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Cooperazione, arriva il bando da 60 milioni di euro per gli Enti territoriali

Oltre l'80% delle risorse saranno destinate all'Africa, continente prioritario nell'agenda del governo Meloni

Pubblicato:29-03-2024 18:03
Ultimo aggiornamento:29-03-2024 18:03

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ROMA- Enti territoriali uguale valore aggiunto della Cooperazione allo sviluppo. Da qui il nuovo bando da 60 milioni di euro che il ministero della Farnesina rivolge a Regioni, Province e Comuni per progetti di sviluppo da realizzare all’estero, e in particolare “più dell’80% delle risorse sarà destinato all’Africa“, come assicura il viceministro degli Affari esteri e della cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, che in Farnesina ha aperto la conferenza ‘I partenariati territoriali: il bando 2024 e il ruolo degli Enti Territoriali al servizio dello sviluppo sostenibile’.

Cirielli aggiunge: “Il Piano Mattei voluto dalla premier Giorgia Meloni ha dimostrato che l’Africa è la priorità della nostra politica estera, e anche questo bando lo dimostra”. A seguire, le risorse saranno destinate anche a Medio Oriente, Balcani, America Latina e Ucraina, ma secondo Cirielli sarebbe già al vaglio l’idea di “trovare risorse aggiuntive”, nella convinzione che “le sinergie rappresentano un moltiplicatore”. Fondamentale per il rappresentante del governo “creare una alternativa alle migrazioni irregolari” e infatti “metteremo in campo progetti formativi con la Crui: dobbiamo prendere giovani che innanzitutto intendono lavorare e mettere in pratica in Africa quello che hanno imparato in Italia e questo va fatto in partnership coi governi. Non possiamo essere noi a selezionare i migliori studenti”.

ROCCA (REGIONE LAZIO): NEL 2027 SAREMO A CORTO DI INFERMIERI

Oltre a portare sviluppo, è possibile anche rispondere a crisi nostrane come ricorda il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca: “Dal 2027 sappiamo che avremo una crisi di personale infermieristico, quindi stiamo cercando di trovare il modo di lavorare coi Paesi per la formazione di personale, trovando il modo di riconoscere quei titoli”, per “dare sbocchi occupazionali in Italia a quelle persone ma anche rispondere a una nostra crisi sanitaria”. Le replica dell’omologo dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: “Condivido la necessità di Rocca di investire nella salute pubblica, bene portare qui professionisti
da ogni parte nel mondo. Spero anche che saranno però aumentati gli stipendi dei nostri professionisti italiani. Nella nostra regione non era mai successo che così tanti andassero via dal settore pubblico al privato”.


ITALIA PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA FORMAZIONE MEDICA

Un punto arriva dalla presidente della Crui, Giovanna Iannantuoni: “L‘inverno demografico che attraversa il nostro Paese riguarda anche il sistema universitario, ma l’idea non è andare a cercare studenti, ma con approccio paritario, lavorare a dei progetti importanti, penso ad esempio alla formazione dei medici. In ambito sanitario ci viene riconosciuto il fatto che siamo un punto di riferimento”.

FARE RETE SIGNIFICA DIFENDERE I DIRITTI UMANI DI TUTTI

“Fare insieme cooperazione internazionale ci rende cittadini migliori ma migliora anche gli enti territoriali e le organizzazioni della società civile”. Ne è convinta Stefania Di Campli, rappresentante di Aoi, Cini e Link 2007, la rete che in Italia rappresenta le organizzazioni di cooperazione internazionale. Di Campli continua: “Condividere approcci serve a tutti, anche per rivedere il nostro agire e ricostruire un dialogo politico tra pari. Favorirà il decentramento, per adattare e replicare esperienze di tutti gli attori, nel rispetto delle specificità geografiche e culturali, e infine promuovere i diritti umani e il rispetto dell’ambiente”.

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