Tra gli indiscutibili benefici del latte materno è riconosciuto l’effetto protettivo contro le infezioni, dovuto a fattori bioattivi e al passaggio di immunoglobuline. In occasione della Settimana mondiale per l’allattamento materno, la Sin mette in luce un importante quanto attuale aspetto: anche gli anticorpi anti-Sars-CoV-2 sono trasmessi dalla madre al neonato durante l’allattamento a seguito dell’infezione naturale o della vaccinazione. Da recenti studi è emerso che, in seguito all’infezione da Coronavirus, sono sempre presenti nel latte materno anticorpi specifici, ed alcuni di essi si ritrovano fino ai 10 mesi dal parto. È stato, infine, studiato che l’effetto neutralizzante sul Covid degli anticorpi si mantiene anche dopo la pastorizzazione del latte materno (nel caso di latte donato da Banca).
Grazie alle “crescenti evidenze sulla sicurezza della vaccinazione in gravidanza nei confronti del feto e della madre, alle nuove evidenze relative alla maggiore morbosità associata alla variante Delta, e alla crescente circolazione della stessa variante, nonché del notevole abbassamento dell’età mediana all’infezione in Italia”, l’Iss aggiorna le precedenti indicazioni ad interim raccomandando “l’estensione dell’offerta vaccinale, con vaccini a mRNA, a tutte le donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre che desiderino vaccinarsi”. In questo caso “devono valutare rischi e benefici insieme a un sanitario, anche alla luce dell’evidenza che la febbre, che rientra tra le possibili reazioni al vaccino, può causare un aumento del rischio di malformazioni congenite”.
Le cisti ossee giovanili possono manifestarsi anche nella prima infanzia, tra i 7 e i 9 anni. Sono quasi sempre asintomatiche e la loro presenza viene scoperta, nella maggior parte dei casi, in occasione di quelle che vengono definite ‘fratture patologiche’, cioè “una frattura che avviene a seguito di un evento minore che in condizioni normali non l’avrebbe causata”. A spiegare natura e ‘funzionamento’ delle cisti ossee giovanili è Cosimo Gigante, presidente uscente della Sitop.
“Il dato dei 404mila nuovi nati nel 2020 per un Paese come il nostro, di circa 60 milioni di abitanti, è assolutamente insufficiente. Significa un Paese che ha perso vitalità. Al di là delle conseguenze di natura economica si ragiona anche in termini di ricambio generazionale e se questo non c’è il Paese si ferma”. A dirlo è il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, ragionando sulle conseguenze demografiche del Covid. E per il 2021 Blangiardo sottolinea che “le variazioni mensili dicono che si andrà sotto la soglia dei 400mila nuovi nati. È importante fare degli investimenti per aiutare le famiglie”.
Come sono cambiate le abitudini e i comportamenti dei bambini un anno dopo il lockdown? Se lo è chiesto la sezione Lombardia della Sicupp analizzando un campione di oltre 3.000 bambini da 1 a 10 anni nel periodo successivo al primo lockdown e poi di nuovo a maggio 2021. “Alimentazione e sonno continuano ad essere messi a dura prova”, sottolinea Marina Picca, coordinatrice scientifica del progetto. Un altro dato interessante, analizzato solo nel 2021, è la presenza di disturbi di ‘malessere’ fisico in circa il 40% dei bambini della scuola primaria, soprattutto cefalea, mal di pancia, stanchezza e disturbi agli occhi.
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