NEWS:

Si sbloccano le assunzioni in Regione, 1.500 nuovi ingressi in Emilia Romagna

"È un piano importantissimo ma non vogliamo fermarci qui", annuncia il presidente Bonaccini

Pubblicato:24-06-2019 13:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:26

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – La principale infornata di personale nella Regione Emilia-Romagna degli ultimi 10 anni o forse, tutto sommato, di sempre. L’annunciano oggi il governatore Stefano Bonaccini e il suo assessore a Bilancio e Risorse umane Emma Petitti, illustrando insieme ai sindacati i dettagli del nuovo piano. Spicca la scelta di procedere a quasi 1.300 assunzioni, attraverso una tornata di concorsi a partire dalla metà di luglio (arriverà una nuova sezione online nel sito della Regione rinnovata e semplificata) che in prospettiva svecchierà la pianta organica di viale Aldo Moro, costituita in tutto da 4.000 persone, rinnovandola del 30%. Il tutto all’insegna di un nuovo “percorso aperto” a nuovi profili, in ambiti che vanno dalle materie giuridico-amministrative a quelle economico-finanziarie, dalla gestione del territorio alla tutela ambientale fino alla trasformazione digitale, senza scordare le materie umanistiche. I nuovi ingressi, in tutto questo, supereranno abbondantemente quota 1.500 unità, una volta aggiunti anche i 260 dipendenti in arrivo dalla mobilità fra vari enti pubblici.

Bonaccini e Petitti, al fianco delle categorie interessate di Cgil-Cisl-Uil, la definiscono una “nuova fase, che mette al centro merito ed equità dopo 10 anni di blocco del turnover dovuto alle norme statali”. E il piano triennale dei fabbisogni lavorativi 2019-2021, così come lo chiama ufficialmente la giunta regionale, risponde anche all’attesa riduzione di organico, del 30% nel triennio, tra fisiologici pensionamenti, ‘quota 100’ e altri fattori. Si prevedono 1.500 assunzioni considerando anche l’Agenzia regionale per il lavoro, l’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia (Arpae) e L’Agenzia regionale per il diritto agli studi superiori (Ergo).

Va poi a regime lo smart working, il ‘lavoro agile’ fuori dall’ufficio, basato sulla responsabilizzazione del collaboratore e il ricorso agli strumenti informatici e digitali: si tratta di una prospettiva che si apre per ben 350 dipendenti regionali. Attraverso il nuovo piano, inoltre, si potrà puntare a ridurre l’età media del personale, oggi superiore ai 52 anni (57 nella dirigenza) ma soprattutto a integrare gli organici regionali con più competenze e attitudini. Nello schema della giunta si vogliono garantire prospettive di carriera ai lavoratori regionali, contrastando il precariato interno e assicurando posti di riserva nei concorsi a chi già lavora nell’ente, oltre a completare nel triennio il rientro o il trasferimento del personale distaccato. Tra le finalità, c’è anche quella di recuperare il 10% di efficienza tramite misure di riorganizzazione e trasformazione digitale. “Il tutto senza aumenti di spesa per l’amministrazione”, confermano amministratori e tecnici: a regime, segnalano, la Regione spenderà meno, superando l’esigenza di dover gestire sia i precari sia gli assunti a tempo indeterminato, stabilizzando i primi. 


Evidenzia Bonaccini: “Il blocco che per troppi anni in questo Paese c’è stato ha alzato l’età media dei lavoratori del pubblico impiego. Abbiamo rischiato di bruciare un’intera generazione, dicendole che non toccava mai a lei, e ora dobbiamo riempire la pubblica amministrazione di nuove figure, in sanità ad esempio abbiamo già abbassato l’età media. È un piano importantissimo ma non vogliamo fermarci qui“, segnala il presidente della Regione citando fra l’altro anche le 10.000 persone assunte in sanità, sugli ultimi tre anni, tra infermieri e medici. Anche per Petitti “con le nuove assunzioni si rafforza un contesto di sviluppo e si sviluppa il legame di fiducia e attenzione reciproca tra l’amministrazione e il suo personale”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it