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La Casa delle Donne diventa un luogo di incontro virtuale

Attrici, politiche, giornaliste, scrittrici, artiste, filosofe si ritrovano assieme a precarie, a lavoratrici in smart working per raccontarsi in questi tempi di emergenza

Pubblicato:20-03-2020 08:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:11

ragazza computer
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ROMA – Imma Piro, Nicoletta Braschi, Livia Turco, Dalila Novelli, Silvana Pisa, Manuela Perrone. Attrici, politiche, giornaliste, scrittrici, artiste, filosofe, donne del mondo dell’associazionismo e delle fondazioni, si ritrovano assieme a precarie, a lavoratrici in smart working come Flaminia, o a collaboratrici familiari come Angela, per raccontare la propria esperienza di lavoro o di vita, in questi tempi di emergenza, o anche solo per leggere una poesia e proporre una riflessione.

Semplicemente donne, che si ritrovano virtualmente nella grande piazza social al femminile che e’ diventata la Casa Internazionale delle Donne di via della Lungara 19, a Roma, che, proprio l’8 marzo, ha deciso di lanciare, con le parole della presidente Maura Cossutta, l’iniziativa #ledonnenonsifermano, brevi videoracconti caricati sulla piattaforma Youtube e condivisi, poi, sui canali social. 


“Di fronte a questa emergenza del coronavirus- racconta all’agenzia Dire Cossutta- tutta l’attivita’ sociale e’ sospesa, e quindi anche la Casa ha risentito di questi condizionamenti. Abbiamo cercato di reagire subito, di dire ‘la Casa deve restare aperta’, deve restare un punto di riferimento di una rete virtuale, di una possibilita’ di incontro, per mantenere la comunicazione e la relazione. Cerchiamo di far parlare le donne, per capire come sta cambiando la loro vita- spiega- di raccogliere le loro riflessioni rispetto a tutte le domande che si stanno ponendo le persone in questa fase. Ciascuna nella sua diversita’, in video brevi, racconta quello che sta percependo”.

L’obiettivo e’ “rappresentare con la Casa quello che sta cambiando non solo nella vita, ma anche nel modo di pensare e di pensarsi delle persone, il modo di essere e di reagire che appartiene alle donne“.

Per Cossutta e’ fondamentale che la Casa, anche in questa fase, possa “avere il ruolo di luogo incontro, per mantenere la comunicazione, la relazione, l’ascolto delle vite. Abbiamo bisogno di far vedere le facce e ascoltare le voci”, dice, sottolineando come il coronavirus stia “svelando alcuni nodi che il femminismo aveva gia’ individuato in modo lungimirante. Mi riferisco alla follia di questo sistema economico di produzione e di consumo, che distrugge l’ambiente e determina disuguaglianze e schiavitu’, a quello che sta succedendo. Queste pandemie determinate dal salto di specie che e’ legato a squilibri ambientali e distruzione delle risorse”. In piu’, continua la presidente della Casa Internazionale delle Donne, “l’importanza della cura e della relazione, perche’ prima della politica c’e’ l’umano, di cui oggi comprendiamo tutta l’importanza in questo stato di sospensione sociale. Le donne hanno sempre messo cura, relazione e solidarieta’ al centro di un’altra idea di societa’ e del mondo“. 

Anche sul lavoro, “l’analisi femminista e’ stata lungimirante- osserva Cossutta- Sullo smart working, sul lavoro di cura, come sul lavoro invisibile domestico, o su quello precario, senza diritti, garanzie e riconoscimento”. Tutti “nodi politici che paradossalmente il coronavirus sta svelando e che il femminismo ha sempre ritenuto centrali nella sua riflessione politica e sociale”. Ecco che allora, secondo Cossutta, “questo virus puo’ rappresentare l’occasione per una rivoluzione, se” e solo se “si decide, una volta per tutte, di affrontare e risolvere questi nodi”. Come? “Non tagliando piu’ le risorse destinate alla sanita’ pubblica, investendo di piu’ sul welfare, bloccando l’inquinamento e la distruzione delle risorse con politiche ambientali adeguate, cambiando il modello di sviluppo”. E, soprattutto, “costruendo un’altra etica, con altri valori. Altro che muri- avverte Cossutta- questo virus attraversa i confini, abbiamo voltato pagina. Ora si tratta di ricostruire una comunita’ fatta di reciprocita’, solidarieta’ e responsabilita’”. 

Ed e’ questo l’appello finale alle istituzioni: “Non rimandare piu’ scelte necessarie, perche’ rimandarle sarebbe un crimine”. Mentre, alle donne, “che stanno dimostrando assoluta responsabilita’ nel lavoro e nelle famiglie, con la loro consueta voglia di resistere e costruire nella crisi la trasformazione”, Cossutta lancia un messaggio di solidarieta’ e coesione: “Vi siamo vicine, restiamo unite e continuiamo con la nostra forza. Seguiteci su Youtube e sui social con l’hashtag #ledonnenonsifermano e contribuite portando i vostri racconti”.

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