NEWS:

Giustizia, Nacca: “Allontanamento dalle madri Tso mascherati sui bambini”

Nasce una Petizione per la costituzione di una Commissione sui rischi traumatici delle disposizioni dell'Autorità Giudiziaria sui minori che 'rifiutano' l'altro genitore

Pubblicato:27-12-2021 14:39
Ultimo aggiornamento:27-12-2021 14:39
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “L’Autorità Giudiziaria italiana da circa 20 anni emette provvedimenti di allontanamento dei minori dalle madri ai fini del reset e riallineamento paterno: veri e propri trattamenti sanitari ex lege 11 gennaio 2018 n. 3, decisi su proposta di relazioni di Consulenti Tecnici di Ufficio che sostengono la pseudo teoria Pas, tuttavia senza mai che i tribunali abbiano potuto valutare i gravi rischi sulla salute dei bambini provocati dal trattamento sanitario disposto”. Lo scrive in una sintesi di presentazione della memoria a cui ha lavorato e che viene adottata in molte difese di mamme accusate di alienazione, l’avvocata Michela Nacca, anche presidente dell’associazione Maison Antigone. Denuncia in questo documento di analisi e ricognizione di numerosi casi “i rischi mai indicati da nessuna Ctu e nemmeno in nessun provvedimento giudiziario sui danni della ‘cura della madrectomia’”.

Dal documento nasce una Petizione, sostenuta da molte associazioni, per la costituzione, tra le altre cose, di una Commissione Parlamentare di inchiesta sui rischi traumatici degli allontanamenti disposti da Autorità Giudiziaria su minori a motivo del loro ‘rifiuto’ dell’altro genitore. “Non solo il provvedimento di allontanamento da Pas è illegittimo- sostiene Nacca- ma soprattutto autorizza un trattamento che rischia seriamente di costituire un trattamento degradante per i minori e dunque costituisce una tortura”. E aggiunge: “Tutto ciò in gravissima violazione della Convenzione di Oviedo e della legge italiana 219/2017 sul consenso informato: un diritto del minore, dell’esercente la responsabilità genitoriale sul minore, ma anche della stessa Autorità Giudiziaria che dispone il trattamento sanitario, che pone a rischio i minori a valutazioni non bilanciate, mai adeguatamente informate circa i gravi rischi e le conseguenze sulla salute provocati da questi reset e già attestati da centri universitari internazionali. I bambini dunque sono sottoposti a trattamenti degradanti ed inumani che mascherano Tso illegittimi e costituiscono reato di tortura”.

Dal documento è nata anche “un’articolata petizione- scrive ancora Nacca- affinché venga interrotta l’orrenda pratica dell’allontanamento e dell’istituzionalizzazione di bambini dalle loro madri amorevoli, affinchè siano riportati nella loro casa i minori che in questi anni sono stati sottoposti alle ablazioni, nonche’ vengano costituite due Commissioni Parlamentari di inchiesta affinche’ si indaghi a 360 gradi sulla distorsione provocata dalla Pas a danno di migliaia di bambini italiani, sia sotto il profilo dei traumi provocati dai trattamenti di reset sia sotto l’aspetto degli abusi sessuali incestuosi subiti dai bambini e occultati grazie alla Pas”. Conclude Nacca: “Se il 40% delle vittime di Femminicidio sono madri di bambini e ragazzi, e se sono circa 120.000 minori in totale ad essere coinvolti in separazioni genitoriali ogni anno, di cui il 25% in separazioni conflittuali, coinvolgendo dunque circa 30.000 bambini e adolescenti l’anno in Ctu e monitoraggi di servizi sociali, nonché minacce costanti di ablazione, significa che il dramma sanitario che si profila su molti bambini italiani e’ gravissimo ed emergenziale. Non il danno provocato dalla Pas, come affermano i suoi sostenitori incalliti, ma quello causato dall’uso di questa folle e criminale pseudoteoria”.

Ecco il link al documento: https://studiolegaledonne.webnode.it/_files/200000458-6165261655/petizioni-0.pdf?ph=39addc9699 Hanno aderito alla petizione le associazioni Maison Antigone, Comitato Madri Unite Contro la Violenza Istituzionale di Laura Massaro, Verità Altre di Giada Giunti, Progetto Medusa, “Il Coraggio delle Donne” di Lucia Ottavi.


Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it