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VIDEO | Il social freezing? “Dopo i 35 anni giusto pensarci, non è scorciatoia”: parla l’esperto di Pma

Preservare e congelare gli ovuli è indicato se non si trova il momento giusto per avere una gravidanza? Lo abbiamo chiesto a Pasquale Totaro, responsabile Pma dell'ospedale Santa Maria di Bari

Pubblicato:02-10-2020 13:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:59

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ROMA – Sempre più coppie nel nostro Paese ricorrono alla fecondazione assistita per cercare un bebè e l’età media delle pazienti è alta. Spesso si tarda a ricercare la gravidanza per motivi sociali e lavorativi. E in questi casi è possibile preservare e mettere in ‘banca’ la propria fertilità? E in tempi di pandemia le procedure di fecondazione si possono fare in sicurezza o è meglio aspettare che il virus si spenga. A rispondere alle domande dell’agenzia di stampa Dire è Pasquale Totaro, responsabile della Procreazione medicalmente assistita dell’Ospedale Santa Maria di Bari del gruppo Gvm Care & Research.

Il social freezing secondo lei può essere una valida soluzione per chi arriva tardi a cercare una gravidanza oppure è solo un modo per aggirare il problema?


“Assolutamente no. Per l’anno prossimo, in occasione dei festeggiamenti dei 30 anni del nostro centro abbiamo in programma di organizzare delle giornate dedicate al social freezing un argomento che mi sta a cuore. I media devono dare forte impulso ed eco a queste tematiche. Se allo scoccare dei 35 anni non ci sono le condizioni per diventare madre, alle donne dico di pensare a congelare i propri ovuli. Anche se si pensa alla maternità intorno ai 40 anni, comunque si possono utilizzare ovociti più ‘giovani’. Passati i 35 anni, controllare la salute e la fertilità. E ai ragazzi dico di farlo fin da giovani”.

Il virus circola ancora. Nel vostro caso, in Puglia, il Covid ha creato delle liste d’attesa oppure il vostro servizio è a regime? Infine, una rassicurazione… è sicuro fare un ciclo di Pma anche se il Covid circola ancora?

“Ci siamo fermati solo nel periodo del lockdown come previsto dal Governo. I cicli sono slittati solo un paio di mesi e comunque nel nostro centro non ci sono liste d’attesa. Per quanto riguarda la sicurezza, non ci sono pericoli o limitazioni a sottoporsi ai cicli di fecondazione assistita: bisogna solo seguire le raccomandazioni che già conosciamo. Inoltre, abbiamo dei protocolli rigidi della nostra direzione sanitaria. In ogni caso noi prevediamo un triage telefonico con i nostri pazienti e prima di ogni intervento di prelievo ovocitario sottoponiamo le nostre pazienti a tampone. Ci teniamo alla cura e alla sicurezza dei pazienti e dei nostri medici ed operatori”.

SE LA CICOGNA NON ARRIVA

Il sogno di avere un bebè per molte coppie non è un percorso così facile. Non sono solo le patologie a giocare contro, ma il fattore tempo, molto spesso, è il nemico numero uno. Spesso la mancanza di un lavoro certo e di un rapporto sentimentale stabile spinge le donne a ritardare questo momento.

E se il bebè tarda ad arrivare che cosa bisogna fare? Dopo quanti tentativi è bene rivolgersi a degli specialisti e quali sono le prestazione che una coppia può trovare rivolgendosi al vostro centro?

“Il prossimo anno ricorrono i 30 anni dalla nostra costituzione, di esperienza ne abbiamo fatta. Per l’infertilità valgono in generale le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità ovvero dopo un anno di rapporti liberi se la gravidanza non arriva è bene rivolgersi agli specialisti. Ma direi che se una paziente ha superato i 35 anni d’età, anche dopo 6 mesi di rapporti, è bene che la coppia indaghi sul problema. Nel nostro centro siamo in grado di offrire una diagnosi a 360 gradi. Ci avvaliamo di una equipe multidisciplinare composta da andrologi, urologi, ginecologi e offriamo una valutazione per l’infertilità sia maschile che femminile completa ed effettuiamo l’esame delle tube, la biopsia testicolare nei casi di azospermia, programmi di rapporti mirati e se necessario programmare, secondo le indicazioni, cicli di: IUI, Fivet ed Icsi. E naturalmente offriamo ai nostri pazienti il supporto psicologico necessario in questo tipo di percorsi”.

È noto, come evidenzia anche l’ultima ‘Relazione al Parlamento sulla Pma del 2019’, che l’età media delle donne che ricorrono a queste tecniche si aggira intorno ai 35-39 anni. Un fenomeno legato anche all’incertezza lavorativa o alla mancanza di un rapporto sentimentale stabile… ma quanto è importante il fattore tempo anche per il successo di queste tecniche?

Un appello alle donne… “Oggi trovare il partner giusto e l’incertezza lavorativa sono elementi che indicano la mancanza di stabilità., Questo è un fattore strategico e che incide inevitabilmente per questo si ritarda sempre di più il momento per ricercare una gravidanza. Bisogna però capire che la fertilità femminile diminuisce con il passare dell’età così come le percentuali di successo. Tra i 40 e i 42 anni abbiamo un 10-15% di possibilità che decade drasticamente dopo il compimento dei 43 anni. Dunque la mia raccomandazione è fare i figli il prima possibile. Il tempo perfetto per cercare un bebè non si trova mai ma dico sempre fate un figlio e poi si trova il modo per far quadrare tutti gli altri fattori perchè poi potrebbe essere molto difficile”.

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