NEWS:

La rivoluzione ‘Pro’ delle donne del calcio, ora cambia (quasi) tutto

Nuova formula per il campionato, più tutele contrattuali per le giocatrici e novità per il mercato. Resta il problema infrastrutture ma la Champions può essere un volano da sfruttare

Pubblicato:27-04-2022 11:58
Ultimo aggiornamento:27-04-2022 11:59

foto figc calcio femminile
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

(Foto Figc)

ROMA – Il calcio, e non poteva essere altrimenti, è il primo sport femminile in Italia a diventare professionistico. Che è una notizia, e lo è anche nel suo risvolto anacronistico: nel 2022 non dovrebbe passare per “rivoluzione”. Ma di fatto lo è. Dal 1° luglio cambieranno un po’ di cose, al di là delle definizioni contrattuali. Le dilettanti non erano allo sbaraglio già da un po’, all’estero il calcio femminile riempie il Camp Nou con oltre 90.000 spettatori per una partita di Champions.

LA NUOVA FORMULA DEL CAMPIONATO ITALIANO

Tanto per cominciare il campionato italiano muterà forma. La Serie C ha già da questa stagione 3 gironi da 14 squadre. Dal 2022/2023 la Serie B sarà a 16 squadre, la Serie A a 10 con ben tre retrocessioni. Dalla B ne salirà solo una. Se ‘Pro’ bisogna essere, allora tutto va ridefinito dal punto di vista finanziario. Il nuovo status garantirà alle giocatrici maggiori tutele dal punto di vista previdenziale e sanitario, con conseguenze positive a cascata anche sui club. E presumibilmente verranno ridiscussi anche i contratti televisivi.


CAMBIA ANCHE IL CALCIOMERCATO

Cambia il mercato, che finora rispondeva alle Norme Organizzative Interne della FIGC (le Noif), come accade per le categorie dilettantistiche. Dal 1° luglio i nuovi accordi saranno regolati dal professionismo: per agevolare il passaggio la Federcalcio ha preparato dei modelli contrattuali che facilitano dal punto di vista legale e pratico questo step.

GLI OBIETTIVI DELLA FIGC

Il vessillo del professionismo dovrebbe funzionare anche motore del sistema, volano di crescita: la Figc si è posta l’obiettivo di arrivare a 30.000 iscritte Under-12 nella Strategia del Calcio Femminile, un raddoppio rispetto alle cifre attuali. E come per il tennis il fenomeno, almeno nelle intenzioni, dovrebbe prevedere il coinvolgimento della scuola dell’obbligo.

IL PROBLEMA STADI

In Italia resta il problema delle infrastrutture, vale per gli uomini figurarsi per le donne. Ma anche da questo punto di vista la Uefa Women’s Champions League – che da quest’anno ha cambiato format, diventando più ricca e generando un maggior movimento di denaro grazie a un aumento dei premi – garantisce un trampolino di lancio che i club puntano a usare non più zavorrati dal dilettantismo.

IL VOLANO DELLA CHAMPIONS

Il torneo non parte più dai sedicesimi ma emula la versione maschile, con una fase a gironi. Juventus e Milan si sono fermate ai quarti di finale. Ma già l’accesso alla fase ai gironi ha garantito alla Juve 400mila euro, cinque volte in più rispetto al vecchio format. La finale di quest’anno si giocherà all’Allianz Stadium di Torino. L’Europa redistribuisce circa 24 milioni l’anno: il 23% di questa cifra a disposizione come “pagamenti di solidarietà” per tutte le squadre non qualificate alla competizione, ma appartenenti alle leghe nazionali che sono rappresentate. Più squadre vanno avanti, più ne beneficia la piramide. Il professionismo era una barriera da abbattere, nell’Italia del 2022. La prima dello sport femminile italiano.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it