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L’infettivologo Vella: “Nel Piano Mattei ci sia anche l’impegno per la salute”

Il professore commenta per la Dire l'iniziativa del governo Meloni per il continente africano

Pubblicato:10-01-2024 18:45
Ultimo aggiornamento:10-01-2024 18:49

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ROMA – La salute deve essere “un tema importante” del Piano Mattei e della Conferenza Italia-Africa: lo sottolinea Stefano Vella, professore, ricercatore e infettivologo, vicepresidente per l’Europa della rete di supporto sanitario Friends of the Global Fund. L’assunto, nel suo commento per l’agenzia Dire, è che “la salute è precondizione per la crescita economica del continente e il settore che ha caratterizzato lo scambio e le relazioni tra Italia e Africa negli ultimi 20 anni”.

L’INIZIATIVA DEL GOVERNO MELONI

Il professore si concentra sulla proposta del governo guidato da Giorgia Meloni, in questi giorni all’esame del parlamento e il 28 e 29 gennaio al centro della Conferenza. “E’ positivo che l’Italia, anche nell’ambito della sua presidenza G7, abbia deciso di concentrarsi sull’Africa per promuovere un nuovo tipo di relazione basata sulla parità di condizioni per promuovere la crescita economica e la stabilità del continente utilizzando l’approccio del Piano Mattei” sottolinea Vella. “L’insicurezza sanitaria è un ostacolo: si stima che la malaria costi all’Africa 12 miliardi di dollari ogni anno in termini di perdita di Prodotto interno lordo (Pil); le persone affette da tubercolosi possono vedere la loro produttività diminuire fino al 20 per cento”.

“OGNI DOLLARO NELLA SALUTE NE VALE 31”

La tesi del professore, docente di Salute globale all’Università cattolica del Sacro cuore di Roma, è che impegnarsi porti a ritorni immediati. “Ogni dollaro investito si traduce in 31 dollari di guadagni per la salute e di ritorni economici, con un contributo ulteriore al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030” calcola Vella. “Gli investimenti nel contrasto alle malattie infettive hanno dimostrato la loro efficacia: tra il 2002 e il 2019 l’aspettativa di vita in 15 Paesi dell’Africa subsahariana è aumentata in media da 52,3 anni a 65,7 anni“. Secondo l’esperto, “in un’epoca di fenomeni migratori senza precedenti, affrontare i problemi di salute all’interno di confini isolati non è né fattibile né eticamente valido”. Vella evidenzia che “guardando al futuro, i prossimi decenni trasformeranno i bambini di oggi in cittadini globali, rendendo necessario un approccio più ampio alla salute come fattore cardine per lo sviluppo, la stabilità e la pace”.


IL CONTRIBUTO DEL FONDO GLOBALE

Ancora il professore: “Negli ultimi 20 anni, la cooperazione sanitaria tra Italia e Africa è un esempio positivo di impegno internazionale per affrontare le sfide sanitarie globali e contribuire alla crescita economica; ad esempio ad oggi, il partenariato del Fondo Globale per la lotta all’aids, alla tubercolosi e alla malaria ha contribuito a salvare 59 milioni di vite in oltre 120 Paesi, riducendo il tasso combinato di mortalità per le tre malattie del 55%”. Si torna all’iniziativa del governo Meloni. “Alla luce degli investimenti finanziari importanti dell’Italia, di partenariati tra governi istituzioni di ricerca e società civile costruiti negli ultimi 20 anni e per il ruolo cruciale che assicura alla crescita economica”, sottolinea Vella, “auspico che la salute sia un tema importante del Piano Mattei e della prossima Conferenza Italia-Africa”.

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