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Il 25 aprile? “Si studi a scuola”. E ogni studente “almeno una volta nei luoghi della memoria”

La proposta arriva da Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto in Emilia-Romagna e presidente nazionale del Pd

Pubblicato:25-04-2020 16:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:12

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BOLOGNA – Inserire nei programmi scolastici la garanzia che ogni studente, almeno una volta, vada a visitare i luoghi della memoria capaci di trasmettere cosa fu il nazifascismo e i valori della Resistenza. La proposta è della sindaca di Marzabotto, Valentina Cuppi, che è anche presidente nazionale del Pd. Cuppi ne ha parlato nel corso di un incontro in videoconferenza promosso dall’Associazione interparlamentare sui luoghi della memoria dell’antifascismo e della Resistenza. Intanto, premette Cuppi, anche se con le modalità a distanza imposte dall’emergenza coronavirus “il 25 aprile va assolutamente festeggiato, nonostante ci siano stati dei tentativi di annacquarne il significato e l’importante, anzi a maggior ragione lo dobbiamo assolutamente fare”.

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“CAMMINARE NEI LUOGHI DELLA MEMORIA TRASFORMA LE COSCIENZE”

Proseguendo, poi, Cuppi sottolinea quanto sia “centrale il tema dei viaggi delle memoria, perchè attraversare i nostri luoghi intrisi della storia del Paese significa davvero camminare tra le nostre radici“, grazie anche alla possibilità di “ascoltare nei luoghi e non a distanza le persone che hanno vissuto le situazioni e sono sopravvissute, come nel caso di Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema, alle atrocità del nazifascismo”. Davvero “entra nella testa dei ragazzi e si trasformano le coscienze camminando sul terreni dei luoghi della memoria“, insiste la sindaca del Comune sull’Appennino bolognese, teatro dell’eccidio di Monte Sole insieme a Monzuno e Grizzana Morandi.

“SERVONO PROGRAMMI MINISTERIALI”

Il tema di queste visite però “non deve essere lasciato alla mercè degli istituti e alla buona volontà degli insegnanti, me deve essere concretamente inserito all’interno dei programmi ministeriali“, afferma Cuppi: cioè “dev’essere garantito a ogni studente, almeno una volta nel suo percorso di studi, di visitare uno di questi luoghi e poter vivere davvero e fino in fondo il contatto con essi”. Proprio in questa fase di emergenza, “abbiamo davvero l’occasione di riaffermare cosa vuol dire essere liberi in un periodo in cui viviamo una necessaria privazione parziale delle libertà”, aggiunge Cuppi. Dunque “lancio un appello per cercare di far sì che tutti gli studenti e i ragazzi che sentono un po’ lontana questa storia– conclude la sindaca- possano invece sentirla propria, vivendo i luoghi“.

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C’è bisogno di “una grande attività didattica nelle scuole“, sottolinea il presidente del Comitato per le onoranze ai caduti di Marzabotto, Valter Cardi: bisogna far leva sui programmi, perchè dev’esserci “prima la conoscenza storica e poi la visita ai luoghi della memoria“. Anche Cardi, poi, fa un parallelo con l’emergenza in corso: “La sofferenza che stiamo vivendo dev’essere uno stimolo per rafforzare la memoria della Liberazione, per celebrarla degnamente e nel migliore dei modi”. Mentre Gian Luca Luccarini, presidente dell’Associazione delle vittime degli eccidi nazifascisti di Grizzana, Marzabotto e Monzuno, propone che anche il Parlamento partecipi a “un laboratorio nella Scuola di pace di Monte Sole, per capire come la didattica della memoria può entrare nella scuola classica, quella che c’è tutti i giorni”. Ma oltre al tema della didattica e a quello della “conservazione dei luoghi fisici della memoria”, c’è anche la necessità di “salvaguardare la memoria archivistica e storiografica“, sottolinea il vice di Cardi, Andrea Marchi: “Ecco perchè ci stiamo impegnando per sistemare i nostri archivi e per la promozione di almeno due ricerche storiche, che approfondiscano i temi legati alla strage ma poi ci dicano anche cos’è avvenuto dopo”. E cioè: “Cosa abbiamo fatto dal ’45 a oggi su questi territori affinchè quello che qui è successo mantenesse una sua vitalità?”, spiega Marchi.

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