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Caso Julia Elle, lo sfogo dell’influencer: “Ho mentito, ho sbagliato, ma basta odio”

Julia Elle in un lungo post sui social denuncia la campagna mediatica di odio di cui è vittima dopo lo scandalo scoppiato a partire da alcune menzogne sulla sua vita privata contenute nei suoi libri

Pubblicato:30-11-2022 19:11
Ultimo aggiornamento:01-12-2022 16:04

julia elle post
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BOLOGNA – “Ho mentito, ho sbagliato, ma basta odio“. Julia Elle, l’influencer diventata famosa con la pagina ‘Disperatamente mamma’, dopo giorni di silenzio sull’ormai nota vicenda che l’ha portata al centro di molte polemiche dopo che sono emerse alcune incongruenze sulla vita privata della 34enne rispetto al racconto da lei fatto su social e libri, si lascia andare ad un lungo sfogo. Su Instagram, ma anche su Facebook, posta un lungo post in cui spiega di essere stanca di essere bersagliata di commenti di “odio”. Persone che le scrivono messaggi di insulti, parole odiose, frasi cattive. Una campagna mediatica, spiega, che punta a distruggerla. E stavolta arrivano finalmente anche le scuse, quelle scuse che tanti follower dallo scoppio della vicenda avevano aspettato invano. Julia Elle dice “ho sbagliato” e dice “vi chiedo scusa”. Poi condanna l’odio che la sta circondando, per difendere se stessa in questa occasione ma anche per far cessare questa spirale e dire che di questo tipo di odio non ce ne deve essere più, verso di lei come verso chiunque altro.

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“UNA CONDANNA MEDIATICA CREATA PER DISTRUGGERMI”

Scrive Julia Elle: “Oggi tocca a me, ma qualcuno finisce per ammazzarsi davvero, per questo io ho scelto di parlarne e dire basta. Io ho sbagliato, ho mentito, credevo di proteggere i miei figli pubblicamente dalla loro storia inventandone una più semplice, quando avrei dovuto tacere. Mi dispiace, vi chiedo scusa, ho sbagliato, se tornassi indietro direi “dei padri dei miei figli non parlerò mai”. Questo però non vale la condanna mediatica che è stata creata ad arte per strumentalizzarmi e distruggermi. Perché sono una persona e sono stanca di combattere l’odio in silenzio, voglio parlarne, sono umana e ho bisogno del vostro affetto per affrontare tutto quello che sta accadendo nella mia vita. Ho bisogno di sapere che non sono sola”.


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IL TENTATIVO DI RIPARTIRE TRA HAMBURGER E FOTO DI PENNE

Cosa era successo nei giorni scorsi? Dopo l’annuncio di non avere più intenzione di parlare della vicenda sui social e di far rimanere privata la parte della sua vita riguardante l’ex compagno, il padre di Chris e le presunte violenze denunciate a sorpresa in una storia su Instagram ormai un mese fa, Julia Elle aveva tentato di voltare pagina. E di ripartire, sui social, cercando di passare oltre la bufera e vestendosi di una parvenza di (tentata) normalità. A volte riuscendoci, a volte apparendo inevitabilmente forzata. La trasferta a Milano (in realtà per andare dagli avvocati di cui ha fatto trapelare il nome attraverso la foto di una penna in primo piano), i bei vestiti, i lavoretti coi bambini il sabato mattina, le foto dei piatti cucinati per i bambini (tra cui anche degli appetitosi hamburger probabilmente per rispondere alle accuse di crescere i bambini vegani fatte dal suo ex compagno intervistato da Selvaggia Lucarelli). E ancora i film tutti insieme sotto il plaid la sera, il raffreddore, l’albero di Natale (fatto in circostanze un po’ anomale, a dir la verità, per una maniaca delle feste in famiglia, dal momento che mentre facevano l’albero lei girava in sala agitando l’aspirapolvere per dichiarare guerra allo spargimento di aghi di pini), la cioccolata calda per merenda, la piccola Chiara che gioca per casa, il classico maglione natalizio.

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I FOLLOWER CHE SONO CONTINUATI A DIMINUIRE

Il mormorio, intanto, soprattutto su Twitter, era continuato. Le accuse di falsità continuavano a girare, insieme all’hashtag #disperatamentefalsa, e i follower a scendere. Oggi sono 629 mila, quando è scoppiata la bufera Julia Elle ne aveva più di 651 mila. Ha perso 22.000 follower in un mese. Julia aveva provato a ignorare, a rivestirsi di normalità. Si era lasciata andare a qualche commento piccato, rispondendo a qualche commento su Instagram. Aveva fatto sapere che a cancellare i commenti negativi non era lei ma l’algoritmo di Instagram pensato per combattere il cyberbullismo e gli account fake. Aveva postato una foto-beffa, con un bigliettino che ingrandito riportava la scritta ‘scemo chi legge’ per rispondere alle accuse ricevute dopo aver postato la foto della penna dello studio legale Bernardini De Pace. Ma aveva retto. Si era chiusa occhi e orecchie ed era andata avanti, proponendo contenuti più o meno credibili a seconda dei giorni. Oggi, però, si vede che ha deciso che la misura era colma. Ha detto ‘basta’ e ha deciso di metterla nero su bianco sui social.

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JULIA ELLE A FACCIA A FACCIA CON L’ODIO

Il suo post inizia così: “C’è qualcosa a cui penso da giorni, l’odio. Così ingombrante, spietato, diffuso. L’ho giudicato l’odio, l’ho allontanato prima di riconoscerlo e forse l’ho capito. Perché la domanda che mi tormentava in questi giorni era ‘come si può?’, ‘come si gioisce della sofferenza?’, ‘Come si può fare di tutto per vedere l’altro soccombere?’, ‘perché distruggere qualcuno può diventare il senso che si vuole dare alla propria vita?’.

E prosegue: “Quando odi qualcuno ci pensi sempre, diventa una sorta di ossessione, ti porta a fare cose che non faresti per nessuno, quella persona diventa importante, così importante da occupare tutto lo spazio che c’è, e più è grande quello spazio più l’odio serve per colmare un vuoto. Si, il vuoto, quel vuoto angosciante che per colmare ci vuole coraggio, ma non solo, ci vogliono degli strumenti che non tutti hanno. Così ho capito che quell’odio che tanto mi spaventa è anche utile, non a chi lo subisce sia chiaro, ma a chi lo porta nel mondo. Serve a non sprofondare nell’ abisso della propria esistenza, serve a guardare l’altro per non guardarsi dentro, perché a volte guardarsi dentro non si può”.

“HO SCELTO DI NON GIUDICARE CHI MI ODIA”

Ancora: “Io ho scelto di non giudicare chi mi odia, perché io non lo so di cosa è fatto quel vuoto che porta dentro, non conosco quella sofferenza esattamente come chi giudica i miei errori non può conoscere il dolore che li ha resi possibili. Perché scrivo questo? Perché l’odio distrugge non solo emotivamente, a volte riesce a distruggere la vita delle persone pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno e anche se riuscissero a distruggere me io ho ancora la possibilità di scegliere chi voglio essere e voglio essere una persona che non giudica gli altri nemmeno quando fanno qualcosa che io non farei mai. Però sono stanca, stanca di leggere di persone che insinuano che mio padre è ancora vivo, che scrivono ai miei amici di lasciarmi da sola, alle persone con cui lavoro di smettere di collaborare con la mia azienda, a mio marito di lasciarmi. Di leggere di persone che scrivono che sperano che io muoia, che soffra, che mi ammazzi”. Infine la conclusione dove porge le “scuse”, dice che questa “condanna mediatica” è sproporzionata e spiega di essere “stanca di combattere l’odio in silenzio”. Ai follower un appello per avere “affetto” e per farle sentire di non essere sola.

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