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A Riccione una veglia di dolore e speranza per l’ex sindaco Pironi e i ragazzi del Centro 21

Il vescovo di Rimini Francesco Lambiasi ha celebrato nella chiesa di San Martino la funzione in omaggio alle sette vittime dell'incidente stradale sulla A4

Pubblicato:10-10-2022 11:00
Ultimo aggiornamento:10-10-2022 11:53

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RICCIONE – Chiesa di San Martino, e piazzale antistante, gremiti ieri sera a Riccione in provincia di Rimini, per la veglia funebre in omaggio alle sette vittime dell’incidente stradale sulla A4 di venerdì scorso. All’ex sindaco della Perla Verde Massimo Pironi e ai cinque ragazzi del Centro 21, Francesca Conti, Rossella De Luca, Maria Aluigi, Valentina Ubaldi e Alfredo Barbieri, si è infatti purtroppo aggiunta Romina Bannini, operatrice nella struttura che si occupa di persone down e unica iniziale superstite del tragico schianto.

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A celebrare la funzione il diacono Paolo Fabbri e il vescovo di Rimini Francesco Lambiasi, con presenti tutti i sacerdoti della città. Seduti nelle prime file i familiari delle vittime, strette dai riccionesi in un abbraccio fraterno, commosso e rispettoso del dolore. E le autorità civili e militari, a partire dalla sindaca Daniela Angelini accompagnata dalla sua giunta.


LE PAROLE DEL VESCOVO

Le sette vittime, sottolinea il vescovo durante la funzione, “ci guardano da qualche oblò, da qualche balcone che ci deve essere lì su in cielo” e “noi ci abbracciamo nel dolore ma anche nella speranza”. Perché “non tutto può finire qui“. Certo, prosegue il porporato, oggi ci si sente oppressi da “una montagna di strazio“, ma “l’amore è più forte della morte. Nessun trionfalismo – aggiunge – sarebbe stonato, retorico e ipocrita”, ma “anche il 7 ottobre 2022” Dio è pronto ad accogliere “i nostri giovani amici e il carissimo Massimo, con il quale ho inaugurato il Centro 21″.

Riccione, conclude Lambiasi, è “sgomenta per tanto dolore proprio nel momento in cui stava per festeggiare 100 anni di vita e noi siamo qui per fare il pieno di speranza. Anche questa volta la morte ha subito una cocente sconfitta. Coraggio, popolo di Riccione”.

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