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Fedez su psicofarmaci e salute mentale: “Non interrompete la terapia”

L'artista è intervenuto al Circolo dei Lettori di Torino per affrontare davanti ad oltre 300 giovani il tema del benessere mentale

Pubblicato:27-02-2024 15:15
Ultimo aggiornamento:27-02-2024 15:15
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fedez salute mentale PSICOFARMACI
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ROMA – “Sono qui per parlare di queste tematiche perché bisogna parlarne e se può servire anche anche solo ad accendere una miccia per la riflessione è importante”. Fedez ha parlato davanti a 370 studenti e studentesse sul tema della salute mentale all’evento promosso dall’associazione Acmos e e dalla Fondazione Fedez, presso il Circolo dei Lettori di Torino, in occasione della seconda edizione di ‘Tu mi hai capito?‘, il Festival sul benessere mentale per i giovani. “Il problema è che la politica e i media non ne parlano”, ha proseguito “perché non porta voti e non porta soldi”.

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FEDEZ E LO STIGMA DEGLI PSICOFARMACI

“Nell’ambiente televisivo, nell’ambiente discografico, se gira voce che un artista o un conduttore fa uso di psicofarmaci si tende a vederla come una cosa respingente“, ha raccontato Fedez. “Quindi di primo acchito non mi è venuto da raccontare la mia storia. Poi ho avuto due emorragie interne e un principio ischemico allo stomaco dove ho rischiato di morire, ho perso metà del sangue che avevo in corpo. Mentre ero in un letto d’ospedale mi sono detto ‘Ma sai che c’è? Ma che caxxo me ne frega’, perché credo che al netto di tutto quello che si può fare in termini specialistici, confrontarsi e palesare le proprie esperienze possa essere utile anche per gli altri in qualche modo”.


Parlando della sua malattia, “la cosa che mi metteva più ansia, ma mi dava anche la spinta per mantenere un minimo di dignità e compostezza, è stato pensare che i miei figli non si sarebbero più ricordati di me se fossi morto. Erano troppo piccoli”.

Al termine dell’incontro Fedez ha lanciato un suggerimento agli studenti: “Il consiglio che vi do è che se vi prescrivono dei farmaci e state meglio non abbandonate la terapia. E’ l’errore che ho fatto io”.

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