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VIDEO| FOTO | Al Sant’Anna di Pisa installazione choc: ecco lo ‘sconquasso’ degli ebrei dopo le leggi razziali

Un'installazione choc per ricordare cosa significarono le leggi razziali per gli studenti ebrei: uno sconquasso, così come lo sono le sedie e banchi accatastati a casaccio in Aula magna

Pubblicato:27-01-2020 18:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:54
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PISA – Una mucchia di sedie accatastate una sopra l’altra si staglia al centro dell’aula, osservata dalle fotografie appese ai muri delle vittime delle leggi razziali del 1938. Una luce fioca, il minimo per muoversi, mentre sullo schermo vengono proiettati i loro nomi, alternati ai discorsi di Mussolini che parla alla folla delle leggi razziali. è l’installazione-shock dell’Università Sant’Anna di Pisa svelata in occasione della Giornata della memoria. Un’esperienza virtuale per rimandare agli avvenimenti che, nel 1938, strapparono alla vita civile, alla carriera accademica, agli studi universitari migliaia di ebrei italiani e stranieri che insegnavano e studiavano nelle università, per molti di loro preludio alla deportazione, allo sterminio, all’emigrazione.

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Nell’aula magna storica della Scuola superiore si rivive così la “Memoria delle vite sospese“, dal nome del progetto partito nel 2018 e che questa volta viene raccontato per immagini e suoni, grazie all’opera di virtualizzazione condotta da Camilla Tanca e all’installazione artistica di Gianni Lucchesi, Chiara Evangelista e Ursula Ferrara. Attraverso un percorso che unisce storia e memoria, esperienze e ricordi collettivi e personali, chi partecipa è messo nella condizione di vivere, attraverso la sua esperienza diretta, le immagini, le voci e le musiche proposte, lo sconvolgimento di quelle vite, rifiutate perché ritenute “diverse”.

Uno “sconquasso” appunto, parola che dà anche il titolo all’opera di Lucchesi. Questo rifiuto avveniva con un atto burocratico che diveniva condanna a morte per molti, alla fuga e al nascondimento per gli altri nel lungo inverno che tra guerre e massacri segnò l’Europa sino alla Liberazione nel 1945: le leggi razziali, appunto, che verreno ratificate proprio a Pisa il 5 settembre 1938 dal re Vittorio Emanuele III. “Ho pensato di trasferire l’idea dello sconquasso emotivo semplicemente mettendo a soqquadro l’aula magna accatastando tutto ciò che ho trovato: banchi, sedie e complementi- spiega l’artista- credo che l’intervento debba disturbare, credo che l’arte possa fare solo questo quando si parla di questo tema”. Attorno all’opera, le foto, che ci consentono di “guardare dritto negli occhi questi ragazzi che vissero quest’esperienza disumana“.



































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Nella giornata di oggi, nella quale l’installazione è aperta eccezionalmente al pubblico, portano un contributo Barbara Henry, Michele Emdin, Massimo Bergamasco, docenti della Scuola Superiore Sant’Anna, insieme a numerosi allievi. Emdin, in particolare, ha vissuto sulla propria pelle la vergogna delle leggi razziali: è infatti nipote di Naftoli e Ruben, espulsi nel 1938 dall’Università e dal ginnasio Galilei di Pisa. “Abbiamo inteso ricordare non per parole, ma per immagini quello che successe allora, per trasferire a chiunque varchi la soglia di quest’aula il segno dello sconvolgimento che le leggi razziali e le disposizioni di morte in ogni angolo d’Europa portarono nelle vite di milioni di persone”. Oltre a poter visitare l’aula è possibile anche scoprire in prima persona, con l’ausilio di appositi visori 3d, le storie di queste persone.

“Lo spirito di questa iniziativa è quella di creare un’opportunità e un momento per dare consapevolezza di che cosa hanno voluto dire per i nostri colleghi e gli allievi di quei tempi le leggi razziali- ha dichiarato la rettrice dell’Università Sant’Anna Sabina Nuti- dietro questi fatti non c’è solo un evento storico ma ci sono le storie delle persone, la loro sofferenza, il loro sentirsi completamente esclusi dalla collettività, che fino a pochi giorni prima li aveva accolti e con cui stavano percorrendo la loro strada formativa. Questa cosa serve per creare delle opportunità di costruzione di una memoria collettiva, che non dimentichi e che faccia tesoro delle testimonianze di queste persone”.

La “Memoria delle Vite Sospese” rientra nelle celebrazioni promosse da Comune e prefettura di Pisa, in collaborazione con Questura, Provincia, Università, Scuola Normale superiore, Scuola superiore Sant’Anna, Ufficio scolastico regionale, Comunità ebraica, Cise (Centro interdipartimentale di studi ebraici), Anpi sezione di Pisa, Cineclub arsenale e Coop culture.

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