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Aborto, Bonino a Roccella: “Lo Stato non può decidere per le donne”

ln una lettera aperta al quotidiano 'La Stampa' la leader di Più Europa osserva: "Il diritto ad abortire non è un obbligo, ogni donna fa la sua scelta"

Pubblicato:25-10-2022 13:22
Ultimo aggiornamento:25-10-2022 16:55

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ROMA – La leader di Più Europa, Emma Bonino, esponente storica dei Radicali, scrive una lettera aperta a ‘La Stampa’, indirizzata alla neo ministra Eugenia Roccella, per tornare sul tema dei diritti e la questione della legge 194, al centro delle polemiche fin dalla campagna elettorale.

BONINO: “ROCCELLA ERA RADICALE, POI HA CAMBIATO IDEA”

Bonino osserva: “La ministra della Famiglia, natalità e Pari opportunità, Eugenia Roccella, ha avuto giovinezza radicale, e poi ha cambiato idea e riflessioni. Non da oggi, non da ieri: la ricordo su Eluana Englaro, nel 2009, quando disse che ‘abbiamo la libertà di fare qualunque cosa del nostro corpo, ma non il diritto: se considero che suicidarmi è un diritto, è giusto che nessuno blocchi più nessuno dal suicidarsi’, ed era sottosegretario al Welfare; la ricordo sulla procreazione assistita. Oggi, incarna perfettamente la policy e l’esposizione della premier Giorgia Meloni. Non apprezzo, tuttavia, l’accanimento su di lei: abbiamo davanti a noi un esecutivo che non sarà aperto sui diritti, e non possiamo sperare di affrontarlo con insulti e attacchi continui. Dobbiamo, invece, attrezzarci per lottare, adeguando la lotta al rispetto”.

“I DIRITTI MAI UN OBBLIGO, ABORTO SCELTA ANCHE DOLOROSA”

L’ex senatrice aggiunge: “Non capisco cosa intendano la signora Ministro Roccella e la Presidente Meloni – sottolinea Bonino – quando dicono di non voler toccare la legge 194 e di voler, tuttavia, garantire anche il diritto a non abortire: il diritto non è mai un obbligo, pertanto chi non vuole abortire, non abortisce, così come chi non vuole divorziare, non divorzia. Non capisco nemmeno cosa significhi che l’aborto è il ‘lato oscuro della maternità’, come ha scritto la signora Ministro Roccella: per alcune donne è doloroso, per altre no; per alcune è una scelta obbligata da condizioni esterne, per altre un fatto intimo. Perché mai lo Stato dovrebbe sindacare ed entrare così a fondo nella vita delle cittadine?”.


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