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Conte: “Non ci fermeremo mai, alle elezioni il M5S sarà il terzo incomodo”

Il leader del Movimento: "Andremo da soli, ai cittadini spiegheremo cosa abbiamo fatto. Dal Pd abbiamo ricevuto due dita negli occhi con la norma sull'inceneritore"

Pubblicato:27-07-2022 08:47
Ultimo aggiornamento:27-07-2022 16:41

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ROMA – Alle elezioni “saremo soli. Il terzo polo? Il terzo campo? Saremo il campo giusto”. Così il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in una diretta social. “La campagna elettorale è già iniziata. Ci sarà il voto utile: o si vota Meloni o Letta. O Calenda, Renzi, Di Maio, Brunetta – osserva l’ex premier -. Di fatto il voto sarà questo: o votate per l’uno o per l’altro. Ci sarà una sorpresa: il terzo incomodo, il Movimento 5 Stelle“.

“Ritorneremo nelle piazze e nelle strade – assicura Conte -, guarderemo in faccia i cittadini e spiegheremo cosa abbiamo fatto. Il nostro è lo sguardo di chi, seppur isolato e bullizzato, si è battuto sempre coraggiosamente e tenacemente per i cittadini. Non ci fermeremo mai”.

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“NOI BULLIZZATI DAVANTI AL PARLAMENTO E AI CITTADINI”

Per il presidente del M5S, “Draghi ha ritenuto, pur dopo 18 mesi di governo, che la dialettica politica debba rimanere definitivamente esiliata. Il centrodestra ne ha approfittato per attaccarci, insieme a Italia Viva e a Insieme per il futuro. Siamo stati bullizzati davanti al Parlamento e a tutti i cittadini, siamo stati messi in condizione di non poter più sostenere questo governo“.

“DAL PD DUE DITA NEGLI OCCHI”

“Anche Letta ha detto che il 20 luglio è stato il giorno della irresponsabilità. Questo non può riguardare il M5S, nonostante si sia mosso il pensiero unico nazionale per fornire una versione preconfezionata”. Conte ribadisce la posizione del M5S: “Tutta la vicenda” che ha portato alla caduta del governo “origina da una norma che non c’entrava nulla con il decreto Aiuti. Una norma che è stata inserita mettendoci due dita negli occhi: il Pd ha voluto quella norma per costruire a Roma il più grande inceneritore del centro Italia per rendere Roma la pattumiera del centro Italia. Io sono rimasto dispiaciutissimo da Gualtieri, mio ministro dell’Economia”.

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