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Solo uomini a Porta a Porta a parlare di aborto, la difesa: “Donne tutte indisponibili”

È polemica per la discussione sull'aborto fattada sette uomini (e nessuna donna) a Porta a porta. La redazione: "Le donne invitate non potevano ed era solo uno degli otto temi trattati"

Pubblicato:19-04-2024 19:54
Ultimo aggiornamento:20-04-2024 13:05

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ROMA – È polemica per la puntata di Porta a Porta in cui, a parlare di aborto, c’erano solo ospiti uomini (cinque in studio e uno in collegamento da remoto). In tanti all’opposizione hanno gridato alla violazione della parità di genere e stigmatizzato la scelta della redazione del programma. Nel pomeriggio si è anche diffusa la notizia che la presidente Rai Marinella Soldi avrebbe scritto a Vespa per richiamarlo su qauanto accaduto, sottolineando il ruolo di servizio pubblico. E la Casa internazionale delle donne ha annunciato un presidio per lunedì.

“TRE DONNE INVITATE, NON POTEVANO”

La redazione di Porta a Porta, dal canto suo, è intervenuta per difendersi dalle accuse e spiegato che le donne invitate non potevano. In una nota, la redazione fa notare “che gli inviti per la trasmissione politica di giovedì 18 aprile sono stati fatti nei giorni precedenti al manifestarsi della polemica. Essendo prevista la presenza del Partito democratico, avevamo invitato tre donne parlamentari del Pd (sostituite alla fine dall’onorevole Zan per la loro indisponibilità) e una direttrice di giornale, anch’essa indisponibile. In ogni caso l’aborto è stato solo uno degli otto temi trattati nella trasmissione di ieri. Gli altri sette erano la guerra, Meloni a Bruxelles, il ricorso al governo contro l’Emilia-Romagna sul fine vita, la discussione sulla foto di Berlinguer nella tessera del PD, il 5 in condotta e i sondaggi preelettorali”.

Prosegue poi la nota: “Come sa la stessa interessata, fin dalle 9:47 (prima che uscissero le agenzie con le reazioni polemiche) avevamo valutato la presenza dell’onorevole Sportiello (Movimento 5 stelle) per i Cinque Minuti di oggi, ma la tensione internazionale successiva all’attacco israeliano all’Iran ci costringe ad occuparci di questo. Sarà nostra cura, naturalmente, tornare sul tema alla prima occasione utile”.


MALAVASI: “A PORTA A PORTA A PARLARE DI ABORTO SOLO UOMINI”

“Sette azzimati uomini a parlare di aborto e consultori: ieri sera a Porta a Porta, sul canale principale della tv pubblica, è andata in onda la rappresentazione precisa dell’ideologia di Governo (e non solo): nessuna donna coinvolta su temi che riguardano la salute riproduttiva femminile e la libertà di scelta. A un certo punto ne hanno messa una, in video, un’ostetrica, ripresa di spalle. E questo è quanto”. Così Ilenia Malavasi, deputata del Pd della commissione affari sociali.

FRATOIANNI: “RIFIUTARE INVITI DOVE NON SI RISPETTA PARITÀ DI GENERE”

“Sette uomini che parlano di aborto. A Porta a Porta, con Bruno Vespa su Rai Uno. Poi dicono che la cultura patriarcale non esiste in Italia. Lo dico ai miei colleghi uomini: dovremmo iniziare a rifiutarci di parlare in luoghi in cui non ci sono donne, soprattutto quando si parla del corpo e delle scelte delle donne. Sarebbe una intelligente scelta di igiene”. Lo scrive su Facebook Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra.
“Intanto il blitz della destra e di Meloni che pensava di utilizzare il Pnrr – conclude il leader di SI – per far entrare antiabortisti all’interno dei consultori è stato oggi bocciato dall’UE. Il diritto ad interrompere la gravidanza non si tocca”.

PD: “A PORTA A PORTA VIOLATI PRINCIPI DELLA PARITÀ DI GENERE”

“Cinque uomini in studio a discutere di aborto: la Rai ai tempi di Giorgia Meloni lascia che sia un parterre tutto maschile a discutere dei diritti delle donne. Quanto avvenuto nella trasmissioni di ieri sera di Porta a Porta è gravissimo. Porteremo in Commissione di vigilanza questa vicenda, bisogna fermare questo declino e contrastare la palese violazione dei principi della parità di genere”. Così i componenti del Pd della commissione bicamerale di vigilanza Rai.
“Sono venuti meno tutti i principi di parità di genere contenuti nel Contratto di Servizio Rai – sottolineano – Un fatto che mina alle basi la credibilità dell’azienda pubblica radiotelevisiva italiana. Meno di un anno fa la Presidente Rai Soldi si era impegnata con il progetto della Commissione europea ‘No women no panel” a garantire una rappresentazione paritaria nei talk e nei dibattiti pubblici. In meno di un anno dobbiamo registrare che alle promesse non sono seguiti i fatti, con l’aggravante – concludono – che l’argomento in discussione riguardava un diritto femminile, quello all’aborto”.

CAROTENUTO (M5S): “A PORTA A PORTA SU ABORTO NO WOMEN SI PANEL”

“Ieri sera a Porta a Porta si parlava di aborto. Un tema di enorme importanza che attraversa l’opinione pubblica e che riguarda la vita e i diritti di tutte le donne. Come è possibile che a parlarne fossero presenti solo uomini? Non è un po’ ipocrita che la Rai sottoscriva campagne sacrosante come “No Women No Panel – Senza donne non se ne parla” e poi si facciano trasmissioni del genere senza nemmeno una donna? Cosa ha da dire in merito la presidente Marinella Soldi, che si è sempre dimostrata molto sensibile sul tema della parità di genere? La strada per la parità è lunga, ma se non si parte dalle basi come la presenza femminile su temi come questo, non faremo alcun passo avanti”. Così il capogruppo M5S in commissione di vigilanza Rai Dario Carotenuto.

CASA INTERNAZIONALE LUNEDÌ A PRESIDIO CONTRO GOVERNO

La Casa Internazionale delle Donne aderisce al presidio di lunedì 22 aprile insieme alla Rete dei consultori e Non Una di Meno. La mobilitazione nasce “per dire al Governo Meloni che non siamo disposte a fare neanche un passo indietro sul terreno delle conquiste che abbiamo ottenuto nel corso di decenni. La presidente del Consiglio è contro le donne e rappresenta la faccia moderna del patriarcato, con scelte mirate a minare la strada della parità”, scrivono le attiviste in una nota.
“Quello a cui stiamo assistendo è un ritorno ad una idea di paese in cui sono gli uomini a decidere sul corpo delle donne, sul loro destino e sul loro ruolo sociale- prosegue la nota. Ieri sera a Porta a Porta soli uomini a parlare di aborto, all’Aifa un cda di soli uomini, il Pnrr stravolto nelle parti che puntavano ad un avanzamento del paese in termini di servizi e di occupazione femminile e di parità, per prevedere invece, con un blitz, l’ingresso delle associazioni antiabortiste nei consultori. Siamo di fronte ad un governo che ci dichiara guerra e su questo terreno troverà una opposizione forte e determinata”, conclude la Casa internazionale delle donne.

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