ROMA – Erano stati in contatto con Abdessalem Lassoued, il terrorista tunisino che nell’ottobre scorso ha assassinato due svedesi a Bruxelles, e i loro profili social sono contraddistinti dai “contenuti tipici degli ambienti dell’estremismo di matrice confessionale”. Si tratta di 18 soggetti di origine nordafricana che abitano nelle province di Bologna, Brescia, Como, Fermo, Ferrara, Lecco, Macerata, Teramo, Palermo, Perugia, Roma, Torino, Trento e Udine e per i quali personale del Ros dei Carabinieri e della Digos della Questura di Bologna, con il supporto del Raggruppamento operativo speciale di Roma e della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, sta procedendo all’esecuzione di un decreto di perquisizione, emesso dal procuratore di Bologna Giuseppe Amato e dal pm Stefano Dambruoso della Direzione distrettuale antimafia ed antiterrorismo della della Procura di Bologna.
Le misure derivano dagli approfondimenti investigativi scaturiti dall’attentato a Bruxelles compiuto, lo scorso 16 ottobre, dal tunisimo Lassoued e da elementi acquisiti dai canali di cooperazione internazionale, avviate fin da subito con la Polizia belga e Europol, che hanno consentito di fare luce sui contatti mantenuti in Italia dall’attentatore che era rimasto in Italia dal 2012 al 2016.
I 18 soggetti, specificano gli investigatori in un comunicato stampa, erano tutti “appartenenti alla cerchia relazionale virtuale del cittadino tunisino” e i loro profili social, appunto, esibivano “contenuti tipici degli ambienti dell’estremismo di matrice confessionale”. Gli sviluppi di questi accertamenti hanno già permesso di individuare altri stranieri nei cui confronti si è definito l’iter per l’allontanamento dall’Italia territorio nazionale con provvedimenti amministrativi di espulsione. E ora vengono valutate le posizioni degli stranieri destinari delle perquisizioni per verificare la regolarità della loro permanenza sul territorio nazionale.
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