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Sudan, intesa con i ribelli dei Monti Nuba: “Lo Stato sarà laico”

Accordo di pace firmato a Juba dal presidente del Consiglio sovrano Abdel Fattah al-Burhan e da Abdelaziz al-Hilu, capo del Movimento popolare di liberazione del Sudan-Nord

Pubblicato:29-03-2021 09:33
Ultimo aggiornamento:29-03-2021 09:33

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ROMA – Un accordo di pace, fondato sul principio del riconoscimento delle “diversità etniche, religiose e culturali” del Sudan, è stato sottoscritto dal governo di Khartoum con un gruppo ribelle attivo nelle regioni dei Monti Nuba e del Nilo blu. L’intesa è stata siglata ieri a Juba, la capitale del Sud Sudan, dal presidente del Consiglio sovrano Abdel Fattah al-Burhan e da Abdelaziz al-Hilu, capo del Movimento popolare di liberazione del Sudan-Nord (Splm-N).

L’accordo è stato raggiunto dopo mesi di negoziati, complicati dalle divergenze sul principio della separazione tra lo Stato e l’islam, maggioritario a Khartoum e in molte aree del Paese ma non nelle roccaforti ribelli. “Nessuna religione può essere imposta a nessuno e lo Stato non adotterà alcuna religione in modo ufficiale” si legge nel documento firmato a Juba. Al centro del testo l’impegno per la costituzione di ordinamento federale e democratico, con la garanzia della libertà di culto. L’intesa è stata firmata alla presenza del capo di Stato sud-sudanese, Salva Kiir, e del direttore generale del Programma alimentare mondiale (Wfp), David Beasley. Sul piano della sicurezza, le forze dell’Splm-N dovranno essere integrate nell’esercito regolare entro il 2024, l’orizzonte di riferimento per la fase di transizione avviata dopo la destituzione del presidente Omar Al-Bashir due anni fa.


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