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La tennista cinese Peng Shuai ‘riappare’ in videochiamata con il presidente del Cio

La 35enne non dava notizie di sé dal 2 novembre scorso, dopo aver denunciato di aver subito abusi sessuali all'ex vice-premier cinese. Il mondo del tennis si era mobilitato per chiedere notizie sulle sue condizioni

Pubblicato:22-11-2021 10:44
Ultimo aggiornamento:22-11-2021 13:23
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tennista cinese peng shuai thomas bach
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Di Mario Piccirillo e Erika Primavera (Foto Cio)

ROMA – Peng Shuai sta bene. La tennista cinese, protagonista di un caso internazionale dopo le preoccupazioni sorte in tutto il mondo sulle sue condizioni, ha rassicurato attraverso una videochiamata di trenta minuti con il presidente del Cio, Thomas Bach, la presidente della Commissione atleti del Cio, Emma Terho, e il membro del Cio in Cina, Li Lingwei, che conosce da molti anni la stessa Peng Shuai.

LE ACCUSE DI ABUSI SESSUALI ALL’EX VICE-PREMIER

La tennista, che non dava notizie di sé in prima persona dal 2 novembre scorso – dopo aver denunciato recentemente di aver subito abusi sessuali dall’ex vice-premier e membro del Partito Comunista cinese, Zhang Gaoli – ha ringraziato il Comitato Olimpico Internazionale per il suo interessamento. Come spiega il Cio, la 35enne ha dichiarato di trovarsi al sicuro nella sua casa a Pechino, ma vorrebbe che la sua privacy fosse rispettata in questo momento: ecco perché preferisce stare con gli amici e la sua famiglia, anche se continuerà a dedicarsi al tennis, lo sport che ama tanto.


L’INVITO A CENA DA PARTE DI BACH

“Sono stata sollevata nel vedere che Peng Shuai stava bene, era la nostra principale preoccupazione. Sembrava rilassata – le parole della presidente della Commissione atleti del Cio, Emma Terho – Le ho offerto il nostro sostegno e di rimanere in contatto in qualsiasi momento, cosa che ovviamente ha apprezzato”. Alla fine della chiamata, il presidente Bach ha invitato Peng Shuai per una cena una volta arrivato a Pechino il prossimo gennaio: invito che la tennista ha accettato volentieri con l’invito esteso anche a Terho e a Li Lingwei.

WTA: “LA VIDEOCHIAMATA NON BASTA”

La videochiamata di Peng Shuai con il presidente del Comitato Olimpico Internazionale non è abbastanza, non affronta né allevia la preoccupazione della Women’s Tennis Association (Wta) per il suo reale stato di salute. Alla Wta non basta. L’ex tennista cinese che aveva denunciato un importante politico di averla aggredita sessualmente era poi letteralmente scomparsa, destando l’indignazione internazionale. È ricomparsa dopo tre settimane in una videochiamata con Bach.

“È stato bello vedere Peng Shuai in video, ma non alleviano o affrontano la preoccupazione della Wta per il suo benessere e la capacità di comunicare senza censura o coercizione“, ha detto un portavoce dell’associazione. “Questo video non cambia la nostra richiesta di un’indagine completa, equa e trasparente, senza censura, sulla sua accusa di violenza sessuale, che è la questione che ha dato origine alla nostra preoccupazione iniziale”.

ONG ACCUSANO IL CIO: “FA PROPAGANDA ALLA CINA”

Il Comitato olimpico internazionale è stato accusato da varie associazioni per la difesa dei diritti umani di aver fatto una “acrobazia pubblicitaria” sulla pelle di Peng Shuai, aiutando la Cina a dribblare le pressioni per il caso della ex tennista “scomparsa” e poi riapparsa dopo le accuse di stupro ai danni di un alto funzionario di governo. La videochiamata che in teoria avrebbe dovuto chiudere il caso sta scatenando ulteriori polemiche.

Nikki Dryden, avvocato per i diritti umani ed ex nuotatrice olimpica per il Canada, ha etichettato la gestione del caso Peng da parte del Cio come un “esercizio mediatico” progettato per alleviare le crescenti minacce di boicottaggio diplomatico mentre la Cina si prepara a ospitare i Giochi invernali a febbraio: “Niente nel comunicato stampa del Cio mi fa sentire a mio agio sul fatto che sia al sicuro, che senta di non essere oggetto di ritorsioni o costrizione. Hanno preso il controllo della situazione perché temono per la narrazione intorno a Pechino”. Elaine Pearson, la direttrice australiana di Human Rights Watch, ha criticato il Comitato olimpico internazionale per aver preso parte al video: “Francamente, è vergognoso vedere il Cio partecipare a questa farsa del governo cinese“.

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