma Airbnb entra il presidente di Federalberghi Riccione Bruno Bianchini: gli alloggi sono passati dal centinaio del 2016 a oltre 550 nell’agosto scorso, con un aumento nell’ultimo anno del 26,3%; mentre a livello provinciale sono passati da un migliaio a 3.600 con una crescita nell’ultimo anno del 23,7%.

Di certo, continua, “non si tratta di alloggi condivisi e di piccoli redditi”, così come “non si tratta di attività occasionali”. Le conseguenze sono “un consumatore ingannato due volte”; evasione fiscale dall’Iva all’Ires, dalla Tari all’imposta di soggiorno; lavoro irregolare e rischi per la pubblica sicurezza; spopolamento dei centro storici.

Senza dimenticare la concorrenza sleale agli operatori che seguono le regole. Da qui, conclude, la richiesta di nuove regole in materia e più controlli.

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