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L’addio del presidente della Lucana Film Commission: “Nessuna revoca, me ne vado”

Stabile: "Progetto e visione approvati dai soci fondatori in realtà non sono di loro interesse e non c'è alcuna volontà di farli realizzare"

Pubblicato:14-12-2021 12:51
Ultimo aggiornamento:14-12-2021 12:51
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roberto stabile_lucana film commission
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POTENZA – “Non sono stato revocato o licenziato. Sono io che me ne vado, constatato che il progetto e la visione approvati dai soci fondatori in realtà non sono di loro interesse e non c’è alcuna volontà di farli realizzare”. Così il presidente della Lucana Film Commission, Roberto Stabile, in una lettera ai lucani pubblicata oggi sulla pagina Facebook dell’organizzazione.

“Me ne vado – continua – soprattutto perché ho perso la fiducia in coloro i quali mi hanno nominato e dovrebbero supportare e guidare il mio operato, me ne vado perché credo nella libertà di pensiero, nella libertà dì stampa, credo nel rispetto delle regole, degli statuti, delle leggi, me ne vado perché non ho nessuna intenzione di tenere la Fondazione paralizzata per i prossimi tre anni che restano prima di esaurire il mio mandato”.

Stabile racconta che per mesi l’ente ha “lottato” per ottenere dalla Regione Basilicata l’approvazione del piano delle attività e del bilancio “che non richiedeva alcuno sforzo o elargizione di somme diverse dal passato” aggiunge il presidente uscente, così come il piano assunzioni: “La fondazione – scrive Stabile – ancora oggi conta su zero dipendenti, nonostante abbia due sedi, neanche una segreteria che possa accogliere le richieste, rispondere al telefono o alle mail”.

Nonostante le denunce, Stabile spiega di non avere mai ottenuto risposte concrete, “se non promesse che hanno poi portato all’approvazione del piano attività e bilanci quando non c’erano più i tempi tecnici per indire i relativi bandi, unica modalità corretta e trasparente per gestire il denaro pubblico, e soprattutto senza ancora approvare il piano assunzioni, e quindi privando di fatto la fondazione del personale necessario a svolgere le attività”. Stabile racconta infine anche di “varie pressioni ricevute, in modo più o meno diretto, per fare assunzioni o supportare progetti in modalità dirette e non del tutto trasparenti, tutte respinte al mittente sia dal sottoscritto che dagli altri consiglieri”.


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