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A ‘Domenica In’ Fedez parla di salute mentale: “Il dolore a volte è così forte che pensi anche a gesti estremi”

L'artista a Mara Venier: "Mi piacerebbe produrre un documentario su Franco Basaglia"

Pubblicato:03-12-2023 16:49
Ultimo aggiornamento:03-12-2023 16:59
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ROMA – Nel pomeriggio di ‘Domenica In’ si è parlato molto di salute mentale. Dopo la testimonianza di Belen Rodriguez, a parlarne è stato Fedez, altro ospite della puntata di oggi. Quello della salute mentale per il rapper è un tema di cui “si parla poco”, anche perché è lo stesso artista a parlare della sua esperienza e di ciò che ha passato. Tutto è iniziato quando si è ritrovato ad affontare la diagnosi del tumore al pancreas. “Mi sono trovato a fare i conti con la possibilità di morire e affrontarlo in maniera così precoce non è sano ma traumatico e questa cosa, anche dopo aver curato la malattia, si è portata dietro degli strascichi. Avevo voglia di fare indigestione di vita”.

Un periodo difficile, in cui Fedez ha raccontato di essersi ritrovato a “prendere più di sette psicofarmaci che mi hanno portato ad avere un attacco ipomaniacale dove fai cose strambe e ho messo a rischio la stabilità della mia famiglia e quella fisica”. Poi la vicenda Sanremo: “Dopo il Festival ero nel culmine della mia poca lucidità dopo qualche settimana la mia bocca smette di funzionare e non riesco più quasi a parlare. Stoppo gli antidepressivi senza scalare e ho avuto effetto da rebound non riuscivo a camminare, non riuscivo a distinguere la finzione dalla realtà, quando non avevo più i farmaci sono stato colto da depressione”. E ancora: “Il dolore a volte è così forte che pensi anche a gesti estremi”, ha spiegato, aggiungendo che a ‘salvarlo’ è stato l’amore per la famiglia e la volontà di non volerla farla soffrire.

Il racconto della sua esperienza personale, è stata per Fedez l’occasione per ribadire che “è assurdo che la salute mentale sia ancora un privilegio. Così come la salute del corpo deve essere coperta dal SSN, anche la salute della mente deve essere messa sullo stesso piano, perché non può essere un privilegio per pochi. Dev’essere un diritto per tutti quanti”.


Il mio sogno è aprire un centro di aggregazione per ragazzi con problemi salute mentale e fare sensibilizzazione verso chi in Italia ha aiutato a far cadere lo stigma sulle persone con problemi mentale. Poi ha aggiunto: “Mi piacerebbe produrre un documentario su Franco Basaglia che ha cercato di dare diritto e dignità alle persone che soffronto di salute mentale”.

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